Ossi di seppia

 

 

Ossi di seppia

 

So l’ora in cui la faccia più impassibile
è traversata da una cruda smorfia:
s’è svelata per poco una pena invisibile.
Ciò non vede la gente nell’affollato corso.
Voi, mie parole, tradite invano il morso
secreto, il vento che nel cuore soffia.
La piú vera ragione è di chi tace.
il canto che singhiozza è un canto di pace.

 

(Eugenio Montale)

 

 

 

Supermercato

 

SUPERMERCATO

 

 

Questa mattina sono andata a fare la spesa al Supermercato.

E’ un bel negozio, ben fornito, con carne e pesce fresco, una grande scelta di marche (ma sono buoni anche i prodotti col loro marchio…. e costano la metà) un’ottima libreria per grandi e bambini, dove di solito faccio la sosta più lunga……

Un reparto molto ben curato è quello delle piante e dei fiori….

Ci sono anche i mazzi già preparati, sempre fatti con gran gusto.

Stamani mi sono fermata a fotografarli perché i mazzi erano particolarmente belli…..

 

 

Il maestro e il crocifisso

UNA FAVOLA PER GLI ADULTI…..

 

“….Arrivò persino a togliere il crocifisso dalle pareti perché non doveva esserci neppure un simbolo che potesse far pensare ad una scuola confessionale”.

Questa decisione che scatenò un putiferio di polemiche è don Lorenzo Milani, il priore di Barbiana,

Sentir ora dire che il crocifisso identifica una tradizione nazionale come la nostra, che è cristiana, mi addolora profondamente. Per chi crede il crocifisso non sono i due legni ma l’uomo che è morto inchiodato su di essi…..e non è una tradizione…..

L’approdo della laicità è una delle grandi scelte del concilio Vaticano II, quella laicità è per tutti il collante decisivo di una società nella quale sono chiamati a vivere ed a costruire il futuro donne ed uomini diversi per colore della pelle, religione, cultura ma uguali per un dato essenziale, l’essere persone, con diritti, doveri, dignità, ansia di giustizia e di promozione.

Così quando nelle note della mia amica Suny ho letto questa “favola” l’ho riproposta subito perché con tanto garbo chiarisce l’idea….

 

 

 

.IL MAESTRO E IL CROCIFISSO

 

C’era una volta una scuola.
Nella scuola c’era una sola classe.
Nella classe c’era un solo maestro.
Nella scuola non c’erano alunni, la classe era vuota e il maestro era sempre solo.
L’uomo era diventato molto triste poiché un maestro senza alunni è come un poeta senza amore.
Proprio nel momento in cui stava per abbandonare la scuola e cercare un altro lavoro, arrivò in classe il primo alunno.
“Benvenuto”, disse l’insegnante. “Come ti chiami?”
“Il mio nome è Mario”, rispose il bambino.
“Di che religione sei?” domandò il maestro.
“Sono cattolico”, rispose il piccolo.
Allora l’uomo, pensando di fare un piacere a Mario, l’indomani gli fece trovare un crocifisso sulla parete alle proprie spalle:
Il bambino era tutto preso a fare un disegno e non sembrò affatto più felice del giorno precedente, tuttavia il maestro si disse che comunque aveva avuto una buona idea.
Poco tempo dopo arrivò in classe una bambina.

Come ti chiami?” chiese il maestro.
“Il mio nome è Myriam”, disse la piccola.
“Di che religione sei?” domandò l’insegnante.
“Sono ebrea”, rispose lei.
Allora l’uomo, per non fare un torto a quest’ultima, l’indomani sistemò accanto al crocifisso la Stella di David:
Pure Muhammad, intento a colorare un foglio, non sembrò gioire della cosa come il maestro si aspettava, ma questi si disse che magari avrebbe gradito più avanti.
Col tempo arrivarono altri alunni, ognuno di una religione diversa, ma tutti ugualmente amavano disegnare e colorare.
C’era un bambino buddista, uno induista, uno taoista e molti altri ancora.
Ognuno dichiarò di seguire un credo diverso da quello degli altri.
La parete nel frattempo era già piena e il maestro non sapeva come fare per essere equo e rispettare tutti gli alunni.
L’uomo era molto preoccupato e in quel momento si ricordò dei giorni in cui era tanto triste, perché era solo e la classe era vuota.
All’indomani i bambini entrarono in classe e trovarono la parete vuota
Il maestro si aspettò che gli alunni se ne accorgessero e gliene chiedessero conto, ma nessuno all’inizio sembrò dare importanza alla cosa.
Dopo qualche minuto uno di loro richiamò l’attenzione dell’uomo con la manina alzata: “Maestro…”
“Sì?” fece quest’ultimo.
“Posso attaccare il mio disegno sul muro dietro di lei?” chiese il piccolo.
“Anch’io!” esclamò una bimba.
“Pure io!” gridò un’altra.
“Anche io voglio attaccare il mio disegno!” strillò un altro ancora e così tutti gli altri.
E fu così che il maestro scoprì che era molto meglio ricoprire la parete con i sogni dei bambini, che con i bisogni dei grandi…

 

Voglia di vivere

 

Voglia di vivere

 

Passando per il giardino, mentre tornavo dalla spesa, mi ha colpito questa piantina che usciva dalla sbarra del parcheggio delle biciclette:

 

 

Mi sembrava impossibile che uscisse così dal metallo perciò ho guardato dall’altra parte per vedere se per caso la piantina si fosse arrampicata lungo la sbarra ma niente….. era proprio vero….

 

 

Mi ha fatto una tenerezza infinita….. come è grande la voglia di vivere, che cose meravigliose ci fa vedere la natura!

Ancora non si è stancata degli uomini nonostante sia così maltrattata…..

 

 

 

Fra Martino

 

San Martino

 

 

Certo…e anche oggi, 11 novembre – San Martino di Tours, come quasi ogni anno, è stata una bella giornata di sole…..

 

Non volevo terminare questo giorno senza un saluto a questo santo che amo molto, il suo “dividere il mantello col povero” lo sento come un gesto di comprensione, di antirazzismo, di condivisione….

 

Così lascio la mia buonanotte con questa splendida versione di “Fra Martino campanaro”, una cantilena che penso tutti abbiamo cantato…..

 

imitazione

 

Camminando, sulle foglie cadute dagli alberi…….

 

XXXV – IMITAZIONE

 

 

Lungi dal proprio ramo,
Povera foglia frale,
Dove vai tu? – Dal faggio
Là dov’io nacqui, mi divise il vento.
Esso, tornando, a volo
Dal bosco alla campagna,
Dalla valle mi porta alla montagna.
Seco perpetuamente
Vo pellegrina, e tutto l’altro ignoro.
Vo dove ogni altra cosa,
Dove naturalmente
Va la foglia di rosa,
E la foglia d’alloro

 

(Giacomo Leopardi – dai Canti)

 

 

I sepolcri

 

Anche se questo carme è molto bello, mi ha fatto tanto impazzire quando l’ho dovuto imparare tutto a memoria… infatti ne ho sempre ricordato solo questi versi e quelli che parlano di Firenze….

Mi è tornata alla mente oggi…

 

I SEPOLCRI

Di Ugo Foscolo

 

All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne      

confortate di pianto è forse il sonno

della morte men duro?  

Ove più il sole

per me alla terra non fecondi questa

bella d’erbe famiglia e di animali,                         

e quando vaghe di lusinghe innanzi

a me non danzeran l’ore future,                                        

né da te, dolce amico, udrò più il verso

e la mesta armonia che lo governa,           

né più nel cor mi parlerà lo spirto

delle vergini Muse e dell’amore,

unico spirto a mia vita raminga,                 

qual fia ristoro a’ di perduti un sasso        

che distingua le mie dalle infinite

ossa che in terra e in mar semina morte?

Vero è ben, Pindemonte! anche la Speme,   

ultima Dea, fugge i sepolcri; e involve

tutte cose l’oblìo nella sua notte;           

e una forza operosa le affatica

di moto in moto; e l’uomo e le sue tombe 

e l’estreme sembianze e le reliquie

della terra e del ciel traveste il tempo. 

     Ma perché pria del tempo a sé il mortale  

      invidierà l’illusîon che spento

      pur lo sofferma al limitar di Dite?

      Non vive ei forse anche sotterra,

      quando gli sarà muta l’armonia del giorno,

      se può destarla con soavi cure nella mente de’ suoi?

 Celeste è questa                

corrispondenza d’amorosi sensi,

celeste dote è negli umani; e spesso     

per lei si vive con l’amico estinto,

e l’estinto con noi,       

se pia la terra                  

che lo raccolse infante e lo nutriva,

nel suo grembo materno ultimo asilo   

porgendo, sacre le reliquie renda                       

dall’insultar de’ nembi e dal profano

piede del vulgo, e serbi un sasso il nome,

e di fiori odorata arbore amica

le ceneri di molle ombre consoli.      

Sol chi non lascia eredità d’affetti  

poca gioia ha dell’urna……………..

 

 

 

Alda Merini

 

ALDA MERINI

 

Milano, 1 nov. (Apcom) – La poetessa Alda Merini è morta questo pomeriggio all’ospedale San Paolo di Milano. Lo ha comunicato la stessa struttura ospedaliera. Alda Merini era nata nel capoluogo lombardo il 21 marzo del 1931 e nella sua vita aveva conosciuto la malattia mentale ed era stata anche internata. La sua poesia, visionaria ma anche sommessa, porta traccia della sua vita ed è considerata un’opera di prima grandezza nella letteratura italiana. Il decesso di Alda Merini si è verificato nel reparto di oncologia.

 

 

 

Nel suo sito si è presentata così:

 

(Sono una piccola ape furibonda.)

Mi piace cambiare di colore.

Mi piace cambiare di misura.

 

 

Uscirà alla fine del 2000 il film “Alda Merini – una donna sul palcoscenico”, girato nella sua casa, un documentario dove Alda mette a nudo la sua anima in un dialogo nel quale scopre  la sua poesia, il suo misticismo, il dolore del tempo passato in manicomio……

 

 

Vorrei riportare qui le sue poesie…

Ne inserisco due, secondo me particolarmente belle:

 

A tutte le donne

 

 

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso

sei un granello di colpa

anche agli occhi di Dio

malgrado le tue sante guerre

per l’emancipazione.

Spaccarono la tua bellezza

e rimane uno scheletro d’amore

che però grida ancora vendetta

e soltanto tu riesci

ancora a piangere,

poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,

poi ti volti e non sai ancora dire

e taci meravigliata

e allora diventi grande come la terra

 

 

 

Stendardi

 

 

Non siate solo stendardi

ma anche terra presente

Non siate solo musica

ma anche silenzio di perla.

Non perdete mai il contatto

del vostro cammino:

ricordatevi che il sangue si ferma

perché non vuole parlare.

 

Bambino
Bambino, se trovi l'aquilone della tua fantasia
legalo con l'intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventerà una pianta
che ti coprirà con le sue foglie.
Fa delle tue mani due bianche colombe
che portino la pace ovunque
e l'ordine delle cose.
Ma prima di imparare a scrivere
guardati nell'acqua del sentimento.