Giochi

GIOCHI

 

 

Cercando fra le immagini mi è capitata questa

 

 

E’ stata come una molla che ha aperto di scatto il cassetto dei ricordi…

Quando  ero bambina non c’erano tanti giocattoli: io ero la felice proprietaria di una bambolina di celluloide e una più grandina di pezza – Stellina (ora sarebbe di moda….) – più o meno come queste:

 

 

 

Avevo pentolini e un servizio di piatti e tazzine di porcellana, un caleidoscopio, una bella scatola di matite colorate e una corda per saltare

 

 

e tanta fantasia……

 

Ah! Dimenticavo… avevo anche una cosa che mi invidiavano in tanti: il teatrino delle ombre cinesi. L’aveva costruito papà con due fogli di carta oleata incollati in due cornici di cartone attaccate in cima e in fondo. Tra i due fogli – che rimanevano staccati, facevo passare delle figurine che avevo ritagliato nel cartoncino e con queste inventavo storie e commedie…… io ero “il burattinaio” e purtroppo quasi sempre anche il pubblico perché le mie sorelle avevano da studiare…

 

 

Invece, quando andavamo ai giardini e trovavo delle amichette, potevamo giocare appunto a campana: bastava avere un pezzetto di selciato, un sasso che potesse fare da gesso (funzionavano bene i pezzi di mattone rosso) e un sassolino piatto.

Il primo giro era facile: si tirava il sasso sull’uno, bisognava raccogliere il sasso stando su un piede solo e poi si saltava nella campana facendo attenzione a non pestare le righe… e così via di numero in numero.

Il difficile arrivava dopo, quando si doveva fare lo stesso giro tenendo il sasso in bilico su due dita o quando si doveva fare lo stesso percorso senza guardare…… chi percorreva la campana doveva dire ad ogni passo “sarà” e le amiche rispondevano “A”, ma se sbagliava era un coro di “U” e toccava ricominciare da capo…..

Tanti giochi sono “immortali”, con piccole variazioni li vedo giocare ancora….

“Regina reginella, quanti passi mi darai per arrivare al tuo castello?”…e lì succedeva che se si trattava di una amica i passi erano “5 da leone”, ma se dovevi dirlo a qualcuno che non ti era simpatico arrivavano i “20 da formica”…..

… A Roma si giocava a nascondarella (a Firenze è nascondino….. non so dalle altre parti, mi piacerebbe saperlo). A Roma si fa “tana”…a Firenze “bomba”…Che soddisfazione arrivare a fare “tana libera tutti!!!”

 

 

Ma il gioco che mi piaceva di più lo trovavo al mare, allo stabilimento dove andavamo sempre a Ostia, anzi, per essere esatti, a Castelfusano.

Lì c’erano due altalene altissime, proprio come questa

 

 

e io, spirito solitario anche da bambina, ero capace di passare la mattinata intera a “volare”, spingendomi sempre più in alto fino all’altezza della sbarra superiore……un’emozione fantastica! Probabilmente è per questo che non ho mai vietato alla mia figlia minore le sue arrampicate sugli altissimi abeti di Santa Marta, dove ora c’è l’università di ingegneria…

Poi, d’inverno, c’era questo…

 

 

E qui mi fermo perché non credo ci sia una persona che non lo conosca……

 

 

  1. QUANTI RICORDI FAUSTA!!! È EMOZIONANTE VEDERE QUESTI GIOCATTOLI CHE I BAMBINI OGGI NON CONOSCONO QUANTA INGENUITÀ CHE INFANZIA TENERA…QUE BEL RICORDO……..GRAZIE ……UN FORTE ABBRACCIO……………………(((((…(((..(A CHE GIOCHIAMO OGGI AMICA?)))))

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  2. Vero lucetta….. ma ci sarebbero stati anche rubabandiera, la botta….. sarà per un’altra volta…..Fa bene ogni tanto riornare bambini…almeno nel cuore…. e non lo dico solo io!!!!!!

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  3. Che bello! ma lo sai che sono gli stessi giochi ai quali anche io giocavo e gli stessi con i quali si è divertita mia figlia, sono immortali ma soprattutto salutari…il patito per il monopoli è mio figlio piccolo, ora glielo hanno regalato anche in euro e ci tartassa …a casa fuggiamo tutti quando arriva con la scatola del monopoli perchè è lunghissimo come gioco, solitamente lo sfigato della domenica pomeriggio d’inverno è mio marito ..viene sempre incastrato dal nano figlio che mi ritrovo;))) pensa che meraviglia..prendo due piccioni con una fava e per mezzo pomeriggio io e mia figlia abbiamo massima libertà su pc e tv oppure possiamo scappare silenziosamente dalla vicina di casa per il caffè;)))))Ti abbraccio dolce Fausta—grazie per sto viaggetto nei ricordi…un bacione

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  4. Fausta ma facevamo gli stessi giochi! anche io adoravo la campana e tutti gli altri, a Reggio Calabria si chiama anche< ‘a mmucciuni> il nascondino, c’era anche quello che diceva" ho perso una pecorella, logiro e logia’, ho perso una pecorella logiro e travaglia’"naturalmente canticchiando il motivetto della canzone che qui non posso farti sentire, e poi si pagava un pegno per ogni pecorella ecc. ecc.monopoli ancora oggi mi diverte e mi incanta, amo ancora i giochi da tavolo e tutti quelli che impegnano la mente, quiz compresi, li adoro tutti.ciao bella sono passata attratta dalla parola "giochi" andro’ a dormire pensando a quelli

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  5. ciao cara, ho letto che hai problemi di emicrania, ti capisco, anche a me il caldo fa scoppiare la testa, spero che ti passi in fretta e che rinfreschi che non se ne puo’ piu’, da me oggi è piovuto proprio quando sono andata al mare e mi stavo godendo il bagno, è arrivata all’improvviso facendo scappare tutti di corsa, ma ora è un poco più fresco.Pazienza, "o la bambola o l’orologio" si dice al mio paese!un saluto cara e una buona domenica

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  6. Cara Fausta ci si divertiva con niente , ci inventavamo giochi che i bambini di oggi non immaginano nemmeno .Sono anni che non vedo una campana disegnata per terra e sono anni che non vedo nessuno giocare con la corda.Che bello questo tuo post…fa venir voglia di giocare!!

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