16 marzo 1978 – Il rapimento di Aldo Moro – al di là della politica
Quell’anno la mia figlia più piccola frequentava la terza elementare.
La maestra fece una lezione cercando di spiegare alla classe quello che era successo, visto che i bambini ne avevano sentito parlare e ne avevano visto in Tv le immagini.
Poi decise di far fare in classe un tema sull’argomento.
Il giorno che doveva riportare i compiti corretti mi vidi arrivare Sabina in lacrime.
Era avvilita ma soprattutto arrabbiata.
Con un po’ di fatica riuscii a farmi spiegare il perché: mi fece vedere il compito – c’era una correzione ed era proprio quella la ragione delle lacrime.
Il suo tema diceva “io non voglio che succedano queste cose. Io voglio crescere diversa e anche i grandi”.
Un gran frego rosso e le parole della maestra “come i grandi”.
“Mamma, singhiozzava Sabi, io non voglio crescere come i grandi che fanno queste cose, anche i grandi debbono cambiare!”.
Aveva ragione.
La mattina dopo l’accompagnai a scuola per parlare con la maestra.
Ero arrabbiata anche io.
Le dissi seccamente: la bambina ha formato una frase molto sgrammaticata e per questo la deve correggere, ma non deve correggerle i pensieri perché sono giusti!