La Carmen

 

 

DOMENICA POMERIGGIO AL TEATRO COMUNALE

 

Domenica 4 maggio: Carmen di Bizet, diretta da Zubin Metha: teatro pieno fino all’ultimo posto, anche quei posti dai quali senti, perché l’acustica è ottima, ma non vedi praticamente niente.

Zubin Metha è amatissimo a Firenze, è il direttore artistico del teatro ed è un “interprete” pieno di fascino e di potenza.

Con la mia amica abbiamo trovato dei posti piuttosto buoni, in seconda galleria..

Prima dell’inizio osservo il teatro: è bello, moderno, molto armonioso nelle linee, le poltroncine rosse come il sipario, il soffitto con le mille luci che disegnano un cielo stellato, molto suggestivo.

Peccato che c’è già un progetto per il teatro nuovo…..linea avveniristica invece di questo antico palazzo fiorentino…..

Ecco, si sente squillare forte un telefono….. è la richiesta, incredibile ma obbligata, di controllare i telefonini…..

Entra l’orchestra, le luci si spengono..

L’oboe intona il la….. si accordano gli strumenti.

Gli orchestrali si alzano in piedi…. Entra il Maestro.

A passo veloce arriva al podio.

La musica inizia vibrante e carica….

Applausi scroscianti accolgono la fine del primo atto – naturalmente ogni romanza è stata salutata dagli applausi del pubblico…..

Così per i tre atti. In realtà il terzo è composto da due atti che però vengono divisi da un breve intervallo, senza che si accendano le luci.

La versione dell’opera scelta per questo Maggio è quella  integrale, comprende infatti anche alcune parti recitate  e i cantanti si dimostrano molto bravi anche in questa nuova veste. Oltre a questo è in francese, ma il teatro ha ovviato al problema della lingua (e anche a quello dei cantanti che a volte sono incomprensibili) con uno schermo al di sopra del sipario su cui scorrono i “sottotitoli”.

Molti hanno criticato la scenografia. Io l’ho trovata molto bella, essenziale e luminosa, non distoglieva l’attenzione dall’azione ma era come se la incorniciasse.

L’energia che impiega Metha nella sua direzione è impressionante! Ha un gesto ampio e deciso e la musica viene fuori dagli strumenti piena di pathos.

Applausi a non finire alla fine dell’opera – quattro ore passate senza che ce ne rendessimo conto…

E il “ciao” del Maestro che si sbraccia dal palcoscenico per arrivare col suo saluto a tutti…

 

 

Carmen

 

Mi domandavo dove Zubin Metha trovasse tutta quell’energia (quattro ore di direzione con l’impeto che ci mette sono veramente un tour de force!). Ha il suo metodo: ogni volta che termina l’atto e lascia il golfo mistico, lui va nel suo camerino e si mangia una o due tavolette di cioccolata!!!

Così è successo che alla prova generale – che coincideva col suo compleanno – gli è stata fatta una torta, rigorosamente al cioccolato, con le candeline ….. Il coro del Maggio ha cantato “Tanti auguri a te” e al termine omaggio in musica: l’Orchestra l’ha suonato alla  maniera di Haydn, Beethoven, Brahms, Wagner e Dvorak.

 

 

Zubin Metha

 

 

Un’altra cosa divertente è successa alla prima dell’opera:
Nel foyer flash e telecamere puntati su tre protagoniste dello spettacolo e della politica:
Mirella Freni, interprete di riferimento del personaggio di Micäela, da lei cantato con grandissimi direttori compreso Zubin Mehta, con una magnifica prova al Metropolitan nel 1966.
La mitica Sophia Loren, statuaria ed elegantissima.
Ségolène Royal, che ha incantato tutti per il suo fascino e la sua simpatia.
La giornalista del "Corriere Fiorentino" Chiara Dino, si è avvicinata Mirella Freni, armata di penna e taccuino per porle delle domande.
La grande Mirella l’ha scambiata per una sua fan e le ha firmato un autografo!!!!.

 

 

http://it.youtube.com/watch?v=SP4k55L9GgA

 

(non è Metha a dirigere ma Abbado….. un cambio alla pari…..)

 

 

 

Una risposta

  1. Ah che meraviglia Fausta!  Qualche anno fa è nato il mio amore per il teatro, prima da spettatrice poi anche da dilettante (moooolto dilettante e moooolto amatoriale) attrice.
    Io, che fino ad allora avevo visto solo un’operetta e adoravo invece il cinema, per la sua spettacolarizzazione degli eventi, degli ambienti e dei sentimenti, tutto un tratto  mi sono trovata innamorata del palcoscenico da sopra e da sotto, dietro e davanti.
    L’unico "spettacolo musicale" cui mi è capitato di assistere non aveva nulla a che fare con la musica classica e con l’opera. Ma è un’esperienza che mi manca e che spero di fare quanto prima… solo che non so come potrei reagire: la prima volta che ho sentito una mia amica suonare per me il pianoforte dal vivo ho cominciato a piangere alla terza nota!!!

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