L’ESTATE DI SAN MARTINO
Una bella iniziativa fiorentina
San Martino era nato nel 315 d.C. a Salaria, in Pannonia, l’attuale Ungheria.
Figlio di un ufficiale romano fu costretto a diventare una guardia imperiale.
Un giorno d’inverno per la strada vide un povero infreddolito e, immediatamente prese il suo mantello e con un colpo di spada lo divise in due dandone una metà al povero.
All’istante il sole riprese la forza dell’estate.
Dopo questo fatto miracoloso Martino chiese il battesimo, si congedò dalla vita militare e fondò il primo Monastero d’Occidente.
Morì a Candes (Gallia) l’8 novembre del 397 d.C.
Così fu chiamato “estate di san martino” il periodo autunnale in cui, dopo le prime gelate, si verificano condizioni climatiche di bel tempo e aria tiepida.
Il gesto di San Martino ispirò il Maestro Brandimarte, artista fiorentino, che coniò uno scudo che rappresenta il santo mentre taglia il mantello.
Sotto è inciso il motto “Robore et virtute “ – virtù nel portare i soccorsi, forza per continuare sulla strada intrapresa.
Questo scudo è il simbolo dell’Istituto Scudi di San Martino, che nacque a Firenze nel 1983 per premiare gli atti di solidarietà umana (attraverso l’attribuzione degli scudi d’argento e di bronzo), indirizzata a tutti coloro che maggiormente si sono distinti in gesti di solidarietà umana, nel reperire generi di prima necessità da inviare ovunque si manifesti la necessità, in caso di calamità.
Quest’anno tra i premiati c’è l’ONG ONLUS Bambini nel deserto, che riceverà il riconoscimento per l’attività svolta a favore delle popolazioni del sahara e del sahel.
In questi giorni si aprono le botti per l’assaggio del vino novello che di solito viene abbinato alle bruciate (o castagne arrosto), accompagnate da una fetta di pane con l’olio nuovo…
…. Carducci, invece, ha visto questa giornata in cui si festeggia il santo, in un modo diverso…
San Martino
La nebbia agl’irti colli
piovviginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar:
ma per le vie del borgo dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor dei vini l’anime a rallegrar.
Gira sù ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando;
sta il cacciator fischiando su l’uscio a rimirar
tra le rossastre nubi stormi d’uccelli neri
com’esuli pensieri, nel vespero migrar.
( G.Carducci)
Ciao Fausta…mi sa che siamo insonni entrambi…
Molto bello questo post e molto bella l’iniziativa fiorentina di premiare chi si distingue…come San Martino…
Però, nessuno si chiama più Martino (forse Martina sì..)…e se "nomen omen…"…….
Serena e buona giornata!!…ciao…
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buongiorno cara Fausta, bella festa questa, mi è sempre piaciuta perche’ quando ero piccola, si mangiavano le prime castagne e il vino, a me il vino no, ma le castagne mi piacevano tanto.
adesso per esempio, in questa giornata, da quando sto a Roma, dicono anche che sia la festa dei cornuti, la cosa mi diverte molto ma credi che qualcuno di questi signori voglia palesarsi? ho i miei bravi dubbi, comunque festa a parte, tanti auguri a tutti i Martino e Martina e buone castagne a te cara!
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@Syn: non sono mai stata una dormigliona… ora mi bastano 3 o 4 ore al massimo…. poi lanotte, col suo silenzio, mi è molto congeniale!
Hai ragione, conosco due Martine ma non ho mai sentito parlare di Martino…. vero "omen nomen…"
@Nuccia: ma come! Nemmeno io bevo vino, al massimo un goccetto nell’acqua, ma il vino novello mi piace… canta in bocca, è pieno di allegria!!!!
Ti abbraccio..
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Sempre interessanti e belli i tuoi post: imparo tante cose, mi rilasso con i tuoi colori e m’illumino di poesie.
Un affettuoso abbraccio Fausta cara
Silvia
P.S. felice di averti anche di là 🙂
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Da ragazzi la cantavamo, con una musica che derivava dai preti della colonia. Io non ci andavo, ma mio fratello ed amici si. "La nebbia aglli irti…..e sotto il maestrale…". Perché ti racconto questo? Semplice. cantandola con glia altri ragazzi in piazza e nel campo sportivo..a 14 anni non mi rendevo conto che era una poesia. non conoscevo neppure Carducci: Alle medie, in una lezione di italiano, sentendo l’insegnante recitare "la nebbia agli irti.." esclamai: ma io la conosco….la canzone! ". Curioso, vero? Il mondo dei ragazzi. Ah, quanto mi manca! "Io, draiato sull’erba verde, fantastico piano sul mio passato, ma l’età all’improvviso disperde, cio’ che era… (da "lettere," di F. Guccini ). Giosue’ era un grande, l’"Estate di San martino" è una bella tradizione….e grande era Martino, nella sua carità Davvero un esempio da imitare. Grazie, fausta.
Marghian
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è sempre un piacere enorme leggerti! Poi concordo con syn, non si trovano più martino, ma di martina ne conosco qualcuna, l’ultima ha un’annetto circa. 🙂 bacioni Fausta !
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eh si…stasera abbiamo aperto il primo novello……quanti ricordi legati all’infanzia…l’estate di S.Martino la festeggiavamo a scuola….e chissa’ che ci sembrava…ah…fausta…che tempi!!!!…un abbraccio
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