sabbie mobili VI^

 
Questa la mia VI^ parte:
 

Mi sentii svenire…..

Quando ho riaperto gli occhi Blitz era accoccolato accanto a me…. Dovevo riordinare le idee…. Cosa era successo?

All’improvviso il ricordo…. La donna, il laghetto….

Dovevo essere caduta,  la testa mi faceva male e cadendo dovevo aver battuto la mano perché c’è una piccola ferita…

Mi sono alzata in fretta …. ma la donna non c’era più!

Guardavo il laghetto… le acque erano limpide e trasparenti…. Vedevo il fondale con alcune erbe che si muovevano lentamente con l’incresparsi dell’acqua per la leggera brezza…. Piccoli animali acquatici nuotavano a pelo dell’acqua: c’era un senso di quiete profonda in tutto questo….

Vicino al lago solo le impronte di Blitz…niente altro!

Mi sono seduta sull’erba ed ho preso la testa tra le mani. Solo allora, mentre chiudevo gli occhi mi è tornata in mente l’immagine della donna e si è sovrapposta all’immagine di un racconto che avevo sentito da bambina, quando i vecchi di quel piccolo paese si sedevano davanti al camino e raccontavano le storie un po’ paurose che parlavano di voci e di presenze strane….

Io, che da bambina passavo le vacanze di Natale a casa dei nonni in quel paesino, ascoltavo, affascinata e un po’ impaurita, e mi piaceva soprattutto la storia di una fanciulla che era stata abbandonata e si era uccisa gettandosi nelle acque del laghetto…

Crescendo avevo dimenticato tutte quelle ridicole storie, ma forse senza volere, la suggestione di quei luoghi, la malinconia che mi era venuta tornando in posti che avevo tanto amato ma che ora erano abbandonati mi aveva presa con forza.

Certo è stato tutto un sogno, dovevo aver inciampato in qualche ramo e la caduta mi aveva confuso la mente…. Lì non c’era nessuno…. Che senso poi il mio volto invecchiato… chi sarà stata quella fanciulla?

Ma via…. Sono una donna d’affari… concreta, realista…

Mi sono voltata per tornare a casa…..

Un guaito…

Blitz era fermo davanti al laghetto dove  l’acqua faceva dei piccoli cerchi come se qualcuno vi gettasse delle pietre…

L’ho chiamato e sono scappata via….

FINE

  1. fausta, dove lo posso leggere tuttosto raconto? ma lo avete scritto in gruppo? bello, ma mi sono persa qualcosa di sicuro, non mi torna qualcosaun bacio cara fammi sapere qualcosa

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  2. ciao fausta non vedevo l’ora di leggere il tuo finale del racconto è vermente bello e poetico sono contenta di aver trovato una collaboratrice che mi possa correggere scriviamo in due modi divesi ma tutte e due ci mettiamo l’anima e la dolcezza io un pò nervosa tu più tranquila ma le esperienze sono quelle che ti segnano nella vita e ognuno i noi anche se non è un romanzo autobiografico ci mette la propria anima e la propria esperienza negativa o positiva spero di farne ancora con te alla prossima ciao ci sentiamo

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  3. grazie fausta della tua visita come hai visto dalla foto anche io ora ho il gatto anzi ne ho due mi sarebbe piaciuto avere anche il cane ma lavorando ho poco tempo e poi non voglio sacrificarlo da ragazza ho sempre avuto animali mio padre e mia madre erano contadini che amavano gli nimali e noi ci siamo cesciuti insieme anzi a dire la verità io ci sono nata in una stalla come gesù bambino ma questa è un’altra storia ciao fausta dimenticavo se vuoi leggere il romanzo che abbiamo fatto a più mani devi cercare romanzo su blog bruno berti vedrai lo troverai buona giornata

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  4. Ciao!!!Provengo dal blog di Gabriella, e non volevo perdermi l’altro finale.Bello… le storie di fanciulle abbandonate mi commuovono sempre.Chiisà se poi era tornata ancora……peccato che tu non abbia guardato.Ma penso che non l’avrei fatto nemmeno io.Un saluto da Monica:-))

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