E il tempo passa

Poi cominciai a fare uno strano sogno …..anzi, più che un sogno era un incubo….

Mi succedeva sempre nei giorni di Natale….ed era Natale anche nel sogno: ero piccola, in casa e il solito angolo della camera da pranzo era occupato da un bel Presepe.

Ad un certo momento dal Presepe cominciavano a venire giù dei lupi inferociti che sembravano venirmi addosso e mi rincorrevano nel lungo corridoio. A quel punto mi svegliavo impaurita….

Non pensavo che fosse importante da raccontare, una volta sveglia passava tutto e me ne dimenticavo.

Più grandicella la cosa mi incuriosì perché era veramente strana, come se dentro di me fosse rimasta la paura di qualcosa che non sapevo spiegarmi, anche perché per natura non sono affatto paurosa.

Un giorno ne parlai con mamma e lei mi raccontò un avvenimento che era successo negli anni di guerra, quando avevo tre anni, e che io non ricordavo.

Nel nostro palazzo avevano nascosto un partigiano. Forse per una spiata la  cosa fu risaputa ed una notte all’improvviso arrivarono le SS facendo irruzione in tutti gli appartamenti, buttando tutto all’aria e cercando dappertutto. Arrivati da noi entrarono con violenza nelle camere, anche nella camera da letto dove noi tre sorelline dormivamo, accendendo la luce. Andarono subito via ma evidentemente la paura provata era rimasta nel mio inconscio (non ricordavo affatto l’avvenimento) e si ripresentava appunto nel periodo natalizio……tanto è vero che dopo quella spiegazione non feci più quel sogno.

Abbiamo sempre festeggiato il Natale  tutti insieme nella nostra grande famiglia. Quando eravamo ragazze ci si riuniva tutti insieme a casa di nonna, che era la più grande, e lì si facevano delle lunghissime tombolate, o 7 e ½, o Tombola russa. Dall’inizio del mese si mettevano da parte le monetine per i giochi – 5 o 10 lire – e un bel po’ di fagioli che alla fine della serata erano più in terra che sulla tavola…..

Il panettone era il dolce sovrano (il pandoro venne dopo), insieme a panforte, panpepato, ricciarelli e frutta secca con grandi bricchi di tè e qualche volta la cioccolata (ma era cioccolata vera, non in bustine, fatta sciogliendo i blocchi di cioccolato amaro)

A me, che ero la piccinina, toccava sempre recitare la poesia, in piedi su una sedia (altrimenti nessuno mi vedeva) e mi toccava fare un grosso sforzo a causa della mia timidezza. La recitavo ad occhi chiusi facendo credere di essere particolarmente ispirata!

Queste allegre e semplici feste durarono anche quando – sposate – si cominciarono a fare per i bambini.

Con le mie bambine trascorrevo sempre le vacanze di Natale a Roma, per stare un po’ più a lungo con mamma e la mia famiglia. Mio marito veniva su per il fine settimana, in più prendeva sempre qualche giorno libero.

Per organizzare i giochi io e la mia sorella maggiore andavamo a Piazza Navona, che per le feste si riempiva di bancarelle allora con tantissimi giochini e regalini da spendere poco, che ai bambini piacevano tanto. Con questi e con dolcetti vari facevamo i premi della tombola. Ce ne volevano tanti perché, per accontentare tutti i bambini (la famiglia era cresciuta a ritmo esponenziale, con una media di due o tre bambini per casa) i premi partivano dall’ambo su su fino alla tombola e ai tombolini…che a volte si moltiplicavano per due o per tre se si vedeva qualche luccicone in arrivo….così si riusciva ad accontentare tutti!

Come sembrano lontani quei tempi! Allora anche un appuntalapis era un gran premio ….altro che play station e varie….

Sono durate tanti anni queste riunioni di famiglia così belle e festose, poi la vita ha portato i suoi cambiamenti: i “vecchi” pian piano ci hanno lasciato tutti e sono stati sostituiti dalla mia generazione. I “piccoli” sono diventati grandi ed hanno preso le loro strade ed è diventato difficile ritrovarsi e la “quarta generazione”, i loro figli, quasi non si conoscono!

Gli ultimi a godere di questa “parentela” piena di amicizia ed affetto sono state le mie ragazze e i loro cugini – nonostante le distanze sono ancora tutti molto legati – e a noi vecchi sono rimasti ricordi tenerissimi, a scaldare il cuore!

  1. Fantastica Fausta, mi sono commossa. Mi hai fatto rivivere alcuni momenti dell’infanzia!!!! Quel sogno sui lupi poi fa capire come paure provate nell’infanzia rimangono nascoste dentro di noi per sempre per riemergere in momenti particolari. Ciao amica mia bella, buon proseguimento di Avvento.

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    • Grazie a tutti!
      Magari se un giorno me ne verrà voglia, stralcerò i ricordi dal resto del blog, più che altro per i nipoti, per vedere come era la vita non sugli stereotipi dei libri scolastici. Matteo – che ha cominciato a studiare storia – mi ha fatto più di una “intervista” sulla scuola e sui giochi “ai miei tempi”!!!

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  2. Sono belli questi tuoi racconti sul Natale che si viveva “un po’ di tempo fa” (diciamo così dai…:-))
    Mi ritrovo in quello che racconti, specie in quella bambina che recitava la poesia e in quella foto in bianco e nero. E la letterina con i brillantini, sotto il piatto di mamma e papà? Bellissimi ricordi che rimangono dentro e scaldano il cuore.
    Un caro saluto

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