Forse il cuore

 

Forse il cuore

 

Sprofonderà l’odore acre dei tigli
nella notte di pioggia. Sarà vano
il tempo della gioia, la sua furia,
quel suo morso di fulmine che schianta.
Rimane appena aperta l’indolenza,
il ricordo d’un gesto, d’una sillaba,
ma come d’un volo lento d’uccelli
fra vapori di nebbia. E ancora attendi,
non so che cosa, mia sperduta: forse
un’ora che decida, che richiami
il principio o la fine: uguale sorte,
ormai. Qui nero il fumo degli incendi
secca ancora la gola. Se lo puoi,
dimentica quel sapore di zolfo
e la paura. Le parole ci stancano,
risalgono da un’acqua lapidata;
forse il cuore ci resta, forse il cuore…

(Salvatore Quasimodo)

 

 

I falchetti del Duomo

 

IL NIDO E’ VUOTO!

 

I falchetti sono ormai grandi.

 

Hanno cambiato la “livrea”, non più pulli piumosi ma giovani falchi dall’occhio vivo e la voglia di volare………..

 

Quando i falchetti prendono il piumaggio dell’adulto i genitori – Tessa e Giotto – gli danno il via

 

Ora volano liberi e maestosi nel cielo………..chissà dove li porterà il loro andare…

 

A Tessa e Giotto un saluto………… arrivederci all’anno prossimo!!!!

 

 

Il giardino odoroso

 

Alla scoperta di un

giardino tattile e profumato

che accenda la vista attraverso gli altri sensi

 

 

 

 

Un discorso a parte merita questo giardino – all’interno del grande giardino della scuola – che desideravo da tempo vedere e percorrere…..

Parte dal progetto “accendiamo il buio” che alcuni allievi dell’Istituto Nicolodi –  per non vedenti –  decidono di effettuare per colpire l’attenzione di coloro che vedono.

Una delle prime loro esperienze è stata la creazione di un bar, completamente al buio, in cui il vedente entra, ordina, mangia…… alla fine si accendono le luci e la persona vede le macchie sulla tovaglia, le briciole sparse ….. e arriva a rendersi conto delle difficoltà di chi non è solo in un locale con le luci spente, ma in questo buio deve vivere la sua vita….

 

Poi, proseguendo nella ricerca dei modi per permettere ai non vedenti di "conoscere" cioè di fare un’esperienza sensoriale del mondo che li circonda, prende il via il progetto del giardino, svolto da una classe V dell’Istituto,  a ridosso dell’Ottagono, una palazzina che nel 700 serviva da deposito dell’acqua.

 

 

 

 Entro in questo giardino, chiuso ai lati da muretti di mattoncini rossi e comincio a seguire il percorso su piccoli sentieri di cemento che lo tagliano a strisce formando aiuole coltivate a fiori e piante officinali profumate.

 

 

 

Il percorso è guidato da una corda-guida che permette al cieco una autonomia di cammino.

 

 

Mi lascio guidare dai profumi, anche se vedo la bellezza delle piante……ogni singola pianta ha un cartellino che ne dà il nome in lettere e in braille.

 

 

 

 

Gli ultimi sentieri hanno intorno piante meno conosciute e più strane al tatto, come il Kalanchoe che ha foglie grandi e carnose che danno una sensazione particolare o le foglie pelose del geranio odoroso.

Alla quarta striscia un rumore nuovo mi colpisce: è l’acqua di una vasca con zampilli che fa sentire la sua voce argentina.

Alcuni settori sono pieni di piante dai colori vistosi, destinati agli ipovedenti.

 

 

 

150 metri di grande suggestione….

 Al  termine del sentiero uno slargo con una panchina, dove ci si può fermare per godere ancora della musica dell’acqua e dei profumi che arrivano quando le piante vengono smosse dal vento o dal passaggio delle persone…

Una delle più belle passeggiate che abbia mai fatto!!!

 

 

 

Festa di primavera

 

UN POMERIGGIO di FESTA NELLA SCUOLA PIU’ VERDE DELLA CITTA’

 

Festa di primavera alla scuola d’Agraria

 

 

Sabato 22 maggio, presso l’Istituto tecnico e professionale Agrario di Firenze si è svolta l’annuale Festa della Primavera.

E’ una appuntamento che è iniziato 26 anni fa e che riunisce professori e alunni, ex alunni, genitori e personale ATA, per presentare alcuni dei progetti didattici e formativi svolti durante l’anno.

Per i fiorentini – che accorrono sempre numerosi – l’occasione per apprezzare il loro lavoro ma anche per godere della bellezza del giardino storico – un angolo di campagna toscana nel cuore di Firenze.

 

 

Hanno aperto la festa i “bandierai degli Uffizi” con tamburi e bandiere alzate al cielo.

 

 

Io sono arrivata un po’ prima delle 16 perché mi interessava assistere alle “Letture in Biblioteca”, un po’ per vedere questa importante Biblioteca intitolata a Cosimo Ridolfi – che è stato un importante politico ma soprattutto agronomo fiorentino che ha creato l’Istituto Agrario di Firenze -un po’ perché mi interessa tutto quello che è lettura…. e molto perché la bibliotecaria è una mia carissima amica e sapevo quanto amore e quanta dedizione aveva messo in questo progetto.

 

 

Nella splendida sala della biblioteca, tra i libri – di cui alcuni storici del 700

 

 

e fascicoli d’archivio…

 

 

alcuni ragazzi hanno letto testi da loro scelti, spiegando cosa li aveva spinti a quelle letture, quasi tutte “solide” – che spaziavano da Terzani a Meissner, da Licia Troisi a Tabucchi, da Ada Negri a Severn Suzuki, la tredicenne che ebbe il coraggio di parlare davanti alle Nazioni Unite dei suoi timori per la salvezza della terra.

Uno di questi giovani ha anche affrontato un argomento più tecnico – su “Energie e salute della terra” – dimostrazione dell’interesse che questi giovani hanno per il nostro pianeta.

 

Le letture erano inoltre accompagnate con molta delicatezza dalla chitarra classica di due loro compagni.

 

 

Anche se non erano molte le persone che hanno partecipato, c’è stata grande attenzione e un grande coinvolgimento…questi ragazzi sono stati proprio bravissimi!!!

 

Poi anche io come tutti…tantissimi…mi sono persa tra i mille sentieri del grande giardino, stupendo nella giornata di sole – a godere delle bellezze della natura….alberi immensi, secolari, fiori di tutti i generi e piante esotiche, statue e fontane piene di ninfee.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Erano presenti alcune associazioni fiorentine, tra le quali i gruppi della Croce Rossa e della Misericordia, varie Associazioni fiorentine, il Nucleo Acquatico Terranova Toscana con i loro magnifici cani

 

 

 

 

l’Associazione ACAT – contro l’alcoolismo che offriva delle gustose bibite a base di frutta (ho preso una di fragole e pesca….. con il caldo è stato un vero toccasana!!!) e tante altre…

 

Mi hanno colpito le teche dei serpenti, sono bellissimi!!!!

 

Ovviamente giravo con la mia macchina fotografica: c’era davvero tanto da fissare con le immagini, ma soprattutto è tanto quello che mi si è fissato negli occhi e nel cuore………

 

 

 

 

 

Alberi sacri d’Abruzzo

Albero, amico mio

 

Gli alberi sacri sono presenti in tutte le culture antiche. Gli alberi specifici variavano a seconda del luogo geografico, ma il significato magico e spirituale era condiviso dalle diverse culture. Il gesto di toccare legno, in segno di speranza o per attirare la fortuna, deriva da alcune credenze secondo cui era possibile comunicare con gli spiriti degli alberi.

 

 

Testimonianza

 

Accolgo ben volentieri la richiesta del signor Panuccio……..

Non c’è bisogno di aggiungere altro……basta leggere…….

 

 

TESTIMONIANZA di CITTADINO E PADRE di SARA PANUCCIO

Sono il padre di Sara Panuccio, una delle due ragazze scomparse a Ventotene il 20 aprile 2010, a causa della frana del costone di Cala Rossano.
È giunto il momento, anche se mi è di enorme difficoltà, di far conoscere il mio pensiero in merito alla vicenda che ha stravolto la vita della mia famiglia.
Mi è d’obbligo uscire dal silenzio doloroso dopo aver ascoltato parti di servizi televisivi standardizzati ed ai quali siamo abituati nel nostro vivere quotidiano.
Questa è la mia testimonianza, che spero sia intesa come cittadino comune ancor prima che come padre e non rivolta ad interessi personali.
Dopo aver appreso la notizia, siamo stati elitrasportati sull’ isola ed ancor prima di giungere abbiamo sorvolato la zona della tragedia.
Passato il momento più tragico della mia vita, quello di dover vedere mia figlia morta, e su questo non mi soffermo perché ognuno di voi può comprendere il dolore e lo stato d’animo, siamo stati caricati in varie automobili per giungere al centro del paese.
Il triste corteo è partito, ma mentre i genitori di Francesca son giunti a destinazione io ho fatto fermare l’ automobile in prossimità del luogo maledetto.
Disceso dalla vettura sono sceso in spiaggia tramite una scalinata d’accesso"INVITANTE" e mi sono avvicinato alla zona in quel momento sorvegliata e perimetrata dalle forze dell’ ordine come è prassi in questi casi.
Mi è stato permesso l’accesso.
Volevo vedere, toccare e maledire quella che fino a quel momento nella mia testa, grazie alle notizie giunte, era la ROCCIA che aveva tolto la vita a SARA e FRANCESCA.
Quando ho toccato i massi ho scoperto con gran stupore che era solo un insieme di TERRA che mi si è SBRICIOLATA nelle mani, non avevo mai conosciuto il TUFO prima di quel giorno o forse pur avendolo incontrato non mi ero mai posto il problema della sua fragilità.
A quel punto incurante dei richiami all’attenzione, al pericolo ( ho appena visto mia figlia morta, come potrei aver paura per me stesso ? ) ed al divieto dei Carabinieri ad avvicinarmi ancor più, son giunto fin sotto al costone, ho dato un paio di pugni neanche troppo violenti alla parete e la conseguenza è stata di farne cadere un’ altra piccola parte ( di questo gesto ci sono vari testimoni ), tra le urla e gli allarmi dei presenti (Attento, torni qui, si tolga, è pericoloso ).
Ho dato le spalle al costone cercando lo sguardo del mio amico Valerio e allontanandomi ho visto ormeggiate in acqua a pochi metri molte barche,  (solo successivamente ho saputo della presenza di un Circolo Velico ).
Ho rivolto attentamente lo sguardo al costone ed ho notato quanto segue:
1) NON vi era alcuna RETE di CONTENIMENTO sulla parete
2) NON c’era nessuna RESTRIZIONE ALL’ACCESSO FINO ALLE PARETI sia a destra
che a sinistra del punto della frana
3) NON vi era alcun CARTELLO che segnalasse il PERICOLO di possibili crolli
o di TENERSI A DISTANZA dalla parete
4) SOPRA il costone c’è la STRADA dove io mi son fermato con l’automobile e
di lì PASSANO MEZZI PESANTI quali camion e quindi il tufo già debole di suo
è soggetto a tremolio e sollecitazioni nocive alla stabilità della parete
5) La PARETE in più di un punto E’ CAVERNOSA e quindi non compatta.

Ed ora le mie RIFLESSIONI

L’ economia dell’isola di Ventotene ha i suoi maggiori INTROITI dal TURISMO SCOLASTICO, per il Lazio e per Roma in particolare è una delle destinazioni preferite per avvicinare i giovani alla conoscenza ed al rispetto della natura, comprendo quindi l’interesse dell’ AMMINISTRAZIONE LOCALE a far si che questo flusso non venga mai interrotto.
So che è stato dato INCARICO a GEOLOGI di periziare l’intero perimetro dell’ isola, e che già in tempi passati sono stati lanciati ALLARMI DA STUDIOSI ed anche da RESIDENTI di PERICOLO DI FRANOSITA’ in vari punti.
A tutt’oggi pare che dopo l’ultima RELAZIONE quasi tutti il perimetro sia stato dichiarato INAGIBILE o perlomeno messo in SICUREZZA ad eccezione di pochi punti tra i quali la Caletta in oggetto ( nelle cui vicinanze si fa anche ATTIVITA’VELICA e COMMERCIALE legata al turismo stesso ).
Oggi io domando che siano accertate le eventuali responsabilità o negligenze in relazione alla scomparsa di SARA e FRANCESCA.
Ho sentito usare da molti media la parola TRAGICA FATALITA’ e questo mi INDIGNA come cittadino oltre che come padre di Sara, LA FATALITA’ STA SOLO NEI NOMI E NEL NUMERO DELLE VITTIME, fosse successo in una domenica estiva sarebbe stata una STRAGE ( l’ ennesima in questo paese ).
La fatalità in italiano è il termine con cui si parla di un evento imprevedibile quale un incidente o un cataclisma naturale.
Viviamo in un paese nel quale si dovrebbe incominciare a PENSARE che ogni qualvolta accada una tragedia di questo tipo, che sia anche a mille chilometri di distanza, muoiono sempre e comunque i FIGLI NOSTRI, oltre alla solidarietà per le vittime e le loro famiglie far arrivare l’ indignazione a chi dovrebbe salvaguardare il cittadino ( per lo stato ed i governi di qualsiasi colore essi siano è il primo DOVERE ).
Bisogna farsi SENTINELLE del proprio territorio e denunciare ed ATTIVARSI affinché oltre all’ inevitabile non si perdano VITE inutilmente e colpevolmente, ( che le nostrecondotte non possano mai essere complici tramite il silenzio e nel conto mi ci metto anch’ io in prima persona).
Vi ringrazio di aver avuto la pazienza di leggere questo lungo scritto, ma la TV ha i suoi tempi brevi tra uno spot e l’altro e vi prego di condividerlo se lo riterrete giusto oltre che sul web nei vostri posti di lavoro od ovunque lo riteniate opportuno.

BRUNO PANUCCIO – 30 APRILE 2010

 

(Ventotene)

 

Vespri

 

Vespri

 

 

Uno dei doni delle ore serali

è il buio, velo di velluto tra il tuo sé

e l’arte bestiale del morire.

Le tue ginocchia, spalle, costole,

sono impresse dure nella pergamena della pelle.

Guardi il tuo cuore battere, tanto ti sei fatto fine.

 

Un altro dono è il sonno stordito, narcotico.

Interi giorni sgocciano adagio nelle vene,

cateteri barattano morfina col sollievo

dal dolore venefico e profondo come i sogni.

 

Stasera ti auguro: una candela spenta

con dolcezza, l’ultima pagina del tuo libro,

tutti i tuoi figli accanto. E possano le tue ossa

cantare, non più di dolore ma di rose.

(Moira Egan, da La seta della cravatta)