Li rubo ad Alessandro Pronzato….
Archivi del mese: dicembre 2011
BUON NATALE!
Gaudete !
Perché a Dio non ci si AGGRAPPA! Danzate Dio, soffritelo, gridatelo, chiamatelo forte nel cuore, lodatelo, godetelo, cantatelo : abbiatene consolazione e FELICITA’ da diffondere come SEMINATORI attorno a voi, a piene mani!
(Beatrice Bausi)
E’ NATO GESU’
Il gregge stanco ansando riposava
sotto le stelle nella notte fonda.
Dormivano i pastori. Il tempo andava.
Qund’ecco una gran luce il cielo inonda.
E’ mezzanotte. Ed ecco un dolce canto
suona per l’aria, in armonia gioconda.
Si destano i pastori, al gregge accanto,
e ascoltano: “Sia gloria a Dio nei cieli
e pace in terra all’uomo!”. O dolce incanto!
E’ nato un bimbo tutto luce e amore.
In una stalla, avvolto in pochi veli,
povero è nato e pure é il Re dei cieli.
E dice a tutti: “State cuore a cuore,
come fratelli! Non odiate mai!
L’anima che perdona è come un fiore.
Chi crede in me non perirà mai”.
Ettore Bogno
Natale
Rubo le parole a don Tonino Bello per procedere nel viaggio verso בֵּיִת לֶחֶם, Betlemme – la città del pane….
“Andiamo fino a Betlemme come i pastori. L’importante è muoversi e se invece di un Dio glorioso, ci imbatteremo nella fragilità di un bambino, non ci venga il dubbio di aver sbagliato il percorso. Il volto spaurito dell’oppresso, la solitudine degli infelici, l’amarezza di tutti gli uomini della terra sono il luogo dove Egli continua a vivere clandestinamente. A noi il compito di cercarlo. Mettiamoci in cammino senza paura”.
Sono gli ultimi giorni dell’attesa…..
E il tempo passa
Poi cominciai a fare uno strano sogno …..anzi, più che un sogno era un incubo….
Mi succedeva sempre nei giorni di Natale….ed era Natale anche nel sogno: ero piccola, in casa e il solito angolo della camera da pranzo era occupato da un bel Presepe.
Ad un certo momento dal Presepe cominciavano a venire giù dei lupi inferociti che sembravano venirmi addosso e mi rincorrevano nel lungo corridoio. A quel punto mi svegliavo impaurita….
Non pensavo che fosse importante da raccontare, una volta sveglia passava tutto e me ne dimenticavo.
Più grandicella la cosa mi incuriosì perché era veramente strana, come se dentro di me fosse rimasta la paura di qualcosa che non sapevo spiegarmi, anche perché per natura non sono affatto paurosa.
Un giorno ne parlai con mamma e lei mi raccontò un avvenimento che era successo negli anni di guerra, quando avevo tre anni, e che io non ricordavo.
Nel nostro palazzo avevano nascosto un partigiano. Forse per una spiata la cosa fu risaputa ed una notte all’improvviso arrivarono le SS facendo irruzione in tutti gli appartamenti, buttando tutto all’aria e cercando dappertutto. Arrivati da noi entrarono con violenza nelle camere, anche nella camera da letto dove noi tre sorelline dormivamo, accendendo la luce. Andarono subito via ma evidentemente la paura provata era rimasta nel mio inconscio (non ricordavo affatto l’avvenimento) e si ripresentava appunto nel periodo natalizio……tanto è vero che dopo quella spiegazione non feci più quel sogno.
Abbiamo sempre festeggiato il Natale tutti insieme nella nostra grande famiglia. Quando eravamo ragazze ci si riuniva tutti insieme a casa di nonna, che era la più grande, e lì si facevano delle lunghissime tombolate, o 7 e ½, o Tombola russa. Dall’inizio del mese si mettevano da parte le monetine per i giochi – 5 o 10 lire – e un bel po’ di fagioli che alla fine della serata erano più in terra che sulla tavola…..
Il panettone era il dolce sovrano (il pandoro venne dopo), insieme a panforte, panpepato, ricciarelli e frutta secca con grandi bricchi di tè e qualche volta la cioccolata (ma era cioccolata vera, non in bustine, fatta sciogliendo i blocchi di cioccolato amaro)
A me, che ero la piccinina, toccava sempre recitare la poesia, in piedi su una sedia (altrimenti nessuno mi vedeva) e mi toccava fare un grosso sforzo a causa della mia timidezza. La recitavo ad occhi chiusi facendo credere di essere particolarmente ispirata!
Queste allegre e semplici feste durarono anche quando – sposate – si cominciarono a fare per i bambini.
Con le mie bambine trascorrevo sempre le vacanze di Natale a Roma, per stare un po’ più a lungo con mamma e la mia famiglia. Mio marito veniva su per il fine settimana, in più prendeva sempre qualche giorno libero.
Per organizzare i giochi io e la mia sorella maggiore andavamo a Piazza Navona, che per le feste si riempiva di bancarelle allora con tantissimi giochini e regalini da spendere poco, che ai bambini piacevano tanto. Con questi e con dolcetti vari facevamo i premi della tombola. Ce ne volevano tanti perché, per accontentare tutti i bambini (la famiglia era cresciuta a ritmo esponenziale, con una media di due o tre bambini per casa) i premi partivano dall’ambo su su fino alla tombola e ai tombolini…che a volte si moltiplicavano per due o per tre se si vedeva qualche luccicone in arrivo….così si riusciva ad accontentare tutti!
Come sembrano lontani quei tempi! Allora anche un appuntalapis era un gran premio ….altro che play station e varie….
Sono durate tanti anni queste riunioni di famiglia così belle e festose, poi la vita ha portato i suoi cambiamenti: i “vecchi” pian piano ci hanno lasciato tutti e sono stati sostituiti dalla mia generazione. I “piccoli” sono diventati grandi ed hanno preso le loro strade ed è diventato difficile ritrovarsi e la “quarta generazione”, i loro figli, quasi non si conoscono!
Gli ultimi a godere di questa “parentela” piena di amicizia ed affetto sono state le mie ragazze e i loro cugini – nonostante le distanze sono ancora tutti molto legati – e a noi vecchi sono rimasti ricordi tenerissimi, a scaldare il cuore!
Era Natale
A volte basta un’immagine, una parola letta o ascoltata per scatenare un fiume di ricordi.
Quando poi questa parola è “Natale” i ricordi arrivano lontano……
Mi sembra quasi impossibile, eppure il primo Natale che ricordo risale al 1943, tempo di guerra. Posso dirlo con certezza perché il nonno è morto quando avevo 4 anni…..
La tavola della camera da pranzo dei nonni è allungata al massimo per far entrare tutta la grande, patriarcale famiglia.
Nonno Carmine – colonnello dell’esercito – e nonna Matilde, nei loro numerosi spostamenti avevano messo insieme una bella famiglia composta da 3 ragazze (tra cui la mia mamma) e tre ragazzi. Uno di loro, lo zio Franco, era morto durante la guerra d’Africa: mamma teneva la sua foto sul cassettone…..era veramente bello!
Arrivati a Roma andarono ad abitare in un palazzo dove abitava una famiglia con quattro giovanotti (tra cui il mio papà) e una ragazza. Le tre ragazze si sposarono con tre dei giovani mentre il primo di loro si era sposato con una signorina, la zia Carla. Anche la sorella di papà si era sposata con un generale d’aviazione e i due fratelli di mamma con due signorine francesi….buffissime. Se ripenso ora a questa grande famiglia mi sembra di vedere le immagini di qualche film del primo ‘900….
Se poi si calcolano i bambini il numero era davvero importante. Li ricordo tutti intorno al tavolo intenti a giocare ad un gioco di cui non ricordo nulla “Il cavallino bianco” o al “Mercante in fiera”. A me, che ero la più piccina – staccata di ben 6 e 7 anni dalle mie sorelline…..gli altri cugini erano tutti più grandicelli – toccava il privilegio di sedere sulle gambe del nonno. C’era un grande presepe (l’albero non era ancora entrato nelle abitudini degli italiani) e sulla tavola noci e nocciole ed un panettone insieme alla cioccolata calda che preparava nonna.
Ho una bella sensazione di quel Natale…..la sicurezza che mi davano le braccia di nonno, un’atmosfera calda e colma di affetto.
Degli altri Natali non ho ricordi, la vita era dura, nonno era morto, il mio papà era al di là della linea Maginot e di lui arrivavano rarissime notizie…. Ricordo solo che passavamo le feste a casa di nonna e una volta non avevamo potuto tornare a casa perché si vedeva da lontano San Giovanni pieno di soldati e si sentiva sparare. Eravamo tornate da nonna ed avevamo dormito tutte nel suo lettone: mamma, nonna e Marilù da un capo e io e Franchina ai piedi…. Che risate quella notte per noi piccole….. ma chissà che cuore stretto per nonna e mamma!!!
A casa noi facevamo sempre il presepe nello stesso angolo della camera da pranzo, come lo faceva papà prima di partire. Si preparava su uno dei grandi bauli, residui dei viaggi della famiglia di mamma nei vari spostamenti, ricoperto con la carta roccia.
Preparare il presepe era una grande festa: i primi di dicembre mamma prendeva le due grandi cappelliere che oramai contenevano tutti gli addobbi e noi scartavamo via via pupazzetti e animali, ognuno col suo nome, come vecchi amici…..i pastorelli, la lavandaia Giovanna, la vecchina con il paiolo della polenta, Diogene…che non si sa perché si chiamasse così…
Poi la capannuccia, le casine, il pozzo, il laghetto, le palme, la ghiaia per i vialetti e tante pecorelle…. Certo non rispecchiava l’ambiente ma alla fine era proprio bello!
Gli ultimi ad essere tirati fuori erano il bue e l’asinello, Giuseppe, Maria e il bambinello.
I re Magi invece restavano nella scatola in attesa del loro tempo….
La notte di Natale ero sempre io che mettevo Gesù sulla paglia (quanta pazienza le mie sorelle con me!!!!), per questo invece che a mezzanotte nasceva sempre più presto per farmi andare a dormire….