Missione è

Missione è

partire, camminare, lasciare tutto,

uscire da se stessi, rompere la crosta

di egoismo che ci chiude

nel nostro Io:

E’ smettere di girare

intorno a noi stessi

come se fossimo

il centro del mondo e della vita.

E’ non lasciarsi bloccare

dai problemi del piccolo mondo

al quale apparteniamo:

l’umanità è più grande.

Missione è sempre partire

ma non è divorare chilometri.

E’ soprattutto aprirsi agli altri

come a fratelli,

è scoprirli e incontrarli.

Missione è la vita di ogni giorno,

tutti i giorni.

(Dom Hélder Câmara)

ANDREA ZANZOTTO

Aveva compiuto 90 anni il 10 ottobre scorso e oggi, 18 ottobre 2011, è morto Andrea Zanzotto, uno dei più grandi poeti del ‘900.

La sua opera ha toccato temi sociali, politici e ambientali con uno stile particolare che metteva il lettore a contatto con la natura, la vita….

Anche l’esperienza partigiana ha molto segnato la sua opera.

Così ne ha delineato i tratti il Presidente Napolitano: “La terra veneta e l’Italia perdono un grande figlio, un interprete sensibile dell’esperienza di vita e dei sentimenti del suo popolo, una personalità civilmente impegnata nella difesa del patrimonio culturale e dei valori nazionali della nostra Italia”.

Mi piace ricordarlo con una sua bellissima poesia:

L’attimo fuggente

Ancora qui. Lo riconosco. In orbite
di coazione. Gli altri nell’incorposa
increante libertà. Dal monte
che con troppo alte selve m’affronta
tento vedere e vedermi,
mentre allegria irrita di lumi
san Silvestro, sparge laggiù la notte
di ghiotti muschi, di ghiotte correntie.
E. E, puro vento, sola neve, ch’io toccherò tra poco.
Ditemi che ci siete, tendetevi a sorreggermi.
In voi fui, sono, mi avete atteso,
non mai dubbio v’ha offesi.
Sarai, anima e neve,
tu: colei che non sa
oltre l’immacolato tacere.
Ravvia la mia dispersa fronte. Sollevami. E.
E’ questo il sospiro che discrimina
che culmina, “l’attimo fuggente”.
E’ questo il crisma nel cui odore io dico:
sì, mi hai raccolto
su da me stesso e con te entro
nella fonte dell’anno.

 

Tomas Tranströmer

 Il premio Nobel per la letteratura 2011 è stato assegnato al poeta, psicologo e traduttore svedese Tomas Tranströmer.

L’annuncio dell’Accademia svedese è stato accolto da un boato di applausi nella sala stracolma di giornalisti.

Questa è una delle sue poesie…

Temporale

Passando, s’incontra all’improvviso qui la vecchia
quercia gigantesca,

alce pietrificato dalla
chioma sconfinata sulla fortezza nero-verde
del mare di settembre.
Temporale del nord.

È il tempo in cui maturano
grappoli di nespole.

Vegliando al buio si sentono
scalpitare le costellazioni alle loro poste
in alto sopra l’albero.

(Tomas Tranströmert )

 

4 ottobre

Santa Maria degli Angeli

Frate Francesco, quanto d’ aere abbraccia
Questa cupola bella del Vignola,
Dove incrociando a l’agonia le braccia 
Nudo giacesti su la terra sola! 

E luglio ferve e il canto d’amor vola 
Nel pian laborioso. Oh che una traccia 
Diami il canto umbro de la tua parola, 
L’ umbro ciel mi dia de la Tua Faccia! 

Su l’orizzonte del montan paese, 
Nel mite solitario alto splendore, 
Qual del tuo paradiso in su le porte, 

Ti vegga io dritto con le braccia tese 
Cantando a Dio: Laudato sia Signore, 
Per nostra corporal sorella morte!

                                               G. Carducci

Pensieri liberi all’inizio di ottobre….

Al tempo degli antichi romani l’anno iniziava a marzo, per cui ottobre era l’ottavo mese….ed ecco il perché del suo nome…..e per la stessa ragione c’erano settembre, novembre e dicembre…

Quest’anno ottobre è iniziato con un bel sole – almeno qui a Firenze – ed è così che ricordo l’ottobre di quando ero bambina e giovane donna a Roma….le famose, magnifiche ottobrate romane.

Ho un grande amore per questo mese, per gli alberi che si tingono di giallo e rosso, per le foglie che cadono in terra al passaggio anche di un lieve vento (come è divertente camminare sulle foglie secche e sentirle scricchiolare sotto i piedi e pensare che formeranno l’humus che darà nuova sostanza alla terra!), per il sole che, anche se un po’ stanco, lascia scie di rosso e arancio nel cielo, per il suo avviarci piano verso il riposo dell’inverno.

Al mercato ho visto le prime castagne….. e già sento il profumo delle bruciate invadere la casa e le strade…

Tra non molto i caldarrostai  si troveranno in tanti angoli della città: sono diventati organizzatissimi ed ecologici (a parte il prezzo folle…che superbia per le castagne!!!) e non fanno più il cartoccio di carta paglia ma usano sacchettini doppi..uno per le castagne ed uno per le bucce…però questo poco utilizzato….

Il vino novello sta bollendo nei tini, in attesa dell’11 novembre…..intanto si festeggia con qualche buon rosso e basta davvero poco, un bicchiere di vino e un pugnello di castagne, per fare convivialità.

Un contadino mi raccontò che in questo periodo scendono nelle cantine con una candela accesa….se si spegne è bene uscire di corsa perché vuol dire che l’aria è satura dei fumi del vino nuovo che ribolle!

 E’ arrivato il momento di riaprire gli armadi e cominciare il “cambio di stagione” perché l’aria può cambiare da un momento all’altro…..e questa è una delle “pecche” del mese, un’occupazione che spesso dura a lungo per gli sbalzi continui della temperatura…e – personalmente – l’idea di rimettere le scarpe chiuse mi intristisce un po’!!!

Amo di ottobre anche lo spettacolo dei campi arati e coltrati dove le zolle brune si preparano ad accogliere il seme per la nuova stagione…. Danno il senso della vita che muore e rinasce continuamente e sento che anche noi siamo il frutto di quello che è stato seminato prima di noi e saremo (almeno dovremmo essere) terra e seme per la generazione futura….

 E’ un bel mese ottobre……che sia buono per tutti!