Casa mia….

La mia casa ha due balconi…..da uno vedo il tramonto  e dall’altro l’alba

Uno in direzione sud-ovest, l’altro nord-est

Il primo, che dà sulla strada, è tutto il giorno in pieno sole: d’estate, nonostante le tende, devo tenere anche le serrande abbassate per mantenere le camere quasi fresche, lì c’è l’orto e ci sono i fiori

Nei tardi pomeriggi d’estate, quando c’è ancora tanta luce ma il sole è al tramonto, è bello sedere con un libro e gustare in silenzio il canto delle rondini e il profumo del gelsomino e dei tigli che arriva dai giardini……

 L’altro balcone, invece, è in ombra…solo una lama di sole lo raggiunge al mattino presto. Con le veneziane abbassate si mantiene un buon clima ed è lì che, su una piccola scaffalatura, tengo quelle cose che non hanno bisogno di frigo…. Patate, cipolle….e le mele…

Proprio le mele!

La mattina presto c’è sempre un gran cinguettare sull’albero davanti al balcone: sono i miei amici passerotti che aspettano la colazione. Rimane sempre qualche briciola sulla tovaglia ed è per loro…

 Ieri però sentivo un gran baccano, oltre al cinguettio sentivo fischiettare dei merli, ce ne sono molti e da qualche giorno i piccoli stanno facendo i primo voli….

Dalla porta-finestra vedo i passerotti becchettare….. li lascio tranquilli, se smuovo la tenda scappano via!

C’è silenzio di nuovo. Apro la finestra…..ah, birboni!!!! Altro che bricioline….. stamani hanno banchettato con le mele!!!!!

Domenica di Pasqua

Resurrezione 

Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Andrò in giro per le strade
zufolando, così,
fino a che gli altri dicano: è pazzo!
E mi fermerò soprattutto coi bambini
a giocare in periferia,
e poi lascerò un fiore
ad ogni finestra dei poveri
e saluterò chiunque incontrerò per via
inchinandomi fino a terra.
E poi suonerò con le mie mani
le campane sulla torre
a più riprese
finché non sarò esausto.
E a chiunque venga
anche al ricco dirò:
siedi pure alla mia mensa,
(anche il ricco è un povero uomo).
E dirò a tutti:
avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso.
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Tutto è suo dono
eccetto il nostro peccato.
Ecco, gli darò un’icona
dove lui bambino guarda
agli occhi di sua madre:
così dimenticherà ogni cosa.
Gli raccoglierò dal prato
una goccia di rugiada
è già primavera
ancora primavera
una cosa insperata
non meritata
una cosa che non ha parole;
e poi gli dirò d’indovinare
se sia una lacrima
o una perla di sole
o una goccia di rugiada.
E dirò alla gente:
avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso.

Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Non credo più neppure alle mie lacrime,
e queste gioie sono tutte povere:
metterò un garofano rosso sul balcone
canterò una canzone
tutta per lui solo.
Andrò nel bosco questa notte
e abbraccerò gli alberi
e starò in ascolto dell’usignolo,
quell’usignolo che canta sempre solo
da mezzanotte all’alba.
E poi andrò a lavarmi nel fiume
e all’alba passerò sulle porte
di tutti i miei fratelli
e dirò a ogni casa: pace!
e poi cospargerò la terra
d’acqua benedetta in direzione
dei quattro punti dell’universo,
poi non lascerò mai morire
la lampada dell’altare
e ogni domenica mi vestirò di bianco.

(Davide Maria Turoldo)

Sabato Santo

…e continuano i ricordi…..oramai ho aperto il cassetto in cui riposano. Io provo a tenerli ordinati ma loro saltano fuori come e quando vogliono….e la cosa mi piace…

Sabato Santo

Da tre giorni la casa è profumata di fiori d’arancio e vaniglia

Mercoledì mamma ha cominciato a preparare la pastiera e la cosa richiede pazienza e tempo perché il giorno di Pasqua sia perfetta

Il primo è il giorno della pasta frolla…..non quella comprata a panetti, surgelata – per carità niente di male, ora il tempo è poco, ma il sapore e la friabilità sono diverse….eccome!!!!

A casa nostra ancora non è entrato il frigorifero per cui si sistema “lo sgabuzzino” (che poi è una stanzina adibita a ripostiglio) con seggiole e panchetti, la finestra aperta e l’aria fresca della notte  funzione a dovere…

Poi si passa alla crema e alla ricotta, da lavorare con l’acqua di fiori d’arancio perché diventi tutta profumata. Il mio compito era quello di spezzettare il blocco di cioccolata …. Tante piccole scagliette ad arricchire l’impasto insieme ai canditi.

Venerdì la pastiera viene finalmente preparata: tutte le teglie di casa sono messe in uso (mamma ne prepara sempre tre o quattro e non bastano mai a soddisfare la gola di tutti)

Il forno lavora tutto il giorno per cuocere le torte e mi pare di sentire ancora il profumo che invade la casa

Una volta cotte si sistemano sugli sgabelli nel ripostiglio, devono riposare perché i sapori si amalgamino ed esprimano tutta la loro fragranza

Una spolverata di zucchero a velo e voilà

A mezzogiorno di Sabato finalmente si “sciolgono le campane”!

Spalanco sempre le finestre per sentirle….le campane di Roma!

Poi il giorno di Pasqua la messa al mattino, tutti noi insieme, a San Giovanni: allora c’era un Padre predicatore – non ricordo più come si chiamava – e veniva tantissima gente ad ascoltarlo. Sentivo parlare tanto bene di lui, dicevano che era molto bravo…. A me, francamente, sembrava un po’ buffo con quella voce tonante….e quelle prediche tanto lunghe….ma in un certo senso mi affascinava

E al ritorno a casa….oh! che è successo? I nostri tre letti (le mie sorelline ed io) avevano uno strano rigonfiamento vicino al cuscino……

Ai miei occhi di bimba, mentre eravamo alla messa, l’angioletto della Pasqua era passato a lasciarci l’uovo!!!!

E più tardi veniva il Parroco….perché la benedizione delle famiglie si faceva il giorno di Pasqua con l’acqua benedetta nuova

Venerdì Santo

GESU’

E Gesù rivedeva, oltre il Giordano,
campagne sotto il mietitor rimorte,
il suo giorno non molto era lontano.
E stettero le donne in sulle porte
delle case, dicendo: Ave, Profeta!
Egli pensava al giorno di sua morte.
Egli si assise, all’ombra d’una mèta
di grano, e disse: Se non è chi celi
sotterra il seme, non sarà chi mieta.
Egli parlava di granai ne’ Cieli:
e voi, fanciulli, intorno lui correste
con nelle teste brune aridi steli.
Egli stringeva al seno quelle teste
brune; e Cefa parlò: Se costì siedi,
temo per l’inconsutile tua veste;
Egli abbracciava i suoi piccoli eredi:
-Il figlio – Giuda bisbigliò veloce-
d’un ladro, o Rabbi, t’è costì tra’ piedi:
Barabba ha nome il padre suo, che in croce
morirà.- Ma il Profeta, alzando gli occhi
-No-, mormorò con l’ombra nella voce,
e prese il bimbo sopra i suoi ginocchi.

 (Giovanni Pascoli)

http://youtu.be/k1-TrAvp_xs

 

Giovedì Santo

Giovedì, venerdì, sabato…. Tre giorni chiamati “Santi”, tre giorni che sono un cammino verso la Pasqua

Mi piace ogni anno viverli con profondità e consapevolezza: un po’ di cibo per lo spirito in questi tempi affannati e distratti.

Ma la testa a volte va per strade tutte sue e stasera mi ha fatto tornare indietro di tanti anni, alla Pasqua di quando ero bambina, così diversa da quella che vedo ora, consumistica e vuota

Oggi le campane hanno suonato a festa e non suoneranno più fino alla notte di Pasqua

Da piccola il tempo pasquale era diverso, la domenica prima di quella chiamata “delle Palme” si chiamava “domenica di Passione”, veniva coperto il crocifisso e tutte le immagini con drappi viola, spesso bordati di una frangia dorata, si levavano tutti gli addobbi e tutti i fiori e le Chiese prendevano un aspetto di triste desolazione

Ma una cosa mi aveva colpito più di tutto……mi avevano detto che “si legavano le campane” fino alla domenica di Pasqua. Questo fatto delle campane legate mi rimuginava dentro e – guardando il campanile di San Giovanni in Laterano (allora era la “mia” chiesa)speravo di vedere dove le avevano legate e mi chiedevo come avevano fatto ad arrivare così in alto

Stasera mi sono “scoperta” a sbirciare di nuovo il campanile….ma non per cercare i nodi ma perché c’erano tante rondini che giocavano e garrivano tutto intorno…..

Domenica delle Palme

GIORNI CATTIVI

 Quando nell’ultima settimana

venne a Gerusalemme,

gli osanna gli risuonavano incontro,

dietro gli si affrettavano con rami.

,
Ma poi, giorni sempre più foschi e crudeli

da non raggiungere i cuori con l’amore

i sopraccigli corrugati a sprezzo,

ed ecco l’epilogo, la fine.

Con tutta la loro pesantezza di piombo

i cieli si coricarono sui cortili.

I farisei cercavano le prove

strisciandogli dinanzi come volpi.

E dalle cupe forze del tempio

fu dato in giudizio alla feccia,

e lo maledirono con quell’ardore

di quando prima lo esaltavano.

La folla, là d’intorno,

spiava dai portoni,

s’accalcava in attesa dell’esito

sospinta e risospinta.

E un bisbiglio si propagò lì vicino

e dicerie da molte parti.

E la fuga in Egitto e l’infanzia

già ricordavano come un sogno.

Ricordavano il pendio maestoso

del deserto e quel dirupo

da dove satana l’aveva tentato

con una potestà universale .

E il banchetto di nozze a Cana,

e la tavola attonita del miracolo,

e il mare su cui nella nebbia,

come su terra, era andato alla barca.

E l’affollarsi dei poveri nella capanna,

e la discesa con la candela nel sotterraneo

che a un tratto s’era spenta atterrita

quando il re suscitato si levò…

 

(PASTERNÀK BORIS LEONIDOVIC)

 

поехали!

12 aprile 1961.

Sembrava fantascienza ma era realtà.

La corsa allo spazio era cominciata, ma fino ad allora l’unico essere vivente a viaggiare nello spazio era stata una cagnetta, Laika, ma lo Sputnik 2 che la portava in orbita non prevedeva il ritorno sulla terra.

Sembrava impossibile pensare che un uomo sarebbe stato catapultato nello spazio, in una specie di palla di cannone con gli oblò, molto angusta.

Nonostante i calcoli rigorosi degli scienziati credo che a Yuri Gagarin  ci sia voluto un gran coraggio e la voglia di sfidare le leggi della gravità per lasciare la moglie e due bambini e partire per un’avventura che non si sapeva come sarebbe potuta finire…

поехали! Si va!!!

“Vedo la terra circondata da foschia, mi sento bene, Com’è bello”: queste furono le parole di Yuri quando, primo uomo al mondo, vide la terra inquadrata negli oblò della capsula….

….e io, allora ventenne, che seguivo le notizie col fiato sospeso, in quel momento sono entrata in un sogno, il sogno dell’uomo e delle sue conquiste.

Il sogno di terra e cielo che diventavano nella stessa misura “casa dell’uomo”!

108 minuti intorno alla terra, un’orbita completa intorno al nostro pianeta, e poi il rientro….

A circa 7000 metri dal suolo Gagarin lasciò la capsula e rientrò sulle ali di un paracadute…

Come per uno strano destino la sua vita finì, nel 1968, proprio in quello stesso cielo che ne aveva visto il primo volo.

Sono passati 50 anni e l’uomo ha raggiunto la luna e pensa già di arrivare su Marte, e non si pone più limiti, ma, nonostante la grandezza e l’emozione di questi eventi, niente potrà per me superare la commozione di quel lontano 12 aprile…

Claudio Baglioni ha così cantato quell’evento…

Memoria

 È la memoria una distesa

di campi assopiti

e i ricordi in essa

chiomati di nebbia e di sole.

Respira

una pianura

rotta solo

dagli eguali ciuffi di sterpi:

in essa

unico albero verde

la mia serenità.

(Davide Maria Turoldo)

Torna la cicogna bianca a Bolgheri

Le cicogne bianche hanno le piume bianchissime tranne le punte delle ali e della coda nere.

Sono grandi ed hanno ali forti che, aperte, possono misurare da 180 a 250 cm.

La cicogna costruisce i suoi nidi in luoghi sopraelevati….alberi o grossi rami….o sui comignoli delle case, come si possono vedere a Strasburgo – dove la cicogna è particolarmente amata e curata.

Sono animali fedeli e spesso una coppia resta unita per tutta la vita che può durare più o meno 30 anni…

Dopo 60 giorni circa dalla schiusa delle uova i piccoli iniziano le prime prove di volo.

La settimana dopo sono già in grado di allontanarsi dal nido con voli sempre più lunghi, sempre più spesso, anche se tornano ogni sera al nido.

Verso la fine di Agosto le cicogne partono per la migrazione che le porterà a trascorrere l’inverno in Africa.

……..Quattro anni fa una coppia di cicogne bianche è arrivata all’Oasi del WWF nel padule di Bolgheri, nel livornese, nel cui territorio protetto trovano l’habitat e le condizioni ideali per la riproduzione.

 E’ stata la prima nidificazione in Alta Maremma dopo 200 anni!

Venne approntata per loro una piattaforma sui tralicci dell’Enel., ben isolata per evitare il pericolo di folgorazioni.

Il legame di questi migratori verso luogo dove nacono i loro piccoli,  li ha fatti tornare ogni anno.

 ……e il 3 marzo 2011 le cicogne sono tornate alla loro piattaforma di Bolgheri.

Per prima è tornata la femmina che ha iniziato a pulire e sistemare il nido, con una difficile scelta tra legnetti, piccole piume e foglie per rendere morbido e accogliente il posto dove deporrà le sue uova, e lì è stata raggiunta dal suo compagno.

L’anno scorso erano nati tre cicognini….. chi sa quest’anno?

Dopo Bolgheri, le cicogne sono state avvistate anche agli Stagni di Focognano, proprio vicino a Firenze (pensate che ci si arriva con un autobus di linea!!!), un’altra area protetta….e piano piano questo splendido animale sta ritornando in tutta Italia, dove sono state preparate tante piattaforme per loro….