Ripensando alla candelora mi è tornato in mente questo racconto letto a scuola….. tanti tanti anni fa….
CANDELORA
Nane Papa, con le mani grassocce appese alle falde del vecchio panama sformato, dice a Candelora:
– Non ti conviene. Dai retta a me, cara. Non ti conviene.
E Candelora, su le furie, gli grida:
– E che mi conviene allora? rimanere con te? crepare qua di rabbia, di schifo?
(Luigi Pirandello Novelle per un anno, a cura di Mario Costanzo, Premessa di Giovanni Macchia, I Meridiani vol. III, Arnoldo Mondadori editore, Milano1990)
Per leggere tutta la novella:
http://www.classicitaliani.it/pirandel/novelle/13_174.htm
ciao Fausta, conoscevo questa novella di Pirandello e da quando l’ho letta, ho sempre un po’ rimpianto di aver ascoltato mia madre che non aveva voluto che dessimo il suo nome a nessuna delle nipoti!l’ho comunque riletta da te la novella, come al solito con un piccolo stringimento al cuore sentendo questo nome, anzi leggendolo, perche’ dopo tanti anni l’ho trovo bellissimo. Oddio, mi piaceva lo stesso quello di mia madre, ma lo apprezzo molto più di come avrei dovuto fare prima.
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Hai ragione, tante volte i nomi ci sembrano strani… poi quando non c’è più la persona che lo portava ci accorgiamo che quel nome era bellissimo…perchè era il suo nome!!!
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Cara Fausta…è vero…quanto valore nei nomi…e quanto affetto…Mio fratello dopo molti anni di matrimonio e di tentativi falliti, ebbe finalmente la notizia che lui e la moglie avrebbero avuto una bambina. Presi dall’entusiasmo, dissero detto a mia madre che le avrebbero imposto il suo nome…Il fatto è che mia madre si chiama MARIA CLEOFE,che sarà stata pure la sorella della Madonna (figlia di secondo letto di Sant’Anna), ma, nel terzo millennio, non proprio facilissimo d portare. Dissi loro che erano stati troppo precipitosi…Infatti, dopo un po’ cambiarono idea…La bimba si chiama IRENE (pace)…e mia madre ci rimase male…E penso che, quando non ci sarà più (inevitabile, inutile prendersi in giro…), forse sene pentiranno…Non di non aver chiamato così la figlia, ma di aver illuso una nonna…Baci (io adoro Pirandello)(C’è un altro post sui genocidi dimenticati oggi…)
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Mentre a me la candelora non ricorda festeggiamenti particolari, non essendovi tradizione in famiglia di festeggiarla, sono rimasta sorpresa da un’amica francese, della Camargue, che ogni 2 febbraio prepara una crèpe e la fa saltare così in alto da raggiungere la cima dei pensili di cucina, dove resterà per un anno in segno di buon augurio. Una tradizione curiosa, seguita da preghiere e desideri da esprimere in silenzio.
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