Suso Cecchi D’Amico

 
SUSO CECCHI D’AMICO
 
 
Un’altra grande che ci ha lasciato, in quest’anno che ha portato via tanti personaggi cari…..
Una persona gentile, raffinata e nello stesso tempo semplice, grande sceneggiatrice di grandi films, dal primo nel 1946 "Mio figlio professore" a Ladri di biciclette, a Bellissima con Anna Magnani, a Senso, fino all’ultimo del 2006 "Le rose del deserto"……
Ma io la voglio ricordare con quello che per me è uno dei film più belli che ho visto……più che un film …una poesia….
 
Miracolo a Milano
 
 
 

Buon compleanno, Franca!

 

BUON COMPLEANNO, FRANCA!!!

 

 

Alma Franca Maria Norsa è nata a Milano il 31 luglio 1920.

Ma chi è?

Una signora che a causa del suo amore per il poeta francese Paul Valéry, scelse come “cognome d’arte” Valeri – un mostro sacro del teatro italiano.

Sì, Franca Valeri, una donna che ho conosciuto da bambina, quando in casa nostra era la radio la compagna delle serate (ma per me spesso lo è ancora….)

La prima volta che l’ho sentita partecipava ad una trasmissione “Il rosso e il nero” con i suoi fantastici monologhi della signora Cesira.

L’ho seguita poi in teatro, “Il teatro dei Gobbi”, creato con Alberto Bonucci e Vittorio Caprioli (che poi è diventato suo marito), un teatro senza scenografie, scarno di effetti scenici ma denso di forte satira negli sketch, e nelle commedie, che molto spesso erano scritte da lei…

Poi iniziò la televisione e la signora Cesira si trasformò nella nevrotica signora milanese, la Signorina Snob.

Ma il personaggio che mi piace di più – forse perché è romano come me – è la Signora Cecioni, con i suoi bigodini enormi e la vestaglia stretta addosso, che parla continuamente al telefono con “mammà”……

Di lei mi piace l’uso raffinato e intelligente dell’ironia e la capacità dei suoi personaggi di far riflettere sui vizi e le virtù della società.

Ma c’è un’altra sua grande passione, meno conosciuta, quella per l’opera lirica e in generale la musica, passione nata da bambina quando il padre l’accompagnava al Teatro alla Scala a sentire Toscanini che dirigeva l’opera.

E questo amore – che è anche il mio – me l’ha fatta scoprire nel 1999 alla conduzione di un programma “Classiche Jockey”, dove abbinava ad ogni brano musicale una introduzione buffa, commentando col suo solito spirito satirico i vai personaggi delle opere liriche……..

La trasmissione è purtroppo finita nel 2003, ma lei continua ancora adesso a calcare le scene, oltre ad essere sceneggiatrice e regista di molte sue commedie ed è di pochi giorni fa il suo gustoso commento alla legge bavaglio……..

Per questo a lei che compie 90 anni va il mio affetto e il mio augurio grande.

 

AUGURI!!!!

 

 

 

 

 

 

Tiziano Terzani

 

TIZIANO TERZANI

 

Sei anni fa Tiziano Terzani ha lasciato il suo corpo ma non si è mai allontanato da noi. Il suo sorriso, la sua saggezza, il suo umorismo, la verità con cui ha affrontato il suo male sono sempre con noi.

Non ha mai voluto che venisse considerato un guru…….era un uomo che condivideva con altri la sua esperienza…..

………e oggi lo ricordo così…….

 
 
 
 

Un té con le farfalle

 

UN TE’ CON LE FARFALLE

 

Che ne direste se vi invitassi a prendere “un tè con le farfalle”?

 

Certo non vi porterò in un luogo fresco, come forse sperate…..magari in un boschetto dove tira una brezza frizzantina….

 

No, vi porto ai Tropici – anzi più esattamente – in un serra tropicale dove è ricostruito l’habitat delle splendide farfalle e falene che vivono soprattutto in Africa nelle zone tra l’Equatore e i Tropici, dove il caldo è forte (ma anche qui quest’anno non siamo da meno) e soprattutto l’umidità è vicina al 100%.

 

 

 

Ci dirigiamo in uno splendido giardino, il Giardino dell’Orticultura……

 

 

a Firenze in una zona chiamata Ponte Rosso…….., con un ingresso su via Bolognese che si affaccia su quelli che vengono chiamati gli “Orti del Parnaso”, dove spicca una grande fontana a forma di drago che segue la scalinata che copre il dislivello e dove è anche il “Giardino dei Giusti”. Questo giardino è un posto privilegiato dai fiorentini per vedere i “Fochi” che vengono lanciati proprio di fronte.

 

 

 

 

 

Siamo nel 1852 e l’Accademia dei Georgofili fu incaricata di creare un orto sperimentale. Fu chiamato anche l’architetto Giacomo Roster a creare una grande serra.

 

Dopo un periodo di grande splendore, l’inizio della guerra fece abbandonare il giardino che venne adibito a giardino pubblico. La seconda guerra mondiale finì per danneggiare la serra che versò per anni in uno stato di grave abbandono. Ultimamente però sono stati fatti numerosi lavori che hanno riportato la serra al suo antico splendore e nel giardino è ripresa la tradizione della Mostra dei Fiori del 1° maggio.

 

 

Ed eccoci arrivate…….

 

Davanti alla grande serra Liberty farfalle e fiori di legno, coloratissimi e coppie di personaggi – in abiti ottocenteschi – anche essi di legno……

 

 

Si entra attraversando due cortine di velo bianco che impediscono possibili fughe……

 

Sono con mia figlia. Ci avviciniamo subito al bar, due brocche di ottimo tè freddo, immerse nel ghiaccio, stanno aspettando………..La serra è bellissima all’interno: piante tropicali, orchidee di ogni genere, divanetti che circondano piccole aiuole e fontanelle zampillanti………….

 

 

Cominciamo a girare ……le aiuole sono tutte un fremito di ali……farfalle di ogni grandezza, di ogni colore, di mille razze diverse………alzo gli occhi ed è tutto un volo!

 

 

 

 

 

Le farfalle hanno due “facciate”, l’esterna e l’interna….così una farfalla marrone volando mostra le sue ali di un azzurro splendente, una che fuori sembra una foglia tanto da confondersi con il tronco su cui si è posata, all’interno mostra due strisce arancio………..una meraviglia!

 

 

 

 

L’emozione prende alla gola quando, leggere come piume, si vengono a posare sulla mano……..le zampette fanno un solletico lieve………non hanno paura eppure basterebbe un gesto più brusco per distruggerle……

 

 

Con Sabina siamo entrate alle 11 e – nonostante fossimo sudate come due fontane a causa dell’umidità che ci ha obbligato a continui passaggi dal bar per tè e acqua – si sono fatte le 15 senza che neppure ci accorgessimo del passare del tempo……..

Ci stacchiamo da quel luogo magico con fatica. Tra l’altro la presenza di biologi ci ha permesso di imparare molte cose su questo popolo etereo e leggiadro…….

 

Allora, se vi invitassi a prendere un Tè con le farfalle verreste?

 

 

 

 

L’allodola

 

L’allodola

 

Dopo il bacio – dall’ombra degli olmi

sulla strada uscivamo

per ritornare:

sorridevamo al domani

come bimbi tranquilli.

Le nostre mani

congiunte

componevano una tenace

conchiglia

che custodiva

la pace.

Ed io ero piana

quasi tu fossi un santo

che placa la vana

tempesta e cammina sul lago.

Io ero un immenso

cielo d’estate

all’alba

su sconfinate

distese di grano.

E il mio cuore

una trillante allodola

che misurava

la serenità.

 

(Antonia Pozzi)

 

 

Intiraymy

 

INTIRAYMY

 

 

 

 

Questo pomeriggio ho partecipato all’Intiraymy. La festa del solstizio del calendario Inca Tawantisuyu.

Intiraymy (in quechua la festa del sole) è una cerimonia religiosa incaica che segna il solstizio d’inverno sulle Ande ed è celebrata il 24 giugno vicino a Cuzco.

Ora questo popolo straordinario, che nutre un profondo attaccamento ed un profondo rispetto per la Madre Terra – Pachamama – ha sentito l’urgenza di portare un messaggio al mondo perché impari ad amare e rispettare la terra che ci ospita e che ci dà gratuitamente tutto quello di cui abbiamo bisogno…….

Uno di loro, Inti, un nativo peruviano dagli occhi penetranti ed una calma infinita nei gesti anche più semplici che in lui diventano solenni, ha condiviso con un gruppo di damanhuriani ed alcuni amici (tra cui una mia amica ed io) le tradizioni del suo popolo

Nella grande sala, tutti seduti in terra a formare un cerchio…..con un “baffo” di tre persone (tra cui io) a cui la schiena non permetteva questa posizione – che ho sempre amato tanto – che hanno condiviso una panca……..

Inti ha spiegato davanti a sé un tappetino e con calma, zufolando piano piano una specie di nenia, vi ha posto vari oggetti che tirava fuori da una borsa di tela: foglie e bastoncini di un albero sacro, che dicono conservare tutto quello che avviene nel mondo e sono capaci di rispondere a chi vuole mettersi all’ascolto di quello che dice Pachamama, un bicchiere d’acqua, tre biglie di grandezza diversa (da lontano mi sono sembrate di marmo) una verde, una bianca ed una giallina a simboleggiare la terra, il sole e la luna. Si è fatto portare una candela accesa e con questa ha dato fuoco alle foglie e ai bastoncini  posandoli poi in un piccolo braciere.

Ha chinato la testa ed ha recitato sottovoce una bellissima preghiera al Grande Spirito. Anche se era detta in peruviano…simile allo spagnolo…era comprensibile, profonda, bellissima……

Poi con un soffio ha spento il fuoco e, sventolando con una piuma, ha lasciato che il vapore ed il profumo si spandessero intorno……

“Questa è la terra e sta dicendo che vi vuole conoscere” ha detto “ora presentatevi, parlate con lei, ditele quello che pensate…….” E uno per uno, con calma, abbiamo detto il nostro nome ed una considerazione, così come veniva dal cuore…..

Le voci basse, quiete, nessuno sentiva il bisogno di parlare forte, forse neppure di farsi ascoltare dagli altri perché era una connessione intima con la terra madre………

Poi, con un italiano stentato che lo obbligava a momenti di pausa per cercare una parola, ma forse anche perché era un discorso che non doveva arrivare al cervello – che dimentica subito – ma al profondo, ha cominciato a far capire, con vari esempi, quanto l’uomo fa del male alla terra e quanto siamo tutti coinvolti in questo male, ma ha detto anche che le porte degli elementi si stanno aprendo al cambiamento, che la forza degli elementi che costituiscono l’universo è immensa e che è solo colpa degli uomini che mettono loro gabbie intorno per la smania di possedere, ad impedire che tutti ne possano usufruire……..

Pensavo agli sconvolgimenti ultimi, a questa terra che si sta ribellando, a chi vuole privatizzare l’acqua……..e a questo popolo che da centinaia di anni sta proclamando il suo amore per la terra e sta mettendo in guardia l’uomo dai mali che provoca……… quanta verità nella loro voce inascoltata!

Ha parlato dell’uomo che deve rimettersi in ascolto della terra, ritrovare il contatto con lei che è la nostra vita…

Ha parlato del rispetto che il suo popolo ha per la donna che è l’unica ad avere dentro di sé i 4 elementi che fondano la terra mentre l’uomo è ancora in cammino e ancora deve raggiungerli…..

L’attenzione di tutti era magicamente catturata, si percepiva chiaramente l’emozione, l’attenzione e l’ascolto di tutti…….

La candela accanto a lui era ridotta ad un piccolo mozzicone quando ha abbassato la testa ed è rimasto per un po’ in silenzio……..nel silenzio intorno…..

Per me si era fatto tardi e sono dovuta scappare, con un po’ di dispiacere perché cominciava lo spazio per le domande e mi sarebbe piaciuto ascoltare …….ma tant’è….avevo già abbastanza dentro per riflettere………anche se Inti ha detto che per il suo popolo il “pensare” è un gioco della mente, anche inutile……..l’essenziale è “agire” – ricordando quante tavole rotonde, quanti incontri vengono fatti dove si dicono tante bellissime parole che durano il tempo di tornare a casa……..poi si accende la TV e volano via…….

Pensare che prima di uscire, nel forno che è Firenze il pomeriggio, ero stata tanto in dubbio se rimanere a casa………..