Jean Michel Folon
(Uccle, 1 marzo 1934 – Principato di Monaco 20 ottobre 2005)
Ho “incontrato” Jean Folon alla grande Mostra al Forte Belvedere, a Firenze, nel 2005, poco tempo prima della sua morte.
Vi erano esposti i suoi straordinari acquerelli e le sue sculture.

Girare nello splendore del Forte circondata dalla magia, dalla leggerezza, dalla vivacità dei colori, dalla fantasia delle sculture è stato come iniziare un viaggio nella sua terra e nel suo cuore, che mi ha fatto innamorare delle sue opere.

Deciso a percorrere la strada dell’arte, Folon aveva abbandonato il Belgio quando aveva appena 20 anni per andare a Parigi dove aveva conosciuto Picasso e i surrealisti, ma non vi aveva trovato successo. Lo trovò invece negli Stati Uniti dove cominciò a disegnare copertine per la rivista “New Yorker”.
Da allora gli si aprirono le porte di tutti i più importanti musei.

I protagonisti delle opere di Folon sono gli omini sottili e stilizzati, la nave, gli uccelli dalla tipica forma, le città blu o le chitarre, la mano, una mano sottile, elementi teneri e surreali che incantano per la delicatezza del tratto e il gusto dei colori.

La sua produzione copre un numero esteso di generi, dai manifesti pubblicitari ai film di animazione e ai francobolli, dall’illustrazione di libri al passaporto dei diritti umani che ha illustrato per Amnesty Intrnational, alla sua campagna di sensibilizzazione alla tutela dell’ambiente.

I suoi disegni sembrano impalpabili, leggeri….la sua scultura invece è più corposa: i suoi omini si trovano in varie parti del mondo. A Milano c’è "L’uomo sulla panchina"

A Firenze – a cui era legato profondamente – ha lasciato due delle sue sculture, due fontane: “L’omino con l’ombrello”, una figura in bronzo dal cui partono fili di acqua che formano proprio la cupola di un ombrello sotto la pioggia, che si trova davanti al Saschall

e “L’homme de la Paix”, con il tipico uccello sulla mano , ch si trova alla Fortezza da Basso.

Ma famosissimo è anche “La mer” che si trova a Knokke, dove da bambino passava le vacanze, un omino seduto davanti al mare che ad ogni marea lo copre o l’omino seduto sulla valigia, simbolo del “viaggio”…
Nel 2000, nel cuore del Parco Solvay, a La Hulpe, dove ha vissuto la sua infanzia, Folon ha creato la “fondazione Folon”, il museo che racchiude oltre 300 opere, in una cornice fantastica ed originale.
Ho trascorso qui la mia infanzia” aveva detto “e la scelta mi parve del tutto naturale. Ho sempre amato questo posto magico”. E stupisce e ammalia ciò che si cela al di là della porta che apre le stanze del museo
che rappresenta una copertina di libro: da lì inizia un viaggio…il viaggio che spesso ricorre nella sua opera…è come se Folon aprisse il libro della sua vita per raccontarsi pagina dopo pagina……
