Lo so, è la terza poesia, ma questa è qui perchè la voglio dedicare ad una persona che sul suo blog ha parlato della mia Roma e – stranamente – mi è venuta un po’ di nostalgia…
Il titolo è tratto da una poesia di Cesare Pavese, una delle più belle.
Angela, questa pagina è per te….
Passerò per Piazza di Spagna
Sarà un cielo chiaro.
S’apriranno le strade
sul colle di pini e di pietra.
Il tumulto delle strade
non muterà quell’aria ferma.
I fiori spruzzati
di colori alle fontane
occhieggeranno come donne
divertite. Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
S’aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando
come l’acqua nelle fontane –
sarà questa la voce
che salirà le tue scale.
Le finestre sapranno
l’odore della pietra e dell’aria
mattutina. S’aprirà una porta.
Il tumulto delle strade
sarà il tumulto del cuore
nella luce smarrita.
Sarai tu – ferma e chiara.
Grazie Fausta:*
A Roma, scendo sempre all’Aventino, c’è il mio B&B preferito, da una signora, quasi ottantenne. Un tempo lavorava al Quirinale. Una gentile signora che mi coccola. Questa volta un B&B dietro il Vaticano, fuori dalla finestra potevo vedere il Cupolone e il Gianicolo. Io mi sento romana, perchè quando ero piccola mia mamma mi diceva "tu sei di Roma, ti abbiamo comprata a Roma" (vi avevano fatto il viaggio di nozze e mi raccontava di questa bellissima città), così guardando i pini che sembrano abbracciarla, sta città, pensavo a quanto può mancare a te, che ci hai trascorso l’infanzia. Mentre camminavo, consideravo pure la ricchezza del tuo sguardo, sulla città, e di che vita si anima.
Abbraccio forte forte
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