profeti

 
PROFETI
 
 

Se i profeti irrompessero
per le porte della notte
e cercassero un orecchio come patria –
orecchio degli uomini
ostruito d’ortica
sapresti ascoltare?

 
(Nelly Sachs)

The Slava snow show

 

 

 

 

Slava show1

 

 

 

 

THE SLAVA SNOW SHOW

 

 

Ho aspettato tanto prima di scrivere di questo spettacolo teatrale che mi ha incantato.

Non riuscivo a trasmettere nelle parole tutta la gioia che mi ha suscitato.

Ci provo ora, anche per non perderne il ricordo…

Già l’ingresso nel teatro è una novità.

La sala, di solito piena di luce, è in penombra, illuminata solo da faretti bianchi, rossi e celesti…. Il pavimento ricoperto da striscioline di carta bianca.

Una situazione irreale… c’è una musica leggera in sottofondo e il rumore di un treno che passa.

La gente entra e si comincia a guardare intorno stupita.

La Sabi (mia figlia) ed io eravamo riuscite a malapena a trovare due posti in un palco di terz’ordine. Fortunatamente il Teatro Verdi ha un’ottima visibilità e buona acustica.

Inizia lo spettacolo con Slava che compare sulla scena venendo fuori da dietro un riparo: sembra intimidito e disorientato.

Avanza fino al bordo del palcoscenico e si ferma a fissare sorpreso e quasi smarrito gli spettatori, travolto da un uragano di applausi…

E’ un piccolo clown vestito di giallo, con parrucca, naso e pantofole rosse, con una tunicona nella quale sprofonda e si allunga a seconda che provi gioia o  malinconia….

Un clown e un palloncino… un inizio tenero e surreale.

Entrano poi altri 4 clown, tre piccoli e uno allampanato, con le palandrane verde ramarro, come il cappellaccio e le scarpe lunghe mezzo metro almeno.

A vederli ho pensato che potevano essere usciti da un pianeta vicino a quello del Piccolo Principe: buffi, poetici, evanescenti, sempre in movimento.

E’ un susseguirsi di trovate poetiche, a volte spassose, a volte struggenti…. Anche il gesto più piccolo, un movimento del capo, delle mani è così espressivo che scatena le risate.

Bellissime, tra le altre,  l’invasione di palloni trasparenti in uno dei quali si trova un clown, il letto utilizzato come una zattera sballottata dalle onde, e – a chiusura del primo tempo, un samba che esplode gioioso, mentre i clown si impigliano in una enorme ragnatela che scende sugli spettatori che sono costretti a farla scorrere fino alla fine della sala per non rimanerne a loro volta impigliati…

C’è l’intervallo… o almeno dovrebbe: invece si scatenano i clown.

Nonostante siano solo quattro (Slava è seduto sul bordo del proscenio) li trovi nella sala, dappertutto, sulle poltrone, in braccio alle persone, spostano cappelli e borse, creano scompiglio… bisogna stare al gioco e in realtà tutti in platea giocano divertiti…

Poi la pioggia: i “verdi”aprono gli ombrelli che hanno con sé e la pioggia arriva sul pubblico: poche gocce, lanciate da bottiglie e da un secchio – come nelle migliori gags – ma l’effetto è spassoso.

Poi la neve, prima sul palcoscenico, in una danza lenta e leggera… poi la musica diventa fortissima, si accendono dei grandi  fari, un vento violentissimo …e la neve inonda la sala ricoprendo gli spettatori.

Cade anche dall’alto e tutto il teatro è uno sfarfallare di fiocchi bianchi.

I clown sono di nuovo in sala a versare secchiate di “fiocchi” sugli spettatori…..

Sembra il finale dello spettacolo, ma alla neve si susseguono palloni colorati, enormi e leggerissimi  (alcuni hanno il diametro di due metri): gli spettatori cominciano a giocare, a lungo, in un tempo che sembra non dover finire più, prolungando lo spettacolo che ha incantato e divertito….

Un senso di liberazione da schemi e timidezze: giocano tutti, dai bambini ai signori compassati che avevano storto il naso all’inizio dello spettacolo…..

A chi, come noi, ha visto lo spettacolo dall’alto è mancato il coinvolgimento nel gioco, ma vi assicuro che vedere  quello che succedeva è stato uno spettacolo nello spettacolo.

Poi, alla fine, tutti giù in platea a giocare…..

 

°-°-°-°-°

 

La foto è stata fatta col telefonino, quando lo spettacolo era finito e il gioco era iniziato. Non è particolarmente chiara, però penso che renda l’idea…..

Appello per il Tibet

 
 

 

Ricevo da Avaaz e giro volentieri:

 

 

Dopo quasi 50 anni di governo Cinese i Tibetani chiedono con forza al mondo il cambiamento. Ma la violenza si sta diffondendo in Tibet e nelle regioni confinanti, ed il governo Cinese si trova di fronte all’alternativa di aumentare la brutalita’ della repressione e il dialogo, e questa scelta potrebbe determinare il futuro del Tibet, e della Cina stessa. Possiamo influenzare questa decisione storica. Alla Cina preme la propria reputazione internazionale. La sua economia e’ del tutto dipendente dalle esportazioni "Made in China" che noi compriamo, ed il governo desidera che le Olimpiadi di quest’estate a Pechino siano una celebrazione della nuova Cina, rispettata come potenza di rango globale.

Il Presidente Hu deve sentire che il ‘Marchio Cina’ e le Olimpiadi possono aver successo solo se fa la scelta giusta. Ma ci vorrà una valanga di persone da tutto il mondo per ottenere la sua attenzione. Clicca qui sotto per fare come me e firmare la petizione per chiedere al Presidente Hu moderazione in Tibet e dialogo con il Dalai Lama — e dillo subito a tutti quelli che puoi. La petizione e’ organizzata da Avaaz, che cerca di arrivare urgentemente ad 1 milione di firme per portarla ai rappresentanti Cinesi:

 

 

Il Dalai Lama, leader spirituale tibetano, ha fatto appello alla moderazione e al dialogo: ha bisogno del nostro sostegno…….

 

Petizione al Presidente cinese Hu Jintao- questo il testo:

 

“Come cittadini del mondo le chiediamo di esercitare moderazione e rispetto nell’affrontare le proteste in Tibet e di dialogare in modo costruttivo con il Dalai Lama per risolvere la questione Tibetana. Soltanto dialogo e riforme porteranno a una stabilità duratura. Il futuro della Cina e le sue relazioni con il resto del mondo dipendono da uno sviluppo armonioso, dal dialogo e dal rispetto”

 

 

http://www.avaaz.org/it/tibet_end_the_violence/98.php?CLICK_TF_TRACK

 

 

 

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Poesia

 

 

POESIA 

 

Mentre tu dormi
le stagioni passano
sulla montagna.
La neve in alto
struggendosi dà vita
al vento:
dietro la casa il prato parla,
la luce
beve orme di pioggia sui sentieri.
Mentre tu dormi
anni di sole passano
fra le cime dei larici
e le nubi.

II
Io posso cogliere i mughetti
mentre tu dormi
perché so dove crescono.
E la mia vera casa
con le sue porte e le sue pietre
sia lontana,
né io più la ritrovi,
ma vada errando
pei boschi
eternamente –
mentre tu dormi
ed i mughetti crescono
senza tregua.

 

 

da Il Naviglio di Antonia Pozzi

 

 

 

 

Dammi

 

 

DAMMI

 

 

 Dammi nel frastuono

della mia giornata

la calma delle vette eterne.

Allenta la tensione

dei miei nervi

e dei miei muscoli,

così che io possa ascoltare

nella mia memoria

la musica dolce

del mormorante ruscello.

Aiutami a riscoprire

il magico ristoro del sonno.

Insegnami l’arte di sostare

un poco a guardare un fiore,

a chiaccherare con un amico,

a carezzare un cane,

a leggere poche righe

da un buon libro.

Rendimi più sereno, Signore,

affinchè io possa affondare

le mie radici nel terreno

degli eterni valori della vita.

 

 

    (Yogananda)

 

Montecarlo 2

 

 

 

Aldo Moro

 

 

16 marzo 1978 – Il rapimento di Aldo Moro – al di là della politica

 

 

 

Quell’anno la mia figlia più piccola frequentava la terza elementare.

La maestra fece una lezione cercando di spiegare alla classe quello che era successo, visto che i bambini ne avevano sentito parlare e ne avevano visto in Tv le immagini.

Poi decise di far fare in classe un tema sull’argomento.

Il giorno che doveva riportare i compiti corretti mi vidi arrivare Sabina in lacrime.

Era avvilita ma soprattutto arrabbiata.

Con un po’ di fatica riuscii a farmi spiegare il perché: mi fece vedere il compito – c’era una correzione ed era proprio quella la ragione delle lacrime.

Il suo tema diceva “io non voglio che succedano queste cose. Io voglio crescere diversa e anche i grandi”.

Un gran frego rosso e le parole della maestra “come i grandi”.

“Mamma, singhiozzava Sabi, io non voglio crescere come i grandi che fanno queste cose, anche i grandi debbono cambiare!”.

 Aveva ragione.

La mattina dopo l’accompagnai a scuola per parlare con la maestra.

Ero arrabbiata anche io.

Le dissi seccamente: la bambina ha formato una frase molto sgrammaticata e per questo la deve correggere, ma non deve correggerle i pensieri perché sono giusti!

 

 

Semplicità

 
 
SEMPLICITA’
 
 
 
Agli occhi degli uccelli
l’occidente
è dove il sole tramonta,
L’oriente
è dove il sole sorge,
tutto qui.
 
 
Tiziano Terzani

8 marzo

mimosa

 
 

8 MARZO – LA MIMOSA

 

 

13 anni fa è morta mia sorella Franca.

Era una donna meravigliosa, una donna forte – nonostante fosse uno scricciolo – una donna che ha saputo donare amore sempre: nel lavoro di maestra d’asilo, verso i suoi figli, il marito, verso tutti.

Ognuno poteva bussare alla porta del suo cuore sapendo che l’avrebbe trovata aperta.

Ma, pensando alla giornata della donna (non mi piace chiamarla festa…) e alle mimose, fiori che, come lei, anche io amo moltissimo, è un’altra la ragione per cui scrivo.

Passando vicino ad un albero di mimosa, questa mattina, mi sono fermata per vedere se c’era un rametto da poter cogliere, piccolo, solo per portar a casa il suo profumo…

Ed ho pensato a quel giorno.

Quella mattina, nell’ospedale dove era ricoverata, avevano lasciato su ogni comodino un rametto di mimosa.

Eravamo con lei – ormai si sapeva che aveva poche ore – i suoi tre figli, l’altra sorella ed io.

Ci ha guardati uno per uno con uno sguardo così profondo da restare indelebile, come ad affidarci un compito da portare avanti al posto suo…. Poi ha aperto gli occhi sull’eternità.

Il più piccolo dei suoi figli è un prete.

C’era solo un bicchiere d’acqua e il rametto di mimosa. Ha benedetto l’acqua e con la mimosa ha benedetto la sua mamma consegnandola nelle mani di quel Dio in cui credeva con gioia.

E’ stato il più bell’uso che io ricordi di un ramo di mimosa….. è stata davvero la giornata della Donna.