Il 2 giugno dovrebbe essere una data importante per gli italiani.

Nel 1946 il 2 giugno segnò un passaggio storico di un valore inestimabile; in questa data l’Italia scelse di diventare una Repubblica; in questa data per la prima volta, le donne andarono alle urne per far sentire anche la loro voce: ricordo bene con che orgoglio mamma andò a votare, consapevole dell’importanza di questa scelta. Indossava lo spolverino chiaro che le stava così bene e un cappellino grazioso (mamma non sarebbe mai uscita senza cappello, neanche se andava a fare la spesa…..)

Allora, dopo anni di guerra e di oppressione fascista, finalmente si nominava la parola “pace”.
Io, come tantissimi italiani, voglio ricordare quel giorno in cui si scoprì finalmente un’Italia unita, voglio che il filo della memoria si mantenga vivo per ricordare a noi stessi che l’Italia c’è –anche se in questi giorni più che un paese unito sembra un paese che sta sprofondando sempre più nella crisi, litigioso, che ha bisogno di un evento tragico come il terremoto per riscoprirsi solidale.
Anche quest’anno ci saranno i consueti festeggiamenti, fra le mille polemiche su “parata sì – parata no”
Voglio un attimo uscire da questo “testa a testa”, ognuno nella strenua difesa della propria idea.
Ma è proprio necessario ricordare con tanto spreco di finanze, un paese che per costituzione rifiuta la guerra ha proprio bisogno di fare sfoggio del suo esercito, delle armi e dei mezzi militari?
Le ragioni portate a favore dell’una o dell’altra parte sono state più che altro di carattere “monetario”. Si spende troppo, è uno spreco di denaro che sarebbe meglio utilizzare per aiutare le popolazioni terremotate a riprendersi dalla tragedia che ha tolto loro case, lavoro, vita (ed è vero)……..oramai il denaro è stato già speso, rimane una cifra che non sarebbe d’aiuto (ed è vero)…… dobbiamo tanto più ora riconoscerci come popolo unito per riprendere la speranza (ed è vivo).
Semplicemente stringersi intorno a chi, in questo momento, ha più bisogno, lavorare tutti insieme per permettere loro di ricominciare a vivere, con tutti i mezzi possibili….non sarebbe la più bella manifestazione di unità, il modo migliore per “festeggiare” il nostro paese che amo nonostante tutto e al quale mi sento orgogliosa di appartenere?

La ricordiamo la nostra Costituzione? Questi i principi fondamentali:
Art. 1
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.
Art. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Art.7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.[1]
Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. [2]
Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Art. 10
L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Art. 11
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Art. 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.
