Ieri è terminata la settimana del volontariato.
Questa mattina da un libro è caduta una foto….. una coincidenza?
Mi ha fatto ricordare un periodo molto bello della mia vita, giorni e persone che mi hanno dato tanto, che mi hanno fatto crescere – nonostante avessi un marito e due figlie già grandi…..
Verso il 1985, una mattina la settimana, salivo fino in via dei Cappucini, sulla collina di Montughi…..una bella passeggiata nonostante la ripida salita finale…..ma allora non avevo problemi, preferivo fare tutta la strada a piedi piuttosto che prendere due autobus…..
Quasi in cima alla collina c’è la Piccola Casa della Divina Provvidenza, il nome che hanno le case del Cottolengo.
Chinarsi sulla sofferenza dell’uomo è un principio fondamentale dello stile di servizio attuato da Cottolengo. Farsi solidale con l’altro con una concreta condivisione, mossa da una solidarietà che si fa carico dell’uomo perché esso ha in sé la dignità di essere creato a immagine e somiglianza di Dio.
Anche la persona più gravemente disabile è considerata nella sua dignità e viene aiutata a scoprire il proprio valore, si respira con loro uno spirito di famiglia, di gratuità, di condivisione.
Ho imparato, insieme alle “bimbe” ed alle suore – splendide persone – che si può sempre dare un senso alla propria esistenza, che si può costruire sull’amore, sull’amicizia, sulla speranza….
Fra i tanti ricordi ce ne è uno che mi è rimasto nel cuore perchè mi ha fatto riflettere tanto.
C’era una delle ospiti, Maria, che camminava sempre, a passo veloce, non riusciva proprio a stare ferma…..per lei era una tortura il momento del pasto anche se – brontolando – stava seduta il tempo indispensabile per mangiare.
Una mattina, scendendo dal letto, Maria si ruppe il femore. La diagnosi per lei: 40 giorni immobile a letto sperando che l’osso riscisse a rimarginarsi. Ce l’avrebbe fatta?
Maria ce la fece, coccolata e viziata per farla stare tranquilla, anche se ogni tanto cercava di girarsi nel letto. Passati i 40 giorni il dottore disse che per scrupolo era meglio per lei stare ancora qualche giorno a letto mentre si organizzava la necessaria terapia che avrebbe dovuto fare nella speranza che potesse riprendere un po’ di movimento…..almeno 15 giorni, se non un mese la sua previsione per ricominciare a camminare. Comunque era guarita!
Maria ascoltava il dottore e sorrideva, un sorriso sornione il suo…..
Appena il dottore andò via, senza tanti complimenti Maria scese dal letto e ricominciò la sua frenetica camminata, con un sorriso trionfante!!!!
Il suo desiderio era stato più forte di qualunque dolore!
che bello qui , che bella atmosfera
ciao da isa
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Grazie! un sorriso!
Vengo a trovarti a “casa tua” su blogspot ….
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la volontà , spesso , vince il dolore!
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Ti voglio bene, princy! 🙂
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Oggi è uno di quei giorni in cui faccio fatica a sorridere, a trovare un senso a tante cose che accadono fuori e dentro di me….. Leggendo questo tuo post ho ritrovato……il senso della vita che conosco bene ma…..a volte sembra quasi che lo dimentichi. Grazie. Buona festa dell’Immacolata.
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ciao cara Fausta bellissima foto e stupendo il tuo post è un periodo in cui tutto è cupo, buio, cattivo ma forse perchè non sappiamo vedere altrove come stai facendo tu basterebbe trovare un giorno al mese da trascorrere con chi ha veramente necessità e scopriremmo che l’aiuto sono queste persone a donarcelo e ne avremmo tanto bisogno un abbraccio sincero e un augurio di un buon 8 dicembre
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la testa fa’tutto o quasi…hai ragione..penso a mia zia …con la volonta’ha camminato quasi da sola fino alla fine 95 anni perche’lo voleva a tutti i costi..grande esempio di tenacia e volonta’…ti abbraccio cara!!!
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Già e questi si prendono pure i soldi che noi devolviamo al volontariato, unico Welfare italiano, di ‘sti tempi.
Ciao Fausta
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