Il maestro e il crocifisso

UNA FAVOLA PER GLI ADULTI…..

 

“….Arrivò persino a togliere il crocifisso dalle pareti perché non doveva esserci neppure un simbolo che potesse far pensare ad una scuola confessionale”.

Questa decisione che scatenò un putiferio di polemiche è don Lorenzo Milani, il priore di Barbiana,

Sentir ora dire che il crocifisso identifica una tradizione nazionale come la nostra, che è cristiana, mi addolora profondamente. Per chi crede il crocifisso non sono i due legni ma l’uomo che è morto inchiodato su di essi…..e non è una tradizione…..

L’approdo della laicità è una delle grandi scelte del concilio Vaticano II, quella laicità è per tutti il collante decisivo di una società nella quale sono chiamati a vivere ed a costruire il futuro donne ed uomini diversi per colore della pelle, religione, cultura ma uguali per un dato essenziale, l’essere persone, con diritti, doveri, dignità, ansia di giustizia e di promozione.

Così quando nelle note della mia amica Suny ho letto questa “favola” l’ho riproposta subito perché con tanto garbo chiarisce l’idea….

 

 

 

.IL MAESTRO E IL CROCIFISSO

 

C’era una volta una scuola.
Nella scuola c’era una sola classe.
Nella classe c’era un solo maestro.
Nella scuola non c’erano alunni, la classe era vuota e il maestro era sempre solo.
L’uomo era diventato molto triste poiché un maestro senza alunni è come un poeta senza amore.
Proprio nel momento in cui stava per abbandonare la scuola e cercare un altro lavoro, arrivò in classe il primo alunno.
“Benvenuto”, disse l’insegnante. “Come ti chiami?”
“Il mio nome è Mario”, rispose il bambino.
“Di che religione sei?” domandò il maestro.
“Sono cattolico”, rispose il piccolo.
Allora l’uomo, pensando di fare un piacere a Mario, l’indomani gli fece trovare un crocifisso sulla parete alle proprie spalle:
Il bambino era tutto preso a fare un disegno e non sembrò affatto più felice del giorno precedente, tuttavia il maestro si disse che comunque aveva avuto una buona idea.
Poco tempo dopo arrivò in classe una bambina.

Come ti chiami?” chiese il maestro.
“Il mio nome è Myriam”, disse la piccola.
“Di che religione sei?” domandò l’insegnante.
“Sono ebrea”, rispose lei.
Allora l’uomo, per non fare un torto a quest’ultima, l’indomani sistemò accanto al crocifisso la Stella di David:
Pure Muhammad, intento a colorare un foglio, non sembrò gioire della cosa come il maestro si aspettava, ma questi si disse che magari avrebbe gradito più avanti.
Col tempo arrivarono altri alunni, ognuno di una religione diversa, ma tutti ugualmente amavano disegnare e colorare.
C’era un bambino buddista, uno induista, uno taoista e molti altri ancora.
Ognuno dichiarò di seguire un credo diverso da quello degli altri.
La parete nel frattempo era già piena e il maestro non sapeva come fare per essere equo e rispettare tutti gli alunni.
L’uomo era molto preoccupato e in quel momento si ricordò dei giorni in cui era tanto triste, perché era solo e la classe era vuota.
All’indomani i bambini entrarono in classe e trovarono la parete vuota
Il maestro si aspettò che gli alunni se ne accorgessero e gliene chiedessero conto, ma nessuno all’inizio sembrò dare importanza alla cosa.
Dopo qualche minuto uno di loro richiamò l’attenzione dell’uomo con la manina alzata: “Maestro…”
“Sì?” fece quest’ultimo.
“Posso attaccare il mio disegno sul muro dietro di lei?” chiese il piccolo.
“Anch’io!” esclamò una bimba.
“Pure io!” gridò un’altra.
“Anche io voglio attaccare il mio disegno!” strillò un altro ancora e così tutti gli altri.
E fu così che il maestro scoprì che era molto meglio ricoprire la parete con i sogni dei bambini, che con i bisogni dei grandi…

 

  1. Proprio come la penso io: invece, chissà perchè, molti nostri connazionali si stanno ergendo a baluardo di una situazione che non riguarda la religione, ma le stanze di edifici pubblici in cui sono esposti simboli religiosi di un solo culto. Eppure l’articolo 3 della Costituzione la dice chiara, circa l’eguaglianza di tutti davanti alla legge…Un bacio, carissima!

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  2. bella favola cara Fausta, chissa’, se la leggessero in Parlamento? Inostri ministri? La nostra Chiesa? E tutti quelli che stanno facendo di questo crocifisso una vera campagna elettorale facendo tanto parlare di qualcosa che si potrebbe risolvere con il rispetto per tutti e tutto?Ma allora don Milani, era comunista?Che direbbe se potesse tornare ai nostri giorni di tutto questo baccano demenziale?

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  3. Splendida favola Fausta.Sarebbe da far leggere a tutti quelli che si stracciano le vesti senza sapere il motivo.Perché questo mi ha dato un tremendo fastidio in questi giorni: il 90% delle persone che pretendono il Crocifisso nelle aule vanno in chiesa si e no a Natale e Pasqua.Forse anche con meno frequenza.Un abbraccio a te…Balente.

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  4. Sai Fausta cosa penso?Che sempre di più, si parli e si dia grande importanza a dove tira il vento…Stanno passando inosservato delle leggi che cambieranno il nostro approccio sulla salute, sulla scuola, leggi sulla privatizzazione dell’acqua….e ce la "menano" permettimi il termine, con il crocifisso.Secondo me una parte dell’attenzione dei media è pilotata da chi non ci vuol far parlare di sozzure ed imbrogli enormi.Spero molto di sbagliarmi ed essere contraddetta.Grazie per i tuoi passaggi da me, sempre dolci, sinceri. Ti sento vicina.

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