San Sebastiano

Una delle passeggiate che amavo di più quando, bambina con papà e poi ragazza, vivevo a Roma, era quella che mi portava alle Catacombe di San Sebastiano fuori le mura, un complesso archeologico sull’Appia antica.

Dalla finestra della cucina, prima che cominciassero a costruire palazzi e palazzoni, vedevo gli studi cinematografici della Dear e, cosa degna di nota, il Mausoleo di Cecilia Metella. Più o meno 4 Km che allora erano una “passeggiatina” – oltre a tutto la bellezza delle strade che percorrevo faceva sì che non era possibile sentire la stanchezza.

Nel 1° sec.d.C. il sito veniva usato per sepolture pagane e cristiane. In seguito era diventato il luogo privilegiato dove si radunavano i cristiani per i loro riti e per la sepoltura.

Probabilmente all’inizio erano stati sepolti lì anche S. Pietro e S. Paolo, poi vi furono seppelliti i martiri Sebastiano ed Eutichio. La grande devozione per San Sebastiano considerato colui che interveniva in favore dei sofferenti fece sì che Costantino fece erigere sopra le catacombe una grandiosa basilica e la zona – prima chiamata “Memoria Apostolorun” fu dedicata proprio a San Sebastiano.

Venendo qui a Firenze ho trovato ancora San Sebastiano, protettore della Misericordia.

La “venerabile Arciconfraternita della Misericordia” , da cui hanno preso vita quasi tutte le altre associazioni di volontari per il soccorso (a Firenze in caso di bisogno si dice “chiama la Misericordia, che in realtà vuol dire “chiama l’ambulanza”) celebra la sua festa il 20 gennaio, data presumibile della morte del santo, con la Messa celebrata al mattino nella cappella della Misericordia di piazza del Duomo, alla presenza di tutte le autorità cittadine, e alla sera con il canto solenne dei Vespri, il Panegirico del Santo e la Benedizione.

Nel 1581 furono stanziati fondi al fornaio del campanile per “picce 150 di panellini”.

Da allora, in ricordo dell’evento, la Misericordia dona agli “Ascritti” e ai fiorentini i panellini benedetti in segno di solidarietà e carità.

Per tutta la mattina i volontari portano i panellini alle scuole, agli ospedali, ai ricoveri e agli uffici, mentre alla sede della Misericordia vengono offerti a chiunque si presenti.

Questo è il primo anno che non sono riuscita a passare a prendere il mio panellino…..

  1. Mio suocero è stato Fratello della Misericordia per 40 anni, non passava anno che non portasse a casa il panellino. Si dà tutto per scontato, poi ci accorgiamo la mancanza anche di queste piccole cose. Un abbraccio

    Ciao Fausta! Arcangela

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  2. Sei una fonte di ricordi, notizie, tradizioni. Sono curiosa in senso buono: perchè non sei riuscita a prendere i panellini quest’anno?
    Mi è sfuggito qualcosa? Non stai bene oppure impegnata diversamente?Bacioni.

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    • Tutto insieme cara Lucetta: prima di tutto non mi sono resa conto della data, poi una noiosa sciatica che mi rende molto difficile muovermi…. era tardi e avrei dovuto prendere l’autobus solitamente pieno soprattutto al ritorno. Però mi è dispiaciuto…..

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  3. Fausta mi complimento per il bellissimo itinerario che hai proposto, pieno di storia e bellezze naturali. Dalle mie parti, in Umbria, è tradizione distribuire piccoli pani benedetti per la festività di San Antonio, pani che venivano conservati per lungo periodo nelle madie, quasi come reliquie.
    Un saluto carissimo
    Lucia

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  4. Buongiorno Fausta, io sono triste nell’accorgermi che tante tradizioni svaniscono e tante belle “costruzioni” “spariscono” dietro a cumuli di cemento senza storia e senz’anima 😦
    Un abbraccio.

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  5. Molto interessante è stato questo excursus su San Sebastiano, dapprima dal punto di vista archeologico, poi dal punto di vista sociale.
    Veramente complimenti per tutte queste informazioni.
    Grazie per il passaggio dal nostro Caffè letterario cha da poco ha riaperto i battenti.
    Un caro saluto

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