UNA SERATA SPECIALE (2)
Altra serata nello spazio verde di Boboli, nello stupendo prato delle colonne che da solo basterebbe come scenografia a questi splendidi eventi dell’estate fiorentina.
Giovedì 24 luglio, sotto la direzione del bravissimo Maestro Bruno Niccoli.
Quando sento parlare di “stato di grazia dell’autore” non posso fare a meno di pensare al primo brano di questa serata musicale: il Bolero di Ravel.
Concepito come musica da balletto, oramai viene proposto come brano concertistico, ma della danza spagnola mantiene il ritmo e il colore.
32 battute suddivise in due frasi: tutto qui.
Eppure nella sua iniziale lentezza e nel sussurro iniziale arriva ad altezze vertiginose, con il suo ripetere ossessivo che mano a mano arriva a dare la percezione fisica della musica.
L’inizio è un chiamarsi e rispondersi dai lati opposti dell’orchestra… fiati e poi ottoni, in una sequenza che diventa sempre più incalzante, poi l’entrata dei violini e poi di tutti gli strumenti ad arco.
L’unico strumento sempre presente è il tamburo che segna ritmicamente tutta la composizione.
Solo alla fine la musica cambia registro, alzando anche la tonalità e si conclude con un crescendo carico di sensualità.
http://www.youtube.com/watch?v=S2q-gWMAGjw
http://www.youtube.com/watch?v=MP3qwZxm7p4
Seconda parte della serata: i Carmina Burana di Carl Orff.
Entrano i due cori: dietro l’orchestra, su una specie di balcone il coro dei “grandi”. Contrariamente al solito uomini e donne sono divisi.
Di lato il piccolo coro delle voci bianche.
Completamente opposti alla sensualità della musica di Ravel, i Carmina Burana richiamano l’atmosfera quasi mistica dei canti latini medioevali. Alla loro nascita letteraria (che solo più tardi è stata rivestita delle note di Orff) si presentano come canti che si dividono in canti satirici, canti d’amore e canti che esaltano il vino e il gioco.
Il brano iniziale, che è il più famoso, “O Fortuna” dà immediatamente una sferzata di energia, sembrano note da tregenda, che fa venire la pelle d’oca.
Bellissimo il susseguirsi delle musiche, a volte è il solista (soprano, tenore e baritono) che dà l’avvio seguito dal coro, a volte sono uomini e donne che sembrano presi da un battibecco…
Il canto d’amore, a cui partecipa il coro dei bambini, è struggente e malinconico.
In chiusura torna O Fortuna, con le sue vibrazioni che entrano addosso e riempiono di emozione.
Sia per il Bolero che per i Carmina il pubblico è stato rispettosissimo, silenzioso e attento.
Perfino il vento che soffiava forte aveva smesso: anche lo stormire delle foglie sarebbe stato poco gradito.
Dopo i battimani, finiti i Carmina Burana, è iniziato il “battipiedi” che, su quella struttura in buona parte metallica, è risuonato come un tuono…… e così “gentilmente” richiesto c’è stato il bis del canto alla Fortuna.
Questo:
http://www.youtube.com/watch?v=v_Eya3_IqOQ
Vorrei essere stata anche io lì … di solito il "Oh Fortuna " è seguito da "Fortune plango vulnera " .. io trovo stupenda questa seconda parte 🙂
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