Domenica delle Palme

L’olivo benedetto vuol trovar pulito e netto

 Quante volte, all’avvicinarsi della Pasqua ho sentito ripetere questo proverbio!

Quello delle pulizie pasquali era quasi un rito di rinnovamento: bisognava preparare la casa per consentire all’olivo – simbolo di benedizione e di pace – di trovare la casa già pulita e rinnovata.

Per questo si cominciava per tempo, ognuno con il suo compito, ed era impossibile non dare una mano… ricordo il mio primo compito a cui mi dedicavo con impegno come se fosse la cosa più importante! Dovevo lucidare le maniglie di porte e finestre. Avevo più o meno 6 anni ed avevo in dotazione dei panni di tela bianca, uno di lana ritagliato da abiti o golf non più usati ma conservati per queste occasioni e una lattina di “sidol” un liquido apposito che faceva annerire panni e mani ma, dopo il passaggio finale del panno di lana, lasciava le maniglie luccicanti come nuove.

Che orgoglio a lavoro finito!

In campagna poi questo lavoro veniva fatto proprio per permettere alla natura che rinasceva, con il giungere della primavera, di pulire e svecchiare campi e vigne.

Ed è proprio in questo periodo che si potano gli olivi.

 Così il legame con la Domenica delle palme diventa chiaro…

In questa domenica, che precede la Domenica di Pasqua, vengono benedetti i ramoscelli d’olivo o i rami di palma per ricordare l’ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma e di olivo, alberi che abbondano in quelle regioni, la stessa folla che – istigata dai farisei – pochi giorni dopo gli preferì Barabba.

Alla fine della celebrazione i fedeli portano a casa un ramoscello di olivo benedetto, come simbolo di pace….

Ma forse sarebbe meglio come domanda sempre attuale: tu da che parte stai?

25 marzo

Chi arriva a Firenze il 25 marzo si trova nel mezzo di una festa e può capitare anche che qualcuno gli faccia gli auguri di buon anno….

Incontrerà un Corteo Storico che partendo dal Palagio di Parte Guelfa, attraverso le vie del centro, arriva fino alla Basilica della SS: Annunziata, recando un omaggio di gigli bianchi alla Cappella della Sacra Effige dove si venera l’immagine dell’Annunciazione nella quale il volto della Vergine è stato, secondo la leggenda, dipinto dagli angeli.

Troverà anche nella grande piazza antistante la Basilica un grande mercato e in tutta la città altre manifestazioni, mostre e concerti.

Perché il 25 marzo a Firenze si festeggia il Capodanno.

Dal medioevo fino al 1750, il 25 marzo – giorno nel quale la Chiesa festeggia l’Annuncio dell’Incarnazione, fu scelto dalla città di Firenze, particolarmente devota alla Madonna, come inizio del calendario civile.

In questo giorno le genti del contado arrivavano in città per rendere omaggio alla Sacra Effige, riversandosi nella piazza dove erano banchi con frutta e verdura che servivano per nutrire i pellegrini, insieme a fiori, candele, ex voto che poi venivano portati all’interno della Basilica.

Nel 1582 entrò in vigore il Calendario Gregoriano che fissava l’inizio dell’anno al 1° gennaio, ma Firenze continuò a considerare il 25 marzo come il suo Capodanno, fino a che,  nel novembre 1749,  il Granduca Francesco III di Lorena emise un decreto che fissava anche per Firenze il 1° gennaio come inizio dell’anno civile.

La cittadinanza fu sconvolta da questo decreto tanto da affiggere, sottola Loggia de’ Lanzi, una lapide che ricorda il momento del cambiamento.

Firenze però continua a festeggiare questa data celebrandone il ricordo.

Buon anno a tutti!!!

Buontalenti

Quando mia figlia trova una ricettina che le stuzzica l’appetito, prima di farla ai suoi amici passa da casa e la sperimenta avendo come cavie il suo babbo e me.

Ieri sera era venuta anche una sua amica, che da anni è “di casa” qui da noi e che ci ha portato il gelato.

Perché fosse sicuramente buono è passata a prenderlo da Roberto che da qualche anno contende al più famoso Badiani il primato del gelato “Buontalenti”.

La mia passione per il gelato mi ha fatto venire voglia di conoscere meglio le origini di questo meraviglioso prodotto.

 La storia del gelato è affascinante e le sue origini partono proprio da Firenze, ma pare che i primi gelati fossero realizzati dai Greci e dai Romani mescolando frutta, miele e neve.

 Nel XV secolo alla Corte dei Medici fu indetta una gara culinaria dal titolo “Il piatto più singolare che si fosse mai visto”, a cui chiese di partecipare anche un certo Ruggeri, pollivendolo e cuoco a tempo perso (per hobby diremmo ora…). Il suo “ghiaccio all’acqua inzuccherata e profumata” vinse la competizione conquistando i giudici.

Caterina de’ Medici lo volle al suo matrimonio e si sparse la sua  fama tanto che suscitò l’invidia degli altri cuochi. Una notte venne picchiato e derubato e da quel momento preferì tornare ai suoi polli…..

 Sempre a Firenze, nel 500, un famoso architetto, scultore e pittore – Bernardo Buontalenti – anche lui con l’hobby della cucina, colse al volo l’occasione di passare dalle portate per il pranzo al dolce e quindi al gelato, quando gli fu chiesto di organizzare una festa che avrebbe dovuto lasciare a bocca aperta le personalità italiane e straniere che sarebbero intervenute.

Alla festa, dopo un gustoso pranzo, presentò i suoi “favolosi dolci ghiacciati” che riscossero un successo strepitoso. Le sue ricette ben presto superarono i confini dell’Italia per raggiungere tutta l’Europa.

 La prima gelateria al mondo aprì a Parigi nel 1630, il Cafè Procope di Francesco Procopio dei Coltelli, nobiluomo siciliano, che perfezionò la tecnica produttiva del gelato, mentre il primo cono nacque per caso negli Stati Uniti, a Saint Louis. In quell’occasione, un gelataio, avendo finiti i contenitori in carta, utilizzò le cialde rimaste invendute ad un commerciante che aveva il banco accanto al suo.

 Nel 1979 i commercianti fiorentini indissero un concorso per ricordare l’opera del Buontalenti. Vinse un gelato a base di crema e panna, che conquistò il cuore dei fiorentini e di tutti gli amanti del buon gelato.

 Questo meraviglioso gelato venne chiamato “Buontalenti”….. 

 ….e per chiudere questa chicca….io li ricordo i carretti dei gelati, un po’ più moderni ma sempre con tre o quattro gusti al massimo….