ciao collega ammazzasette :-)entro per curiosare tra i colleghi e…trovo questa splendida foto. E non è giusto che solo uno goda di tale bellezza!!!Sì, uno è troppo poco, ora siamo in due:-) ciao
e se prima eravamo in due, adesso siamo in tre a fare brillare gli occhi, ciao Fausta sono arrivata da un po’ e finalmente ho un pc a mia disposizione, che bello e come mi siete mancati tutti!Ma ti ho mai detto che da bambina mi mangiavo i fiori del glicine e una volta ne ho fatto un’indigestione? beata incoscienza eh?un abbraccio per te ciao bella, qui a Reggio fa ancora caldo, non come prima ma insomma……
ha ragione Carmen anch’io da ragazzina mangiavo il fiore del glicine ma non ho mai fatto indigestione.. sono fiori bellissimi e profumatissimi ma qui siamo in tanti ad ammirarli grazie per questa bella poesia buona giornata io ti stò aspettando per leggere e disegnare il tuo racconto ciao
Anche io mangiavo il glicine e i fiori del trifoglio…………. ho provato qualche tempo fa e non ho capito cosa ci trovavo di così meraviglioso…..Eppure per me erano il colmo della dolcezza….. la meraviglia dell’essere bambini!
Anche io!! Ma non sapevo che fosse "trifoglio". Un’erba….che chiamavamo "travullu"..trifoglio? Credo di si. Ciao…Fausta e Ciao Carmela. Ah, come "carla fracci della cucina"….te ne intendi. io credo che la poesia abbia un "senso traslato". La leggero’ meglio. Ciao.Marghian
Ohi Fausta :-))mi hai ricordato i racconti di mia mamma….lei diceva che avevano un pergolato grandissimo di glicini e li " mangiavano" veramente li succhiavano!!! diceva che erano gustosissimi e dolicissimi…..hem….io il coraggio di provarli nn l ho mai avuto….un abbraccio e un dolcissimo fine settimana ;.)Tiziana——-
…e questo vale per tutto…..
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ciao collega ammazzasette :-)entro per curiosare tra i colleghi e…trovo questa splendida foto. E non è giusto che solo uno goda di tale bellezza!!!Sì, uno è troppo poco, ora siamo in due:-) ciao
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e se prima eravamo in due, adesso siamo in tre a fare brillare gli occhi, ciao Fausta sono arrivata da un po’ e finalmente ho un pc a mia disposizione, che bello e come mi siete mancati tutti!Ma ti ho mai detto che da bambina mi mangiavo i fiori del glicine e una volta ne ho fatto un’indigestione? beata incoscienza eh?un abbraccio per te ciao bella, qui a Reggio fa ancora caldo, non come prima ma insomma……
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Anche io sono colpevole:DUn bacione, cara meravigliosa Fausta.
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ha ragione Carmen anch’io da ragazzina mangiavo il fiore del glicine ma non ho mai fatto indigestione.. sono fiori bellissimi e profumatissimi ma qui siamo in tanti ad ammirarli grazie per questa bella poesia buona giornata io ti stò aspettando per leggere e disegnare il tuo racconto ciao
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Anche io mangiavo il glicine e i fiori del trifoglio…………. ho provato qualche tempo fa e non ho capito cosa ci trovavo di così meraviglioso…..Eppure per me erano il colmo della dolcezza….. la meraviglia dell’essere bambini!
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Anche io!! Ma non sapevo che fosse "trifoglio". Un’erba….che chiamavamo "travullu"..trifoglio? Credo di si. Ciao…Fausta e Ciao Carmela. Ah, come "carla fracci della cucina"….te ne intendi. io credo che la poesia abbia un "senso traslato". La leggero’ meglio. Ciao.Marghian
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Ohi Fausta :-))mi hai ricordato i racconti di mia mamma….lei diceva che avevano un pergolato grandissimo di glicini e li " mangiavano" veramente li succhiavano!!! diceva che erano gustosissimi e dolicissimi…..hem….io il coraggio di provarli nn l ho mai avuto….un abbraccio e un dolcissimo fine settimana ;.)Tiziana——-
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