TRADIZIONI FIORENTINE: Lo scoppio del carro
Lo scoppio del carro – “I’ brindellone” – è la più antica tradizione popolare fiorentina, che risale al tempo delle crociate, 9 secoli fa.
Il mattino della domenica di Pasqua, verso le 8.30, si formano due cortei.
Uno parte da Palazzo Vecchio con le autorità e il gonfalone della città e raggiunge la chiesa dei ss. Apostoli dove sono conservate le pietre focaie, portate dal Santo Sepolcro dove Goffredo di Buglione le aveva donate a Pazzino de’ Pazzi come ringraziamento per il valore dimostrato. Con queste pietre il corteo prosegue verso il Battistero dove vengono consegnate all’Arcivescovo che le porta in Duomo dopo averle benedette.
L’altro è quello del Carro che, trainato da due vacche bianche, accompagnato da musicisti, sbandieratori e figuranti in abiti storici, parte dal piazzale di Porta a Prato, dove c’è la rimessa che lo protegge durante l’anno e dove viene preparato nelle settimane che precedono la Pasqua e – con un giro un po’ lungo (per farsi ammirare) – arriva nel piazzale antistante il Duomo.
Qui i buoi vengono staccati dal carro, cui viene legato un filo di ferro che lo collega all’interno della cattedrale.
Durante la S. Messa, al canto del Gloria, l’Arcivescovo accende i razzi della Colombina, la quale scorre lungo il cavo e percorrendo tutta la navata centrale, arriva al Carro; qui appicca il fuoco ai mortaretti sul carro e poi segue il percorso inverso tornando all’altare Maggiore.
Con un fragore assordante inizia l’accensione dei fuochi che erano stati posti sul Carro con molta accuratezza proprio perché il fuoco arrivi ad accendere successivamente tutti i piani di cui il carro è formato: sono più o meno 12 minuti di festa e di tensione perché se il volo si svolge senza intoppi, per Firenze si preannuncia un anno buono, altrimenti sarà tempo di “vacche magre”….
Come potete vedere l’evento è molto seguìto…..
che bello vedere come certe tradizioni stanno ancora a cuore, non si devono perdere, dei personaggi che citi, ricordo il Pazzino de’ Pazzi,(a parte Goffredo di Buglione) l’ho studiato a scuola e ricordo che mi sembrava assai strano come nome e per questo mi è rimasto nella mente.
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