libri

 

LIBRI

 

 

Lunedì mattina con un’amica avevamo deciso di visitare la mostra dei libri alla Fortezza.

Né su internet, né sui manifesti c’era l’orario di apertura, così arriviamo verso le 11 – di solito le mostre aprono verso le 10: per stare tranquille meglio arrivare più tardi.

Parcheggio vuoto, nessuno in giro….. veniamo a sapere che la mostra apre alle 19 e va avanti fin verso le 2  tra conferenze, incontri, presentazioni ecc.

Cosa bellissima ma …..

Avevamo voglia di stare un po’ insieme – qualunque posto poteva andare bene.

La Betti mi propone: Ikea o libreria?

Potevo aver detto Ikea?… Perché sono andata a scegliere la libreria? Come se non mi conoscessi!!!

Ecco il risultato! 

 

 

libri

 

 

Boboli 2

 

UNA SERATA SPECIALE (2)

 

Altra serata nello spazio verde di Boboli, nello stupendo prato delle colonne che da solo basterebbe come scenografia a questi splendidi eventi dell’estate fiorentina.

Giovedì 24 luglio, sotto la direzione del bravissimo Maestro Bruno Niccoli.

Quando sento parlare di “stato di grazia dell’autore” non posso fare a meno di pensare al primo brano di questa serata musicale: il Bolero di Ravel.

Concepito come musica da balletto, oramai viene proposto come brano concertistico, ma della danza spagnola mantiene il ritmo e il colore.

32 battute suddivise in due frasi: tutto qui.

Eppure nella sua iniziale lentezza e nel sussurro iniziale arriva ad altezze vertiginose, con il suo ripetere ossessivo che mano a mano arriva a dare la percezione fisica della musica.

L’inizio è un chiamarsi e rispondersi dai lati opposti dell’orchestra… fiati e poi ottoni, in una sequenza che diventa sempre più incalzante, poi l’entrata dei violini e poi di tutti gli strumenti ad arco.

L’unico strumento sempre presente è il tamburo che segna ritmicamente tutta la composizione.

Solo alla fine la musica cambia registro, alzando anche la tonalità e si conclude con un crescendo carico di sensualità.

 

http://www.youtube.com/watch?v=S2q-gWMAGjw

 

http://www.youtube.com/watch?v=MP3qwZxm7p4

 

 

Seconda parte della serata: i Carmina Burana di Carl Orff.

Entrano i due cori: dietro l’orchestra, su una specie di balcone il coro dei “grandi”. Contrariamente al solito uomini e donne sono divisi.

Di lato il piccolo coro delle voci bianche.

Completamente opposti alla sensualità della musica di Ravel, i Carmina Burana richiamano l’atmosfera quasi mistica dei canti latini medioevali. Alla loro nascita letteraria (che solo più tardi è stata rivestita delle note di Orff) si presentano come canti che si dividono in canti satirici, canti d’amore e canti che esaltano il vino e il gioco.

Il brano iniziale, che è il più famoso, “O Fortuna” dà immediatamente una sferzata di energia, sembrano note da tregenda, che fa venire la pelle d’oca.

Bellissimo il susseguirsi delle musiche, a volte è il solista (soprano, tenore e baritono) che dà l’avvio seguito dal coro, a volte sono uomini e donne che sembrano presi da un battibecco…

Il canto d’amore, a cui partecipa il coro dei bambini, è struggente e malinconico.

In chiusura torna O Fortuna, con le sue vibrazioni che entrano addosso e riempiono di emozione.

Sia per il Bolero che per i Carmina il pubblico è stato rispettosissimo, silenzioso e attento.

Perfino il vento che soffiava forte aveva smesso: anche lo stormire delle foglie sarebbe stato poco gradito.

Dopo i battimani, finiti i Carmina Burana, è iniziato il “battipiedi” che, su quella struttura in buona parte metallica, è risuonato come un tuono…… e  così “gentilmente” richiesto c’è stato il bis del canto alla Fortuna.

Questo:

 

http://www.youtube.com/watch?v=v_Eya3_IqOQ

 

 

Luna piena

 

LA NOTTE DELLA LUNA PIENA

 

 Da sempre l’uomo ha cercato di conoscere i misteri del cielo, parlando con le stelle, i pianeti, le profondità del cosmo. Ma sicuramente la protagonista è stata e sarà la luna.

Fantasia, mistero, deposito dei sogni e degli amori di tante persone.

La luna ha tante prerogative, da quelle fisiche a quelle che la sua  bianca presenza suscita nell’immaginazione dell’uomo.

Signora delle maree e del tempo.

Ispiratrice di musicisti, di pittori e di poeti.

Si pensi solo a Leopardi e ai suoi meravigliosi versi

 

“Che fai tu, luna, in ciel

dimmi, che fai silenzìosa luna”

 

o anche

 

“Dolce e chiara è la notte e senza vento

E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti

Posa la luna, e di lontan rivela

Serena, ogni montagna”

 

 

Venerdì 18 luglio era la notte della luna piena e lo staff di Skylive, che io seguo ormai da un anno, le ha dedicato uno “special”, una splendida lezione di astronomia.

Il collegamento è cominciato alle 22 e non avevo mai visto tanti nomi – e perciò tante persone – “on line”.

 

slamgrenus

 

Questa volta i telescopi erano manovrati dal grande Ivan Bellia, astronomo, che ha mostrato la luna in ogni sua parte, naturalmente la faccia rivolta verso di noi!

Il prof. Bianciardi, che ha una conoscenza profonda dell’argomento e una capacità di rendere comprensibili anche le cose più difficili – in chat dava via via la spiegazione di quello che veniva inquadrato, rispondendo anche alle numerosissime domande che gli venivano fatte.

 

grande copernico

 

Non posso certo riportare tutta la lezione (che è terminata dopo la mezzanotte), ma alcune foto che mi hanno particolarmente affascinata, le voglio dividere con voi.

Parlare della formazione della luna è impossibile, nemmeno gli studiosi sono ancora d’accordo,  comunque si parla di date che si aggirano intorno ai 4 – 5 miliardi di anni fa.

Il primo a puntare la luna con il suo telescopio fu il nostro Galileo Galilei nel 1609, che vide che la faccia della luna era piena di rughe e affossamenti che chiamò “mari” e “crateri”.

Il primo a tentare una nomenclatura di questi fu Gilbert, sulla base di disegni, ma, a metà del 1600, fu un prete, Giovanni Riccioli, a dare il nome ai crateri, basandosi su una prima carta frutto delle osservazioni di un suo studente, Grimaldi.

Egli scelse nomi di grandi scienziati, letterati e filosofi. Ci sono Platone, Copernico, Celsius, Boezio, Dante, Euclide ecc. e, ovviamente, Grimaldi.

Uno di questi crateri  è ancora tenuto “sotto controllo”. E’ Aristarco, nel quale si notano ancora fenomeni improvvisi, come scoppi e fumi, segno che la Luna è ancora viva…

 

aristarco1

 

Successivamente ad ogni nuova scoperta fu dato un nome.

Tre piccoli crateri intorno alla Statio Tranquillitatis hanno il nome di Armstrong, Aldrin e Collins.

E i mari, con i loro nomi sognanti: il mare delle piogge, l’oceano delle tempeste, il mare dei sogni, il mare della fecondità, il mare della tranquillità che si trova più o meno sull’equatore lunare. In questo  è situata  la “statio tranquillitatis” che è il punto dove è allunato l’Apollo 11.

 

mare della tranquillità

 

 

Qui è sistemato, accanto alla base del Lem, uno specchio sul quale viene sparato dalla terra un raggio laser che permette, calcolando il raggio di ritorno, di misurare le distanze Terra-Luna.

I crateri più giovani, come si vede al polo sud, hanno intorno una specie di raggiera formata dalla pioggia di detriti ricaduti dopo l’impatto che ne  ha causato la formazione.

 

cratere tyco

 

 

I mari sono scuri perché sono deserti di basalto formatosi per il grande calore, mentre le terre più chiare sono dovute alla roccia più chiara che contiene alluminio, che riflette la luce solare.

Queste sono poche, piccole nozioni. Ripetere tutto sarebbe stato impossibile e troppo difficile e anche noioso senza il supporto delle immagini e del fascino di chi sa raccontare scienza e curiosità…

Ma volevo fermare qualche idea qui, per mantenere vive le emozioni che la nottata mi ha procurato.

Conoscere più da vicino la luna non le ha levato niente del fascino e del mistero che la caratterizzano.

Posso ancora guardarla e sognare….

 

Ed ecco una "particolare" interpretazione della Sonata al chiaro di luna di Beethowen

 

http://www.youtube.com/watch?v=DJjZ_BbTkJw

 

 

 

Linee di luce

 

LINEE DI LUCE

 

 

 

Questa sera, mentre tornavo da una cena a Prato, ho visto nel cielo i raggi laser di una famosa discoteca…..mi hanno messo nel cuore un po’ di malinconia…..

Oggi
raggi colorati di laser
si rincorrono nel cielo
della discoteca.

Ieri
fasci luminosi della contraerea
nei cieli di Roma.
La sirena
crepitio di bombe
il cuore che corre all’impazzata.

La mia paura di allora
negli occhi dei bambini
di queste infinite guerre.

 

 

 

Shanat

 

 

Gaza

 

Un racconto

 

Nel gruppo di aNobii “La casa dal tetto rosa”, dedicato a coloro che amano le favole, abbiamo fatto un esperimento: scrivere un racconto a più mani.

Due favole, le prime, piene di fantasia, dolcissime…

La terza storia, invece, ha preso un sapore completamente diverso…. Un racconto profondo, amaro, contemporaneo.

 

Dous ha dato il via al racconto intitolato “la notte” con queste parole:

“Personaggi principali: Uri, il mugnaio, Ezra sua moglie, Lina la cagnetta e Unter il garzone”…..

 

Ed è ancora Dous che lo chiude con queste:

“Dedico questa "cosa" che è venuta fuori tra noi, ai bimbi di Gaza.
Che non sono tanto diversi dai bimbi di tutto il resto del mondo, ma per i quali va la mia preghiera di pace”.

 

La notte di Gaza. Questo il link per chi volesse leggerla:

 

 

http://cosemaiscritte.blogspot.com

 

la notte

 

 

 

pappa col pomodoro

 

 

VIVA LA PAPPA COL POMODORO

 

 

 

 Non c’è che dire…. la cucina fiorentina ha alcune ricette che sono veramente appetitose, pur essendo semplici da fare, con pochi ingredienti genuini…..

Qui c’è solo pane toscano “raffermo” – cioè almeno del giorno prima… meglio due – pomodori maturi di quelli belli polposi, olio extravergine, basilico….

Si prepara una salsa di pomodoro molto liquida, io metto solo sale e un po’ d’olio perché così il pepe lo aggiunge alla fine solo chi gli piace…

In una insalatiera si mette il pane a fettine con sopra qualche foglia di basilico, si versa abbondante pomodoro ben caldo e così via fino a che pane e pomodoro sono finiti. Tenete presente che il pane assorbe il pomodoro quindi attenti alle proporzioni!

Quando il pane si è ben impregnato si passa il tutto col passaverdura (se uno ha fretta può usare un minipimer, basta che non lo dica a nessuno!), si lascia raffreddare, si versa nelle ciotole – meglio di coccio… ma solo per bellezza – si versa una “C” di olio, un ciuffo di basilico a decorare…..

Ecco il risultato….

Buon appetito!

 

 

foto varie 002

 

nostalgia

 

RICORDI….. Un po’ di nostalgia..

 

Boboli…. Terme di Caracalla

E’ vero, Firenze è diventata la mia città, la amo, mi piace “raccontarla”..

Ma Roma!

Nella mia “scatola dei ricordi” ho ritrovato due cartoline degli acquerelli di Roesler Franz.

Queste… 

 

 

ScorcioCaracalla

 

 

 

S.Saba

 

 

Facevano parte della collezione di Mamma. Me le ero fatte regalare perché erano due luoghi di Roma che amavo tanto: le terme di Caracalla per l’opera nelle notti d’estate – nella meravigliosa cornice degli scavi – e per il lungo viale della Passeggiata archeologica e San Saba, due mete delle mie passeggiate, allora non invase dalle auto e dal rumore.

Dalla finestra di cucina con lo sguardo arrivavo fino all’Appia antica, ed era questo lo spettacolo… Il mausoleo di Cecilia Metella:

 

cecilia metella

 

Più vicini a Roma vedevo gli studi della Cines, dove facevano i cinegiornali e qualche film.

Dalle altre camere vedevo la basilica di san Giovanni in Laterano.

 

250px-Roma-san_giovanni_03

 

Certo da quelle finestre ho visto anche tanti bombardamenti, i raggi della contraerea, i traccianti delle bombe….. ma questa è un’altra storia..

Poi il cemento ha cominciato ad avanzare.

Prima è sparita Cecilia Metella, poi gli studi della Cines, diventata Cinecittà.

Affacciata alla finestra, ho visto costruire un palazzo dietro l’altro finchè è rimasto solo lo spazio di un cortile…..

Fortunatamente dall’altra parte della casa nessuno poteva rubarmi la vista della Porta Asinaria, del grande prato davanti la basilica, della bianca facciata.

 

120px-Porta_Asinaria_2948

 

Vedevo i fuochi d’artificio per la grande festa di San Giovanni, patrono di Roma, ho ascoltato i comizi di Togliatti e più tardi i concerti del 1° maggio e poi il fracasso delle scavatrici che aprivano la strada alla prima metropolitana….

Deve essere un destino…. Tornata a Firenze – dopo i tre anni senesi – mi ritrovo a spaziare dal balcone sulle colline di Scandicci, di San martino alla Palma…. E davanti il parco delle Cascine….

 

le cascine

 

Anche queste sono sparite dalla mia visuale…. E mi arriva forte il fracasso dei lavori della tramvia….

Per fortuna dalla finestra del salotto – anche se tra tetti e antenne – vedo ancora Monte Morello…..e questo non me lo leva nessuno…..

 

montemorello2

 

 

 

Blogger

 

 

AUSTRALIA

Addio alla nonnina dei blogger, Olivia Riley.

 

 

 

20080713_bloga-olive-riley

 

 

E’ morta a 108 anni, in Australia, la più anziana blogger del mondo.

Dalla casa di riposo dove viveva Olivia parlava via web con tante persone lontane, in America e in Russia.

Da febbraio dello scorso anno, aveva postato 70 racconti sul blog (che lei scherzosamente chiamava blob).

Nell’ultimo, del giugno scorso, diceva che non riusciva a mandare via “una brutta tosse”, ma era ancora capace di cantare ogni giorno una bella canzone e leggeva tutte le mail e i commenti che trovava al suo indirizzo.

La notizia è stata data dal pronipote e si è velocemente sparsa nel mondo tra le migliaia dei suoi lettori.

Pensando a lei mi viene come considerazione che tenere un blog fa bene…. Apre la strada alle amicizie e mantiene il cervello agile e vigile….

 

 

 

Africa

 

AFRICA

 

 

Mi hanno raccontato che avrei dovuto nascere in Africa. Mio padre avrebbe dovuto essere temporaneamente trasferito in Abissinia . La guerra ha reso impossibile il trasferimento ed io sono nata nella mia bella Roma.

Ma chissà cosa avevo sentito, protetta nel pancione di mamma, perché sono nata con un amore profondo per l’Africa , nonostante non ci sia mai stata, che è cresciuto con gli anni fino a diventare quasi nostalgia….

Poi la mia strada si è incrociata con quella di una associazione, i Bambini nel Deserto, e mi sono sentita “tra i miei”, un amore condiviso e fattivo.

Non posso pensare di partecipare ai viaggi , ma anche stare un po’ con loro all’ombra della tenda del “banchetto” …. come questo…

 

che bella, che bello

 

mi fa sentire un po’ più vicina a quei luoghi del cuore e mi permette di conoscere più a fondo la bellezza di quei popoli, la loro cultura, la loro vita  e – perché no – dare una mano perché vadano in porto le iniziative che sono in atto per cercare di rendere la loro vita meno dura…

Una delle cose che mi ha colpito per prima è la bellezza dei loro tessuti : ora sulla tavola del salotto c’è questo “bogolan”

 

 

bogolan1

 

 

Ed ecco un particolare del disegno

 

bogolan2

 

 

Grazie a Benedetta ho conosciuto questa particolarissima lavorazione e ve la faccio leggere ….

 

 

http://www.migliorarsi.it/bogolan.pdf