25 aprile

 

 

25 aprile – voglio ricordarlo così…….

 

ANGELITA

 

Ricordo quando mamma mi raccontò questa storia che di bocca in bocca, anche senza la presenza dei “media”, era arrivata da Anzio a Roma, suscitando una profonda commozione….

 

Il giorno dello sbarco ad Anzio delle truppe angloamericane, nel 1944, un soldato scozzese, insieme ad altri commilitoni, trovò sulla spiaggia una bambina – avrà avuto sì e no 5 anni – sola, disperata, piangente.

Cercarono i genitori, ma probabilmente erano morti durante i bombardamenti; il pianto della bimba  commosse quei  giovani che la presero con sé e le dettero il nome di Angelita – piccolo angelo.

Nelle manine strette a pugno teneva delle conchiglie, piene di sabbia.

La bimba fu affidata ad una crocerossina e stava superando il trauma che la paura le aveva provocato quando in uno dei bombardamenti morì, insieme alla sua “mamma” adottiva…..

Nel 1965 il gruppo dei Marcellos Ferial ricordarono questo avvenimento con una struggente canzone: “Angelita di Anzio”

 

 

La città di Anzio le dedicò un monumento in cui la bimba è felice tra i gabbiani…..

 

ALLE FRONDE DEI SALICI.- S. QUASIMODO
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo ?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.

 

 

 

 

NOI CHE CADEMMO -Giuseppe Bartoli

Fummo una zolla qualunque
al taglio del vecchio aratro
che il nuovo trattore ferisce
inpianto, sudore e lavoro
Ora ascoltiamo i sospiri
di neri e snelli cipressi
dipinti da soffi di sole
in chicchi di riso azzurrino
che l’acre piovasco flagella
Viviamo in bellezze di morte
fra pioppi inclinati sul rio
E siamo la gialla pannocchia
che nutre la fame del povero
che accende la fede nell’uomo
Siamo promessa di pace
che tesse tovaglie d’altare
e bianchi lini di sposa
per alta promessa di vita
…………………………………….
noi che cademmo a vent’anni
nel sogno sublime dei liberi.

 

 

 

 

PER UN PARTIGIANO CADUTO -Giovanni Capuzzo
Era nel buio l’ombra
a darti un volto,
o indistinta paura del domani?
Ma all’alba si partì,
cuore d’acciaio e muscoli di bronzo
sui campi seminati incontro a loro.
Battito breve di un’ala sul fossato:
una canzone ricoprì lo strappo
della tua carne, o mio fratello,
un canto lungo come il tuo cammino
per i sentieri chiari del futuro.

A darci luce il tuo sorriso valse,
quando la fronte sollevasti al sole,
per dirgli la tua pena e il tuo tormento.

Poi ricadesti: i fiori
sugli esili gambi pensierosi
bastarono a donarti una corona.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il destino del poeta

 

Il destino del poeta

 

 

 

Parole? Si, di aria
e nell’aria perdute.
Tu lascia che mi perda tra parole,
lasciami essere aria su labbra,
un soffio vagabondo senza sagoma,
breve aroma che l’aria fa svenire.

Anche la luce in se stessa si perde.

(Octavio Paz,)

 

 

 

Ciao Raimondo

 

CIAO RAIMONDO

 

 

ROMA, 15 aprile – È morto Raimondo Vianello. Con lui scompare una storica figura della tv italiana; con la moglie Sandra Mondaini è stato tra i protagonisti del piccolo schermo. Avrebbe compiuto 88 anni a maggio.

 

 

Questa la notizia, scarna, ma che arriva come un pugno nello stomaco. E’ vero, 87 anni sono tanti ma Raimondo è stato una di quelle persone di cui non pensi mai alla morte……

Non voglio scrivere della sua vita, per me è stato “la televisione”. Uno dei primi programmi che ho visto è stato”Un, due, tre” con Ugo Tognazzi…….. un concentrato di divertimento. Ho sempre avuto la sensazione che tante delle loro battute fossero improvvisate e che loro fossero i primi a divertirsi…….

Ho continuato a seguirlo sempre, perfino nei programmi di sport perché anche lì – dove altri si accapigliano anche con parole “fuori delle righe” – i suoi commenti risentivano sempre del suo humor e della sua educazione………..

Voglio ricordare la sua signorilità, la gentilezza con la quale entrava nelle nostre case, mai una parola volgare, mai una caduta di stile.

Voglio ricordare il suo humor elegante che ha regalato tanti momenti di serenità e allegria.

Voglio ricordare il suo saper dare, attraverso anche le scenette che potevano sembrare leggere, i veri valori della vita.

Voglio ricordare la sua simpatia, che l’ha fatto entrare nel cuore di tutti.

Un grande attore, una persona eccezionale

E in questo momento penso anche al dolore della coppia di filippini per i cui bambini era il “nonno” e soprattutto penso al dolore di Sandra per la quale questo distacco sarà veramente immenso..

 

 

Ciao Raimondo, quello che hai lasciato resterà per sempre……….

 

Cambio di stagione

 

CAMBIO DI STAGIONE

 

Mi vengono i brividi solo al pensarlo, ma bisognerà che prima o poi cominci a fare il cambio degli armadi.

Per ora, vista la stagione ballerina, ho ancora tutto mescolato ma così non è possibile andare avanti, finisco per non trovare più nulla.

Il guaio è che ogni volta che preparo una lavatrice comincia a piovere……….. finché si tratta del normale bucato non è un grosso problema….sistemo sullo stendino e prima o poi tutto si asciuga.

Ma, per esempio, i vari plaids che sono in giro per casa….quello che metto sul letto se faccio un riposino, o sulle gambe quando sono seduta al computer per evitare di congelarmi….o quello nel quale mio marito si “arrotola” quando è sul divano a guardare la tv…….. questi mi piace lavarli e metterli sui fili fuori al balcone – ben distesi – per asciugarsi al sole prima di essere riposti ……tutto quello che si asciuga al sole acquista un profumo particolare……

Fortunatamente ora si usano i piumini che sono leggerissimi….. se penso alle “coperte imbottite” della mia infanzia che pesavano tantissimo e…scaldavano poco….ripiegarle e metterle nel gran baule era un’impresa ardua, da fare almeno in due.

 

 

E ci sono i golfini, i pantaloni invernali….mamma mia quante cose!

Poi c’è da tirare giù la roba estiva che, per quanto ripiegata per benino, richiede sempre un “colpo di ferro”………

E le scarpe? Quando ero bambina era mio padre il “lustrascarpe”……… aveva una serie di spazzolini, spazzole più dure e spazzole morbidissime (quella del tocco finale)

 

 

 

e cere marroni e nere, o neutre….a seconda della scarpa. Si armava di santa pazienza e alla fine tutte le scarpe – lucidissime e riempite di carta da giornale ben stretta a tenerle in forma – ritrovavano ognuna la loro scatola e si sistemavano nel ripostiglio. Non ho la sua stessa costanza ma mi piace ugualmente vederle a posto e pronte per il riposo estivo……..

Avrei bisogno dell’energia di una volta ……. Mi ci vorrà un po’ più di tempo ma prima o poi riuscirò a sistemare tutto……

Stamani, mentre facevo la spesa, guardavo gli antitarme pensando a quale scegliere….. non mi piace l’odore che hanno, neppure quelli che dicono di non averne….

Accanto a me due signore parlavano proprio di questo ed una diceva all’altra che da qualche anno usava il metodo della sua nonna……… ci provo e lo passo anche a voi se vi può interessare: in un sacchetto o nel tulle dei confetti si mette un pezzetto di cannella, dei chiodi di garofano, dei grani di pepe ed una foglia di alloro, proprio come una bomboniera……..

 

 

Io non ricordo cosa metteva nonna negli armadi, però ricordo bene che era un piacere aprirli, così ordinati e profumati…….chissà che non ritrovi gli stessi profumi……