12 aprile 1961.
Sembrava fantascienza ma era realtà.
La corsa allo spazio era cominciata, ma fino ad allora l’unico essere vivente a viaggiare nello spazio era stata una cagnetta, Laika, ma lo Sputnik 2 che la portava in orbita non prevedeva il ritorno sulla terra.
Sembrava impossibile pensare che un uomo sarebbe stato catapultato nello spazio, in una specie di palla di cannone con gli oblò, molto angusta.
Nonostante i calcoli rigorosi degli scienziati credo che a Yuri Gagarin ci sia voluto un gran coraggio e la voglia di sfidare le leggi della gravità per lasciare la moglie e due bambini e partire per un’avventura che non si sapeva come sarebbe potuta finire…
поехали! Si va!!!
“Vedo la terra circondata da foschia, mi sento bene, Com’è bello”: queste furono le parole di Yuri quando, primo uomo al mondo, vide la terra inquadrata negli oblò della capsula….
….e io, allora ventenne, che seguivo le notizie col fiato sospeso, in quel momento sono entrata in un sogno, il sogno dell’uomo e delle sue conquiste.
Il sogno di terra e cielo che diventavano nella stessa misura “casa dell’uomo”!
108 minuti intorno alla terra, un’orbita completa intorno al nostro pianeta, e poi il rientro….
A circa 7000 metri dal suolo Gagarin lasciò la capsula e rientrò sulle ali di un paracadute…
Come per uno strano destino la sua vita finì, nel 1968, proprio in quello stesso cielo che ne aveva visto il primo volo.
Sono passati 50 anni e l’uomo ha raggiunto la luna e pensa già di arrivare su Marte, e non si pone più limiti, ma, nonostante la grandezza e l’emozione di questi eventi, niente potrà per me superare la commozione di quel lontano 12 aprile…
Claudio Baglioni ha così cantato quell’evento…
sai ho pensato tanto a quella povera cagnolina a lei non è stato chiesto se voleva provare a volare la sua è stata un’atroce morte decisa dall’uomo ciao fausta buona notte
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io ero piccolissima , eppure qualcosa mi ricordo!
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