Domenica 24 luglio

La tragica carestia in Somalia, la Libia e tutti i fermenti e l’ansia di libertà di quei popoli, la tragedia di Oslo, la fragilità dei giovani che, sebbene dotati di grande talento, percepiscono solo il male di vivere (e parlo di Amy Winehouse e di tanti come lei…)…..

Una musica che accompagna una preghiera….

 

19 luglio 1992

“Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo. ”
“…….la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.”
“Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.”

(Paolo Borsellino)

Auguri Madiba!

NELSON MANDELA

“Non c’è nessuna strada facile per la libertà”

 (da “Il lungo cammino verso la libertà”)

93 anni…. spesi sulla sua pelle, per il suo popolo, per la giustizia, per la libertà!

Non c’è bisogno di raccontarlo, la sua vita, tra luci e ombre, è conosciuta….. è stato comunque un combattente eroico.

Auguri, Grande Anima!

VACANZE 3

Sono passati due anni….siamo all’estate del 1951.

A gennaio è morto papà e la nostra vita è cambiata all’improvviso.

Quell’anno zio Renato e zia Emma vollero le mie sorelle e me con sé in villeggiatura.

 * Qui devo fare una piccola digressione: loro erano i genitori di Antonella, la mia cugina quasi gemella. Ci dividevano sei mesi esatti. Eravamo legatissime, stavamo sempre insieme anche se abitavamo a due capi di Roma, ai due capolinea del 7…. Era uno scherzo andare e venire col tram, da sole….

Zia Emma era la sorella di papà e zio Renato, generale di aviazione, aveva girato tanto e la sua casa era piena dei ricordi raccolti nei suoi viaggi, soprattutto dall’Africa….chissà che non sia nata allora la mia passione per questa terra!!

Avevano anche uno splendido setter, bianco e arancio – Ser.

Mi faceva un po’ paura, nonostante fosse buonissimo, perché per salutarmi, con la sua mole, mi aveva buttato in terra. Cercavo di stare alla larga, non avrei mai pensato che i cani, i setter soprattutto, sarebbero diventati i miei amici più fidati!

Quando mangiavo da loro lo zio ci faceva sempre “i buchi del formaggio”….ritagliava un anellino intorno ai buchi del groviera…quanto mi piacevano, mentre Antonella adorava le polpettine che faceva mamma!!!

Una cosa, però, ho invidiato a mia cugina….il suo cappotto di casentino arancione!!! *

Così andammo con loro a Silvi Marina.

Eravamo in una bella casina al primo piano e sotto di noi c’era un barbiere. Antonella ed io lo chiamavamo Paperino e gli facevamo un sacco di scherzi, lui faceva finta di arrabbiarsi ma poi ci rideva su e ci regalava tutte le bottigliette di vetro dei prodotti che usava: non erano di plastica e tanto meno usa e getta! Alla fine del mese ne avevamo una bella collezione, tutte diverse e colorate….le avevamo riempite con i sassolini che raccoglievamo sulla battigia.

Ci toccò lasciarle lì perché pesavano troppo per portarle sul treno con tutti i bagagli: ne portai una sola che è rimasta sulla libreria fino a qualche anno fa, quando ha finito di vivere cadendo in terra con tutti i suoi sassolini….

Ho dei ricordi magnifici della cittadina: c’era tanto verde ed una spiaggia di sabbia fine e bianca, grandissima. Al mattino si camminava bene per arrivare alle cabine e poi al mare, ma al ritorno la sabbia era bollente e neppure le ciabattine riuscivano a riparare i piedi….bisognava fare di corsa, fermandosi alle fontanelle per un po’ di fresco.

Una volta siamo andati a mangiare la pizza a Roseto degli Abruzzi. All’andata avevamo preso l’autobus mentre al ritorno lo zio fece due viaggi per portare me e Antonella sulla sua vespa….. che meraviglia in piedi davanti a lui, col vento sul viso!

Tanti giochi sulla spiaggia – c’erano due altalene altissime dove sembrava di volare

…e i tamburelli, ma soprattutto costruivamo tante piste enormi perfino con le curve paraboliche, i ponti e i trabocchetti,  e giocavamo con le palline che allora erano di ferro, colorate – eravamo un bel gruppetto e facevamo dei tornei vivacissimi!

Mi è dispiaciuto quando la vacanza è finita…. Ero riuscita a vincere la malinconia e non avrei voluto tornare….ma a casa c’era mamma che era stata sola tutto quel tempo per permetterci di svagarci e non vedevo l’ora di riabbracciarla!

Caldo….

Da qualche giorno – praticamente da quando la temperatura ha fatto questo “salto in alto” lasciandoci col fiato corto e le gambe molli – intorno a casa c’è un gran cicaleccio.

Ma non sono gli “umani” che chiacchierano (e ce ne sarebbero tante da dire!!!) ma le cicale, quelle vere che si fanno sentire fino a che non arriva l’aria più fresca della sera.

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Ed ho ripensato alla favola di Esopo che La Fontaine ha ripreso, una favola che non mi ha mai convinto….

La cicala e la formica

 L’estate passava felice per la cicala che si godeva il sole sulle foglie degli alberi e cantava, cantava, cantava. Venne il freddo e la cicala imprevidente, si trovò senza un rifugio e senza cibo.

Si ricordò che la formica per tutta l’estate aveva accumulato provviste nella sua calda casina sotto terra. Andò a bussare alla porta della formica.

La formica si fece sulla porta reggendo una vecchia lampada ad olio.

– Cosa vuoi? – chiese con aria infastidita.

– Ho freddo, ho fame….- balbettò la cicala. Dietro di lei si vedeva la campagna innevata. Anche il cappello della cicala ed il violino erano pieni di neve.

– Ma davvero? – brontolò la formica – lo ho lavorato tutta l’estate per accumulare il cibo per l’inverno. Tu che cosa hai fatto in quelle giornate di sole?

– Io ho cantato!

– Hai cantato? – Bene… adesso balla!

La formica richiuse la porta e tornò al calduccio della sua casetta, mentre la cicala, con il cappello ed il violino coperti di neve, si allontanava, ad ali basse, nella campagna.

C’era sempre la morale finale: chi nulla mai fa, nulla mai ottiene.

Non mi piace questo finale, fa parte di una mentalità chiusa e un po’ gretta che anche ora mi sembra vada per la maggiore….

La cicala per tutta l’estate ha regalato il suo canto senza chiedere niente in cambio, al contrario della formica che ha pensato solo a se stessa…!

Invece trovo molto bello il finale con cui Gianni Rodari cambierebbe la favola:

        Ho visto una formica

        in un giorno freddo e triste

       donare alla cicala

       metà delle sue provviste.

 

       Tutto cambia: le nuvole,

       le favole, le persone…..

       La formica si fa generosa…..

       E’ una rivoluzione.

 

VACANZE 2

Quando si dà il via alla valigia dei ricordi è come se si muovesse una tromba d’aria o un fuoco d’artificio….. diventa quasi impossibile tener dietro alle tante immagini che si spintonano, si accavallano per poter entrare nel numero di quelle “scritte” e quindi destinate a rimanere nella memoria….

Ieri poi, parlando al telefono con mia sorella Marilù, mi è capitato di chiederle se ricordava una certa data: lei ha sei anni più di me quindi era possibile che ne avesse un ricordo più preciso. E’ andata a finire che ci siamo messe a ripensare alle vacanze…..

Come sono personali i ricordi! La stessa cosa è vista sotto angolazioni diverse! Tra noi c’è poi il fatto che io avevo 8 anni, una fantasia scatenata e la voglia di sentirmi in ogni momento attrice principale di qualche bella avventura…..e lei una quattordicenne estremamente razionale…. Però ci siamo fatte un sacco di risate ed è stato molto bello!!!

Comunque, ritornando alle vacanze, i due anni successivi papà stava male per cui noi 3 sorelle (purtroppo ora rimaste in due..) fummo ospiti di Cesarina, madrina farmacista, a Sant’Agnello di Sorrento.

Furono per me due estati magiche. Cesarina abitava in una enorme vecchia casa su due piani più la soffitta. Dalla strada si entrava al pianterreno ma dall’altro lato, affacciandosi, ci si trovava al 3°, con una vista mozzafiato sul mare.

Al piano di sotto c’era una famiglia con due figli: Aniello e Francesco chiamato Kio Kio – coetaneo e grande amico di Marilù. Io ero follemente innamorata di Aniello, ventenne pieno di tenerezza verso di me, sempre pronto a farmi giocare o a scorrazzarmi in giro sulla sua lambretta giallina.

La casa era un labirinto, noi avevamo una stanza antica, con un lettone immenso dove dormivamo tutt’e tre comodamente, talmente alto che io dovevo arrampicarmi….

Come tutte le case troppo vecchie, abbarbicate alla roccia tra gli alberi, era abitata da bestioline di ogni genere. Se la notte dovevamo andare in bagno bisognava avere l’accortezza di accendere la luce (per fortuna l’interruttore era esterno) e aspettare che gli ospiti fossero tornati a casa loro per poter entrare tranquillamente….

La soffitta aveva una finestrella, sullo spiovente del tetto, che dava sul giardino-orto proprio accanto ad un bell’albero di cachi, carico di frutti dorati. Bastava allungare la mano per prenderli…..però poi si doveva levare il picciolo ed aspettare che i bachini che erano sotto se ne andassero (ma non entravano nel frutto). Nessuno – per fortuna – avvelenava gli alberi con gli anticrittogamici!!!!

Ma la stanza che più mi entusiasmava era il salotto, una stanza perennemente chiusa, sempre al buio.

Cesarina ci aveva chiesto di non andarci ma quando lei non c’era la tentazione per me era troppo forte: entravo in punta dei piedi e scostavo solo un pochino la tenda. Era grandissima, divani e poltrone coperte da teli bianchi e mobili, mobiletti, mobilini pieni di vecchie fotografie, di ninnoli di ogni genere……..mi sembrava proprio di essere la Bella Addormentata appena risvegliata nella reggia ancora chiusa nell’incantesimo…..

Credo che le mie sorelle andassero al mare più spesso di me, avevano alcuni amici del paese poi, al solito, c’era da scarpinare per scendere alla marina e peggio per tornare su. A me piaceva di più stare nel giardino o in giro per le stradine dove al massimo poteva passare qualche bicicletta – vivendo le mie avventure nell’aria profumata dalle zagare, oppure andavo in farmacia con Cesarina, a Piano di Sorrento, e l’aiutavo a preparare le “presine” per la febbre o per le indigestioni. Era un lavoretto di pazienza e precisione, con una bilancina che pesava dosi minime (3 o4 grammi) e poi chiudere la polvere nelle cartine in modo che non ne uscisse neppure un granello.

 Soprattutto per Ferragosto dovevamo prepararne dosi massicce perché c’era gran festa e tutti mangiavano e bevevano decisamente troppo!!!!

Ma mi bastava anche solo stare lì, magari allungando ogni tanto la mano verso i pesciolini di liquerizia…..

Vacanze

Ultimamente ho visto in TV un film che mi è piaciuto tanto “Le pagine della nostra vita”. Parla di un uomo anziano che legge ogni giorno pagine di un diario ad una donna affetta da demenza senile.

Quella che sembra la storia di due sconosciuti è la loro storia e la donna, proprio per quei racconti,  a tratti riprende la sua lucidità e ricorda il loro immenso amore….

Mi è venuta voglia di riprendere, come in un diario, alcuni tratti della mia vita…i ricordi tendono a sfumare col passare degli anni e comunque andare indietro nel tempo permette di scoprire il perché di alcuni tratti del nostro carattere!

 VACANZE 1

Sono sul letto, il caldo di queste ore pomeridiane invita alla “pennichella”. Ho abbassato le serrande  per mantenere la stanza più fresca possibile ma non ho voglia di dormire.

Lascio andare i pensieri e mi ritrovo a pensare alle vacanze…. indietro nel tempo a quando ero bambina…

Più che altro sono flash, di alcuni momenti ho le immagini di qualche piccola fotografia, come una sulle ginocchia di mamma, a pochi mesi oppure sulle scalette di una villa a Ostia…avrò due anni…forse.

Un’estate – avevo sei anni perché fu il premio del mio primo anno di scuola – andai dagli zii che avevano la villa a Forte dei Marmi. Di quella vacanza ricordo solo il giardino della villa e il viaggio…. una cosa assolutamente impensabile ora: mi misero sul treno a Roma, dopo avermi affidata al controllore, e gli zii mi “raccolsero” all’arrivo…fu un viaggio stupendo!

Poi il1947. Finita la guerra, papà è tornato e sta ancora abbastanza bene… e per me è la prima e l’ultima volta che vado in vacanza con lui…

Ho ancora un sasso con su scritto “Formia 1947”. Ero talmente emozionata!

Partiamo col pullman per Piano di Sorrento. A Formia si fa una sosta e per la fretta di scendere faccio un capitombolo planando sui sassi. Fortunatamente sono lisci e non mi faccio male, ma papà raccoglie il sasso e me ne fa un fermacarte…è ancora sulla libreria…

La casa era molto grande, vecchia, tante camere e pochissimi mobili. L’aveva trovata una amica di mamma, che era stata la madrina della mia sorella più grande e che era farmacista a S. Agnello di Sorrento. Il giorno che venne un temporale violento i soffitti si abbassarono…erano pieni d’acqua per via del tetto tutto sconnesso….fortunatamente ressero! La notte poi si sentivano dei passettini veloci andare in qua e in là….. sicuramente dei topolini…

Per scendere a mare c’erano da fare tantissimi scalini…quando tornavamo a casa era una faticaccia!!!! Non c’era molta spiaggia ma ricordo bene un piccolo pontile da cui era divertente tuffarsi, ovviamente provvista di ciambella!

Ricordo molto bene i trenini della Circumvesuviana. Sulle littorine azzurre passavano a vendere la pasta, confezionata in pacchi di carta azzurra e delle deliziose ciambelle biscottate. Mamma comprava sempre gli “ziti”, grossi spaghetti bucati, ottimi per preparare la pasta al forno.

Quando si passava per Castellammare di Stabia si vedevano i pastifici con i lunghi spaghetti stesi al sole ad asciugare!

Quell’anno siamo andati una giornata a Capri e penso che allora sia nato il mio amore per Anacapri e la villa San Michele, con la sua magica storia raccontata da Axel Munthe, un libro che è ancora il mio preferito….ricordo quanto ero orgogliosa della salopette che mi aveva cucito mamma, con i pantaloni “alla pescatora”……ora si chiamano “pinocchietti” ma sono sempre gli stessi!!!

Uscivamo appena dalla guerra e non avevamo tante pretese…il solo fatto di essere in vacanza era già più che sufficiente per essere felici…