1° aprile

Quando ero giovane il 1° aprile era una giornata di scherzi…. più che altro bisognava guardarsi le spalle perchè come niente ci si ritrovava con qualche pesciolino di carta attaccato dove capitava….golf, gonna, cappotto….

In classe, invece, l’attenzione andava posta sul cancellino della lavagna, quello che si faceva con una striscia di feltro arrotolata. Ovviamente era sempre pieno di polvere di gesso, nonostante ogni tanto si cercasse di scuoterlo, e lasciava dei bei segni bianchi e rotondi sui grembiuli neri…….. perchè anche alle superiori le ragazze indossavano il grembiule (di solito era una vestaglina….ma non mi sembra che abbia stravolto le nostre vite…..)

Ora non vedo più quella semplicità, gli scherzi sono diversi e spesso pesanti…..

Nonostante tutto a me piace ancora augurare a tutti un buon 1° aprile…..

Giornata mondiale dell’acqua

E nel secondo giorno si ruppero le acque
  per fare posto al cielo.
  L’universo era liquido, fu diviso in due,
  un sopra e un sotto di acque,
  col firmamento in mezzo.
  L’ossigeno si sciolse dalla doppia mandata dell’idrogeno,
  nella nebbia si mischiò all’azoto e si dischiuse
  in gas dell’aria, in sostanza di cieli.
  Le acque si ammassarono in recinti,
  venne a vista l’asciutto e fu chiamato terra.
  E su di essa l’albero
  s’abbevera, galleggia, e brucia quanto un uomo.
  E sulla terra nuvole, ghiacci, nevi, arcobaleni, stagni,
  paludi, laghi, pozzi, cisterne, canali, vasche, invasi,
  fonti, torrenti, terme, e preghiere a benedire l’acqua.

(da Opera sull’Acqua e altre poesie, di Erri De Luca)

Buon compleanno Italia!

150 anni:  quanta sofferenza, quanto eroismo, quanto coraggio per conquistare la sua Unità!

La nostra Italia….a volte li porta bene i suoi 150 anni, a volte ne sente la stanchezza, ma c’è ancora la voglia di sentirsi uniti, di sentirsi Paese., di sapersi Patria!

Nonostante tutte le polemiche e le sterili prese di posizione, le piazze piene stasera – anche sotto la pioggia – dimostrano che l’Italia c’è, che vuole far sentire la sua voce, che sventola alta la sua bandiera, che (forse…speriamo) ha imparato a cantare il suo Inno alzandosi in piedi, con la mano sul cuore……..

Allora vai Italia, ritrova la tua forza, il tuo cuore!

Ama

 

 Ama

saluta la gente

dona

perdona

ama ancora e saluta.

 

Dai la mano

aiuta

comprendi

dimentica

e ricorda

solo il bene.

 

E del bene degli altri

godi e fai godere.

 

Godi del nulla che hai

del poco che basta

giorno dopo giorno:

e pure quel poco

–se necessario-

dividi.

 

E vai, vai leggero

dietro il vento

e il sole

e canta.

vai di paese in paese

e saluta tutti

il nero, l’olivastro

e perfino il bianco.

 

Canta il sogno

del mondo

che tutti i paesi

si contendano

di averti generato.

(David Maria Turoldo)

Quaresima

 “Hai dimenticato il tuo amore di un tempo

Ravvediti e torna alle opere di prima

All’amore di prima…”

(liberamente interpretato da Ap 2,4)

Un tempo per ritrovarci nel silenzio e nella gioia.

Un tempo per lasciarsi amare.

8 marzo – giornata della donna

Il 19 marzo 1911 il Segretariato internazionale delle donne socialiste decise che l’8 marzo di ogni anno la giornata sarebbe stata dedicata alle donne.

Non mi è mai piaciuto “festeggiare” questo giorno…ritengo che ogni giorno che Dio manda in terra sia una “giornata delle donne”, ma visto che questo è l’anno dei centenari, faccio a tutte le mie amiche donne un omaggio speciale.

L’ho trovato, come per tante altre occasioni, nelle poesie di Alda Merini

INNO ALLA DONNA

 

Stupenda

immacolata fortuna

per te tutte le creature del

regno

si sono aperte

e tu sei diventata la regina

delle nostre ombre

per te gli uomini

hanno preso

innumerevoli voli

creato l’alveare del

pensiero

per te donna è sorto

il mormorio dell’acqua

unica grazia

e tremi per i tuoi

incantesimi

che sono nelle tue mani

e tu hai un sogno

per ogni estate

un figlio per ogni pianto

un sospetto d’amore

per ogni capello

ora sei donna  tutto un

perdono

e così come vi abita

il pensiero divino

fiorirà in segreto

attorniato

dalla tua grazia.

 

Alda Merini

 

Carnevale a Novoli

“Sabato grasso”….e ancora una volta il mio quartiere – Novoli – è in festa..

Una giornata per uscire dalle case e ritrovarsi tutti insieme, nonni, figli e nipoti, tanti banchetti colorati, i carri – semplici, non si vuol fare concorrenza a Viareggio ma solo far divertire i bambini 

 

e per tutti i bambini sui carri il divertimento è assicurato.

Peccato che il sole del mattino abbia presto lasciato il posto a nuvoloni e vento forte e gelato che alzava i coriandoli da terra e faceva volare i “fili pazzi” e purtroppo disordinava le merci esposte sui banchi…

C’erano i “gonfiabili”, gioia dei bambini, i palloncini colorati che, sbatacchiati dal vento, sembravano chinarsi verso i bambini per farsi prendere

C’era anche il “trucca bimbi”….anche se ho visto tanti adulti farsi fare baffoni da gatto o grandi occhi da clown.

 Per la gola c’erano gelati, crepes con la nutella, nocciole e noccioline dolci e salate e gli immancabili brigidini che annunciano la presenza del banco con il loro profumo

Poi i banchi di “antiquariato”: dai libri nuovissimi a libri datati, compresi libri scolastici di scuole che non esistono più, banchi di ricami dove a un euro potevi trovare qualche centrino prezioso, ricamato a mano insieme a lavori più semplici ricamati a punto erba (che ricordi di pomeriggi passati a preparare portatovaglioli da regalare a Natale), ceramiche più rozze ed altre più delicate…magari una tazzina di finissimo baccarat insieme ad una scatolina di “ pura plastica”dipinta….

Io ho fatto come i bambini….sono arrivata presto (la sfilata dei carri era alle 14): c’era un’atmosfera semplice,  da sagra paesana, dove tutti conoscono tutti, dove ti puoi fermare a chiacchierare con la giovane ragazza dalle mani d’oro che espone i suoi deliziosi lavori, o con gli amici che incontri qua e là…

Verso le 17 sono tornata a casa……era arrivata tanta gente e cominciava la festa per i “grandi”, che si sarebbe protratta fino alle 23….

Che bello poter uscire di casa tranquillamente e oltre a tutto conoscersi meglio nel quartiere è un’ottima cura per la solitudine di tanti…..fa sentire più vicini…

Bravo Lorenzo!!!

Ho letto questo sul sito di “La Repubblica” di qualche giorno fa.

A me Jovanotti cantante piace tantissimo ma ho scoperto qui il padre e l’uomo che esprime il suo pensiero con parole semplici ma efficaci:

L’editoriale di Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti

 

Quando nostra figlia è arrivata all’età della scuola io e mia moglie ne abbiamo parlato e abbiamo deciso: scuola pubblica. Potevamo permetterci di scegliere e abbiamo scelto. Abbiamo pensato che fosse giusto così, per lei. E’ nostra figlia ed è la persona a cui teniamo di più al mondo ma è anche una bimba italiana e l’Italia ha una Scuola Pubblica. Sapevamo di inserirla in una realtà problematica ma era proprio quello il motivo della scelta.

Un luogo pubblico, che fosse di sua proprietà in quanto giovane cittadina, che non fosse gestito come un’azienda e che non basasse i suoi principi su una dottrina religiosa per quanto ogni religione venisse accolta. Un luogo pubblico, di tutti e per tutti, scenario di conquiste e di errori, di piccole miserie e di grandi orizzonti, teatro di diversi saperi e di diverse ignoranze. C’è da imparare anche dalle ignoranze, non solo dai saperi selezionati. La scuola è per tutti, deve essere per tutti, è bello che sia così, è una grande conquista avere una scuola pubblica, specialmente quella dell’obbligo.

Io li ho visti i paesi dove la scuola pubblica è solo una parola, si sta peggio anche se una minoranza esigua sta col sedere al calduccio e impara tre lingue. A che serve sapere tre lingue se non sai come parlare con uno diverso da te ? Il nostro presidente del consiglio dicendo quello che ha detto offende milioni di famiglie e migliaia di persone che all’insegnamento dedicano il loro tempo migliore, con cura, con affetto vero per quei ragazzi.

Tra le persone che conosco e tra i miei parenti ci sono stati e ci sono professori di scuola, maestre, ho una cugina che è insegnante di sostegno in una scuola di provincia. Li sento parlare e non sono dei cinici, fanno il loro lavoro con passione civile tra mille difficoltà e per la maggior parte degli insegnanti della scuola pubblica è così. Perchè offenderli? Perchè demotivarli?  Perché usare un termine come “inculcare”? E’ una parola brutta che parla di un mondo che non deve esistere più.

La scuola pubblica non è in competizione con le scuole private, non è la lotta tra Rai e Mediaset o tra due supermercati per conquistarsi uno spettatore o un cliente in più, non mettiamola su questo piano…

La scuola di Stato è quella che si finanzia con le tasse dei cittadini, anche di quelli che non hanno figli e anche di quelli che mandano i figli alla scuola privata, è questo il punto. E’ una conquista, è come l’acqua che ti arriva al rubinetto: poi ognuno può comprarsi l’acqua minerale che preferisce ma guai a chi avvelena l’acqua del rubinetto per vendere più acque minerali.

E’ una conquista della civiltà che diventa un diritto nel momento in cui viene sancito. Ma era un diritto di tutti i bambini già prima, solo che andava conquistato, andava affermato. La scuola pubblica va difesa, curata, migliorata.

In quanto idea, e poi proprio in quanto scuola: coi banchi gli insegnanti i ragazzi le lavagne. Bisogna amarla, ed esserne fieri.



La pioggerellina di Marzo

Tra i libri di poesie di mamma ce ne era uno che amavo tanto, “Il Cestello” che ora è nella mia libreria

Avevo imparato a memoria tutte le poesie del suo autore , poesie che hanno ancora una freschezza incredibile….

Questa la dedico ad oggi, 1° marzo

Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d’oro?

Passata è l’uggiosa invernata,
passata, passata!
Di fuor dalla nuvola nera,
di fuor dalla nuvola bigia
che in cielo si pigia,
domani uscirà Primavera
guernita di gemme e di gale,
di lucido sole,
di fresche viole,

di primule rosse, di battiti d’ale,
di nidi,
di gridi,
di rondini ed anche
di stelle di mandorlo, bianche…

Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d’oro?

Ciò canta, ciò dice:
e il cuor che l’ascolta è felice

(Angiolo Silvio Novaro)