Archivi del mese: Maggio 2008
memento
caporale nero
di harlem/new york
nel 1967 si è rifiutato
di partire
per il vietnam
ha dichiarato:
"se andassi in vietnam
per combattere
mi sentirei
come un delinquente"
ora è libero ma pregiudicato
e nessuno parla più di lui
Mattutino
BUONGIORNO!
Quando comincia la stagione più favorevole, le giornate si allungano e l’aria ha quel frescolino frizzante che gradevolmente sveglia, le prime ore del mattino diventano un momento unico e pieno di sensazioni….
Apro gli occhi, guardo la sveglia…. Ho ancora cinque minuti prima che suoni….
Con lentezza riprendo i contatti col mondo……apro la porta-finestra del balcone..
Anche se con quei palazzoni che hanno costruito mi hanno levato la vista delle Cascine ,l’alba è ugualmente mia: a quest’ora il profumo del gelsomino nel giardino del Pastore, impregna l’aria, mescolandosi a quello dei tigli del giardinetto poco più in là.
Alcuni passerotti stanno facendo colazione con le briciole che ho lasciato ieri sera…C’è silenzio ancora.
Nei cortili di fronte qualcuno ha messo i polli e la gallina sta cantando la gioia del suo uovo…
Mi siedo sulla poltroncina e chiudo gli occhi…. Posso immaginarmi in campagna, sto dando il becchime alle galline…. o sono nel bosco a camminare e le foglie sotto ai miei piedi cantano rompendosi …..,
Niente disturba la mia fantasia che va dove vuole….. tra poco rientrerò in casa e comincerà il solito tran-tran….
Ma sarà più accettabile…
Certo, se davanti agli occhi ci fosse uno spettacolo così!!!!!
Terra Futura
romanità
Riccardo Muti
DOMENICA POMERIGGIO AL TEATRO COMUNALE
– 2 –
Quest’anno è andata bene!
Nonostante la difficoltà di trovare i biglietti – sono così tanti gli abbonamenti che i posti liberi si riducono a poche decine, che si esauriscono prestissimo – sono riuscita ad andare a teatro quattro volte.
Ho visto la Madama Butterfly, l’Antigone, la Camen e – dulcis in fundo – il concerto di Riccardo Muti.
A 40 anni dal suo debutto a Firenze, avvenuto il 18 giugno 1968, Riccardo Muti è tornato nel teatro al quale ha legato i primi trionfali successi della sua straordinaria carriera per dirigere lo stesso concerto di allora.
C’è poco da fare, ci sono bravi direttori d’orchestra e poi ci sono Seiji Ozawa, Metha, Muti e qualcun altro che hanno la musica e la direzione nel sangue e quando hanno una bacchetta nelle mani fanno sprigionare dagli strumenti qualcosa di divino….
Neppure l’impianto più sofisticato può dare la stessa suggestione della musica ascoltata a teatro. Non la senti solo con le orecchie, ti arriva come vibrazione dal pavimento, ti avvolge: l’orchestra è sul palcoscenico davanti a te, ma la musica ti circonda, ci sei dentro….
Primo tempo:
l’Ouverture “La consacrazione del Teatro” di Beethoven, un Beethoven meno conosciuto ma molto suggestivo. I flauti hanno delle intonazioni piene di nostalgia, i fiati risonanze squillanti, gli archi spesso vanno su tempi “vivaci”. Il mio sguardo era affascinato dal movimento degli strumenti dell’orchestra.
Ancora nel primo tempo la “Sinfonia in fa maggiore Hob. I:89” di Haydn, un Haydn particolarmente “cantabile”, quasi leggero….
Secondo tempo:
la grandiosa Missa Solemnis in mi maggiore del fiorentino Luigi Cherubini, uno dei compositori più ammirati da Muti, alla cui riscoperta in tempi moderni ha dato un contributo di fondamentale importanza.
Il coro formato da 104 cantanti, 4 solisti e lui, Muti, sul podio, con il ciuffo che vola ad ogni movimento, il suo gesto a volte ampio e morbido, a volte scattante e deciso.
L’aggettivo che meglio descrive la Messa è proprio “solenne”…
Il Gloria e il Sanctus mi hanno fatto venire la pelle d’oca!
Non ho mai sentito applausi così forti e prolungati….
Alla fine, dopo almeno un quarto d’ora di applausi, hanno acceso le luci perché il Maestro potesse vedere tutto il teatro in piedi: un trionfo, un grazie e un bel ricordo per lui da portare a Chicago, dove resterà per cinque anni alla direzione di quel teatro dell’opera.
La Carmen
DOMENICA POMERIGGIO AL TEATRO COMUNALE
Domenica 4 maggio: Carmen di Bizet, diretta da Zubin Metha: teatro pieno fino all’ultimo posto, anche quei posti dai quali senti, perché l’acustica è ottima, ma non vedi praticamente niente.
Zubin Metha è amatissimo a Firenze, è il direttore artistico del teatro ed è un “interprete” pieno di fascino e di potenza.
Con la mia amica abbiamo trovato dei posti piuttosto buoni, in seconda galleria..
Prima dell’inizio osservo il teatro: è bello, moderno, molto armonioso nelle linee, le poltroncine rosse come il sipario, il soffitto con le mille luci che disegnano un cielo stellato, molto suggestivo.
Peccato che c’è già un progetto per il teatro nuovo…..linea avveniristica invece di questo antico palazzo fiorentino…..
Ecco, si sente squillare forte un telefono….. è la richiesta, incredibile ma obbligata, di controllare i telefonini…..
Entra l’orchestra, le luci si spengono..
L’oboe intona il la….. si accordano gli strumenti.
Gli orchestrali si alzano in piedi…. Entra il Maestro.
A passo veloce arriva al podio.
La musica inizia vibrante e carica….
Applausi scroscianti accolgono la fine del primo atto – naturalmente ogni romanza è stata salutata dagli applausi del pubblico…..
Così per i tre atti. In realtà il terzo è composto da due atti che però vengono divisi da un breve intervallo, senza che si accendano le luci.
La versione dell’opera scelta per questo Maggio è quella integrale, comprende infatti anche alcune parti recitate e i cantanti si dimostrano molto bravi anche in questa nuova veste. Oltre a questo è in francese, ma il teatro ha ovviato al problema della lingua (e anche a quello dei cantanti che a volte sono incomprensibili) con uno schermo al di sopra del sipario su cui scorrono i “sottotitoli”.
Molti hanno criticato la scenografia. Io l’ho trovata molto bella, essenziale e luminosa, non distoglieva l’attenzione dall’azione ma era come se la incorniciasse.
L’energia che impiega Metha nella sua direzione è impressionante! Ha un gesto ampio e deciso e la musica viene fuori dagli strumenti piena di pathos.
Applausi a non finire alla fine dell’opera – quattro ore passate senza che ce ne rendessimo conto…
E il “ciao” del Maestro che si sbraccia dal palcoscenico per arrivare col suo saluto a tutti…
Mi domandavo dove Zubin Metha trovasse tutta quell’energia (quattro ore di direzione con l’impeto che ci mette sono veramente un tour de force!). Ha il suo metodo: ogni volta che termina l’atto e lascia il golfo mistico, lui va nel suo camerino e si mangia una o due tavolette di cioccolata!!!
Così è successo che alla prova generale – che coincideva col suo compleanno – gli è stata fatta una torta, rigorosamente al cioccolato, con le candeline ….. Il coro del Maggio ha cantato “Tanti auguri a te” e al termine omaggio in musica: l’Orchestra l’ha suonato alla maniera di Haydn, Beethoven, Brahms, Wagner e Dvorak.
Un’altra cosa divertente è successa alla prima dell’opera:
Nel foyer flash e telecamere puntati su tre protagoniste dello spettacolo e della politica:
Mirella Freni, interprete di riferimento del personaggio di Micäela, da lei cantato con grandissimi direttori compreso Zubin Mehta, con una magnifica prova al Metropolitan nel 1966.
La mitica Sophia Loren, statuaria ed elegantissima.
Ségolène Royal, che ha incantato tutti per il suo fascino e la sua simpatia.
La giornalista del "Corriere Fiorentino" Chiara Dino, si è avvicinata Mirella Freni, armata di penna e taccuino per porle delle domande.
La grande Mirella l’ha scambiata per una sua fan e le ha firmato un autografo!!!!.
http://it.youtube.com/watch?v=SP4k55L9GgA
(non è Metha a dirigere ma Abbado….. un cambio alla pari…..)
Certe pagine…
mamme
11 maggio – 2^ domenica – giornata dedicata alle mamme
Non sempre il tempo la beltà cancella
O la sfioran le lacrime e gli affanni:
Mia madre ha sessant’anni
E più la guardo e più mi sembra bella.
Non ha un accenno, un guardo, un riso,
un atto che non tocchi dolcemente il core;
Ah, se fossi pittore,
Farei tutta la vita il suo ritratto.
(Edmondo De Amicis)
Argentina
Ricevo da mio nipote, prete missionario in Argentina:
Arriva il freddo!
Oggi e’ il 10 maggio, e mentre mi ricordo di come gia’ a Roma si comincia a sentire il profumo dell’estate e delle vacanze, qui invece che e’ tutto il contrario sta arrivando l’inverno con il suo freddo! Fa strano, c’e’ da cambiare tutto un modo di pensare! Ma soprattutto dove sto io, freddo e inverno non sono cose belle ma si fanno sentire con tutta la loro durezza. Quando non hai calzini da metterti, quando hai un tetto di lamiera sulla testa, quando hai fango e vento che sono tuoi compagni di strada, il freddo porta tutta la sua tragedia. Eppure la gente cerca di coprirsi, i bambini escono alle 6 e mezza della mattina per andare a piedi alle scuole che sono tutte lontane, e si va avanti cosi’. Ti riscalda il calore umano, l’affetto che sto sempre vivendo di piu’ ogni giorno che passa. Che il Signore protegga tutti questi bambini, e riusciamo a passare un altro inverno senza che succeda niente di brutto.