Cosimo

 

 

Il signor Cosimo

 

 

 

Oggi i bambini sono a pranzo da me.

Siamo andati insieme a fare la spesa e abbiamo deciso cosa faremo da mangiare.

Naturalmente c’è scappato il regalino… ma per fortuna è bastato l’ovino kinder …

Davanti al supermercato c’è la fermata dell’autobus…

“Bambini, guardate un po’ se c’è il signor Cosimo..” ”Il signor Cosimo… e chi è, nonna?”

“Non la sapete la storia del povero signor Cosimo?” “No, dai raccontacela”…..

Questo è un trucco ormai collaudato perché i piccini non si mettano a correre – mi camminano a fianco, attenti…

“Qualche anno fa un signore – Cosimo, appunto – aveva smesso di lavorare e non sapeva come passare le giornate, così la mattina andava a fare una passeggiata nelle strade intorno a casa.

Spesso arrivava fino ai giardini dove incontrava degli amici, in pensione come lui, e chiacchieravano un po’ oppure facevano una partitina a carte.

Quella mattina, però, Cosimo non aveva voglia di camminare e decise di prendere l’autobus, così, tanto per cambiare.

Arrivò alla fermata, ma non conosceva le tre linee che passavano di là – lui andava a lavorare in macchina – così era un po’ indeciso sul da farsi.

Si domandava: e se prendo un autobus che mi porta in un quartiere che non conosco? Poi magari mi perdo….

Gli autobus passavano, si fermavano, qualcuno scendeva.. gli autisti aspettavano un po’ per vedere se quel signore saliva, poi richiudevano le porte e se ne andavano.

Cosimo era sempre più pieno di dubbi….

Passarono le ore e lui era ancora lì, indeciso….

Cominciò a fare buio e Cosimo decise che oramai era tempo di tornare a casa, avrebbe chiesto qualche indicazione e l’autobus l’avrebbe preso il giorno seguente.

Ma… che è successo? Cosimo prova a spostarsi ma non ci riesce. Ohibò, come faccio?

Si guarda i piedi e…… a furia di stare lì fermo i piedi hanno messo le radici e ormai Cosimo non può più andare via…

Al primo momento si dispera, poi cerca di sistemarsi meglio possibile….

Dopo un po’ di tempo – siccome a furia di stare lì fermo ha imparato tutte le linee degli autobus – la gente comincia a chiedergli  informazioni e lui risponde sempre gentile a tutti, perciò tutti gli sorridono e qualcuno si ferma anche a fare due chiacchiere…

Anche gli autisti passando lo salutano….

Ora Cosimo è felice… ha trovato il modo di rendersi utile!

I bambini ridono divertiti…. e intanto siamo arrivati a casa…

 

 

Da domani

 

Questa poesia è stata scritta da un ebreo internato ad Auschwitz. A me ha fatto molto riflettere… a voi?

 

 

 

Da domani sarò triste, da domani,

ma oggi sarò contento

a che serve essere tristi a che serve?

perchè soffia un vento cattivo?

perchè dovrei dolermi oggi del domani?

forse il domani è buono

forse il domani è chiaro

forse domani splenderà ancora il sole

e non vi sarà motivo di tristezza.

Da domani sarò triste, da domani

ma oggi sarò contento

e a ogni amaro giorno

"Da domani-dirò- sarò triste.

Oggi no".

L’aura del tempo

 

Non conosco l’autore, ma mi piace tantissimo…. la sento mia

 

 

 

L’AURA DEL TEMPO

 

 

 

… e ho camminato,

camminato,

per strade infinite.

… ho camminato,

quasi sempre sola,

fino ad orizzonti finiti.

 

Soste su una linea immaginaria,

resa reale da un volto o da una casa.

 

… e cammino,

cammino,

ancora…

 

sosterò, forse,

davanti a un volto o a una casa.

 

Mi fermerò per ritornare Tempo.

 

 

 

 

Shoah

Oggi, 27 gennaio 2008  

IL GIORNO DELLA MEMORIA – LA SHOAH

Il termine Shoah (annientamento) è voluto dagli ebrei, i quali, attualmente, rifiutano l’altra parola stilizzata, Olocausto, in quanto questo indica un sacrificio propiziatorio, il che è sicuramente ingannevole.

L’espressione Shoah si riferisce al periodo che intercorre fra il 30 Gennaio 1933, quando Hitler divenne Cancelliere della Germania, e l’8 Maggio 1945, la fine della guerra in Europa: in questo periodo furono milioni le persone soppresse dalla follia razziale nei confronti non solo degli ebrei . Pur essendo impossibile accertare l’esatto numero di vittime ebree, le statistiche indicano che il totale fu di oltre 5.860.000 persone. La maggior parte delle autorità generalmente accettano la cifra approssimativa di sei milioni a cui si devono sommare 5 milioni circa di civili non ebrei uccisi. In tutto quindi, ma la cifra precisa ha ben poca importanza, oltre 10 milioni di persone furono uccise dall’odio nazionalsocialista, uomini, donne, bambini…

Questa è la poesia di una bambina di 12 anni, Eva Pichovà

Sono state ritrovate alcune poesie scritte dai bambini internati nei campi di concentramento…

Ma i bambini che le hanno scritte non c’erano più.

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Paura

 

Oggi il ghetto prova una paura diversa,
Stretta nella sua morsa, la Morte brandisce una falce di ghiaccio.
Un male malvagio sparge il terrore nella sua scia,
Le vittime della sua ombra piangono e si contorcono.

Oggi il battito di un cuore di padre narra del suo terrore
E le madri nascondono la testa tra le mani.
Adesso qui i bimbi rantolano e muoiono di tifo
Il loro sudario sconta un’amara tassa.

Il mio cuore batte ancora nel mio petto
Mentre gli amici partono per altri mondi.
Forse è meglio – chi può saperlo? –
Assistere a ciò oppure morire oggi? 

No, no, mio Dio, voglio vivere!
Senza vedere dissolversi i nostri numeri.
Vogliamo avere un mondo migliore,
Vogliamo lavorare – non dobbiamo morire!

 

 

Meraviglioso Rodari..

 

Meraviglioso Rodari, così leggero eppure così vero….

… e così attuale!

 

 

 

Scherzi di Carnevale
di Gianni Rodari

Carnevale,
ogni scherzo vale.

Mi mettero’ una maschera
da Pulcinella
e diro’ che ho inventato
la mozzarella.

Mi mettero’ una maschera
da Pantalone,
diro’ che ogni mio sternuto
vale un milione.

Mi mettero’ una maschera
da pagliaccio,
per far credere a tutti
che il sole e’ di ghiaccio.

Mi mettero’ una maschera
da imperatore,
avro’ un impero
per un paio d’ore:

per volere mio dovranno
levarsi la maschera
quelli che la portano
ogni giorno dell’anno…

E sara’ il Carnevale
piu’ divertente
vedrer la faccia vera
di tanta gente.

Una pila di panni da stirare

 

 

 

 

Che delusione

 

 

 

 

 

Sabato mattina mi sono svegliata – come al solito – alle sei.

Mio marito dormiva e, dato che aveva fatto tardi la sera prima al Circolo per la partita a carte, non aveva nessuna intenzione di svegliarsi…

Sono andata in cucina – la solita trafila: accendo “Alicia” per avere pronto il caffè quando torno, vado in bagno- solo una bella lavata al viso per ora, per non disturbare i vicini che hanno la camera da letto proprio a parete e che sicuramente stanno dormendo.

Intanto il gatto è già pronto davanti alla sua ciotola. Prendo  una delle sue scatolette (al mattino ha fame perciò vanno bene tutte) e finalmente mi verso il caffè che è già ad attendermi bello caldo. Che splendida invenzione questa macchinetta! Sorseggio con calma il mio caffè: quello del mattino – chissà perché – è sempre il più buono!

A questo punto, calma e rilassata, in pace col mondo, leggo le”Lodi mattutine” per dare alla giornata  il migliore inizio e poi, come al solito, appoggio la testa – braccia incrociate sul tavolo – per riflettere sulle parole della lettura … e per cercare di farmi passare il mal di testa che da anni è il mio compagno mattutino, rilassando il collo.

La casa è silenziosa e si sta veramente bene… ho una pila di panni da stirare che fa paura… penso che sia il momento buono per levarla di torno: mi alzo, metto l’asse da stiro in cucina (sempre per non dare noia ai vicini – ma non mi farò troppi problemi? In fin dei conti quello sopra di me non si riguarda di nulla) e comincio il mio lavoro… prima le camicie che sono le più noiose e poi il resto.

Evviva, la pila da stirare si è incredibilmente abbassata e si è formata una nuova pila tutta ordinata e precisa. Ho quasi finito, ancora qualche tovagliolo… ecco, è tutto fatto!!!

Visto che il marito dorme ancora vado a posare la mia cara pila stirata sul tavolo del salotto e…

… ma che succede?

Non sono entrata in salotto ma nella camera da pranzo della casa di Roma, la mia casa di bambina…..

Oh no! Era tutto un sogno, mi sono addormentata senza accorgermene e la pila dei panni è tutta là, nel cestino….. che delusione!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alba

Alba

Silenzio, quiete
leggero sciabordio di acqua sulla riva
fruscio di vento tra l’erba
ancora avvolta nel sonno
aspetto una nuova giornata….

 

Maldive

(la foto è di Danilo- alba alle Maldive)

Incontri

Un incontro fortunato

 

 

 

Viveva in una grande città una giovane signora che si chiamava Sofia. Era buona e gentile e, sebbene non fosse certo ricca,  cercava sempre di aiutare chi aveva bisogno.

Così era facile che tornasse a casa con almeno un pacchetto di fazzoletti di carta, o un accendino, un paio di calzini – che poi non usava nessuno – pur di non dire di no a quei ragazzi che per strada la chiamavano mamma.

E non le importava che lo dicevano a tutte le signore che passavano e che era un sistema ben inventato per commuovere la gente! Lei si inteneriva lo stesso a vedere quei ragazzoni che cercavano di arrangiarsi un po’ per tirare su qualche moneta.

Le era capitato anche di arrabbiarsi perché non tutti erano rispettosi oppure le si appiccicavano alle costole nonostante spiegasse che non le era possibile dare nulla… Ma evidentemente il suo viso raccontava tutto di lei  perché tra tante persone che c’erano in giro la fermavano sempre!

Qualche volta le capitava di rispondere seccata, o di tirar dritto velocemente senza alzare gli occhi e facendo finta di non vedere, anche se non si sentiva molto a posto comportandosi così.

Quella mattina aveva preso l’autobus ed era arrivata in centro per fare delle spese.

Appena scesa dall’autobus eccone uno! E un pacchetto di fazzolettini finisce nella borsa di Sofia. Entra a prendere un caffè ed eccone un altro…. “Mamma ho fame”…. E gli paga un cappuccino….

Sofia doveva fare un regalo ad una amica appassionata lettrice: cosa c’era di meglio che comprarle un bel libro? Così entra in una grande libreria… Nooo, anche qui!

Gira veloce fra i banchi cercando di evitare l’incontro…. Ce l’ha fatta! Paga ed esce con il suo pacchetto…

Ma qui succede qualcosa che non si aspettava….

Fuori c’è un giovane con dei libri in mano (Sofia l’ha trovato già alcune volte e di quei libretti con i racconti e le favole di quei paesi lontani ne ha più di uno a casa).

“Mi dai qualcosa mamma? Ho fame!”.

Siamo alle solite: irritata Sofia risponde bruscamente. “Insomma, sei il terzo! Non posso mica finanziare tutti, non ho una banca a disposizione!”.

Il ragazzo (sarà quasi due metri!) la guarda e la sua bocca si spalanca in un sorriso, quei sorrisi che solo i ragazzi negri sanno fare, con quei denti così bianchi che sembrano luci accese….

Ma quel sorriso ha una luce più profonda e dolce.

Mette la mano in tasca e tira fuori una piccola tartaruga rossa – sembra fatta dello stesso cuoio rosso con cui gli artigiani di quella città fanno borsellini e portafogli.

“Prendila, ti porta fortuna!” Sofia lo guarda perplessa….”Ti ho detto che non posso darti niente”… “E’ un regalo, prendila….. sei mai stata in Senegal?”. Mette la tartarughina nella mano di Sofia che, a quel punto, non sa più cosa dire…. L’unica parola che le esce dalle labbra è “Ciao”. 

Ma continuando a camminare con la mano nella tasca che carezza la tartaruga, mille pensieri le frullano per la testa.

Quella domanda finale: sei stata in Senegal? le dice mille cose… Le parla di paesi dalla natura splendida, ma anche di povertà, di fame, di violenza….

E pensa: come posso io che vivo qui, con poco è vero- ma quel poco è sufficiente – dire che non lo posso aiutare……

Sofia torna indietro: “Scusami, dammi uno dei tuoi libri”…

Questo incontro le ha alleggerito un poco il portafogli ma l’ha fatta tanto arricchire!

Epifania

stella cometa   Epifania

 

 

.”Fu per noi un freddo avvento

per un viaggio lungo

le strade fangose,

i cammelli pustolosi,

i piedi sanguinanti.

Vi furono momenti

in cui rimpiangemmo  

i palazzi d’estate sui pendii,

i terrazzi fioriti,

le seriche fanciulle che portavano i sorbetti".

(Thomas Eliot)

 

E’ il viaggio dei Magi….

Si parla del loro percorso come di un viaggio alla ricerca della verità, una ricerca faticosa, piena di rischi, con Erodi in agguato e sacerdoti incapaci di accompagnarli.

In realtà il viaggio che la liturgia dell’Epifania ci fa conoscere è un altro: a muovere i Magi e a guidarli nel loro cammino è una stella che indica la via da seguire.

.I Magi non sarebbero stati raggiunti dalla verità se fossero rimasti nei loro palazzi.

E’ la verità che ci insegue, purchè ci sia in noi un desiderio, una scintilla di ricerca.

Come succede a un bambino che tiene in mano un aquilone e ha gli occhi e il cuore lassù nel cielo, i volti dei Magi erano fissi lassù, in quel cielo trapuntato di stelle, alla ricerca di quella più luminosa delle altre.

E’ vero, bisogna essere reali e non lasciarsi vincere dalle illusioni….

Tuttavia non si può vivere senza alzare lo sguardo oltre le cose di ogni giorno, senza sollevarsi ogni tanto dall’orizzonte inquinato del presente.

Abbiamo bisogno di staccarci dagli interessi e dalla quotidianità per metterci in cammino come i Magi, correndo qualche rischio, allargando gli orizzonti, dando spazio al sentimento, alla libertà, alla speranza.

Come un aquilone che si lascia portare dal vento, lasciamo volare il cuore più in alto nel cielo dello spirito.

Ma siamo pazzi?

I passeggeri abbandonati al buio e al freddo, imprigionati dentro le carrozze

Ma siamo pazzi!!!! leggendo ho pensato ad uno scherzo, ma è tutto vero…

Trascrivo da internet:

04/01/2008

Si è fermato in stazione senza aprire le porte e ha poi “parcheggiato” il treno con i suoi passeggeri nella zona per la sosta notturna, andando a festeggiare il Capodanno: è quanto ha fatto un macchinista in servizio sul treno regionale che da Brescia è arrivato puntuale, alle 20.52, nella stazione ferroviaria di Cremona la sera del 31 dicembre.

Arrivato a destinazione, le porte non si sono aperte e, dopo un po’, il treno è ripartito dalla stazione e si è fermato poche centinaia di metri più in là, nella zona deputata alla sosta notturna. Il macchinista ha chiuso il treno e, dimenticandosi dei viaggiatori a bordo, se n’é andato a festeggiare il Capodanno. Dall’interno, al buio e al freddo, i passeggeri hanno tentato inutilmente di aprire le porte mentre la rabbia montava e i bambini, impauriti, piangevano.

La spiacevole vicenda si è conclusa grazie alla telefonata fatta da un viaggiatore ai carabinieri che hanno avvisato l’ufficio movimentazione delle Ferrovie di Cremona. Circa un’ora dopo, un ferroviere è arrivato sul posto, "ha liberato" i passeggeri e ha fatto loro strada tra i binari, illuminati con una torcia fino alla stazione.

La vicenda ha messo in imbarazzo il gruppo Ferrovie dello Strato che, tramite una comunicato, oltre le dovute scuse ai passeggeri, ha reso noto di "aver avviato oggi un’indagine interna per accertare la dinamica dell’inconveniente segnalato, per stabilire eventuali responsabilità del personale in servizio e, nel caso, prendere provvedimenti".

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L’ultima frase è la ciliegina sulla torta….faranno un’indagine per stabilire EVENTUALI responsabilità del personale….

Non ho parole!!!!!!