Sono stata a Roma.
A volo d’uccello, dalla mattina alla sera, per salutare mio nipote (figlio di una delle mie sorelle, che ci ha lasciato ormai da tanti anni) – missionario in Argentina – che una volta all’anno torna in Italia per qualche giorno. Quest’anno non poteva venire a Firenze così sono andata io.
Ci siamo ritrovati a casa dell’altra sorella per stare un po’ insieme, in tutta semplicità ma con tanto affetto.
Ma non è questo il tema ….
Ho viaggiato in treno: mi piace tanto, mi rilassa, mi incuriosisce…. C’è tanto mondo su un vagone!
Ho sempre con me un libro, oramai la linea passa tanto in galleria che c’è poco da vedere dal finestrino, ma più che altro mi piace osservare. All’andata davanti a me c’erano marito e moglie indiani, visi bellissimi e occhi scintillanti. C’è stato uno scambio di sorrisi…. Accanto una ragazza: ha messo su le cuffiette ed ha ascoltato musica per tutto il tempo, fortunatamente con educazione per cui sentiva solo lei…..
Il treno veniva da Milano ed era abbastanza presto: c’erano tanti computer accesi, qualcuno per lavoro ma ho visto anche fare dei giochini! Comunque un viaggio molto tranquillo.
Ma non è questo il tema….
A Roma un caldo tremendo, più o meno come quello che avevo lasciato a Firenze……solo che a Roma c’è il ponentino che dà un po’ di respiro.
Mia sorella abita sulla linea della Metro ma io prendo il taxi per il gusto di guardare le “mie” strade. Il taxi fa il percorso che facevamo sempre a piedi per andare a casa di nonna che abitava vicino alla stazione: via Cavour, S. Maria Maggiore, via Merulana, San Giovanni, via Appia Nuova…..passando do un’occhiata da lontano alla casa dove ho vissuto per 27 anni…poi via Gela…..arrivata!
La gioia di rivedersi: i miei viaggi a Roma sono sempre meno frequenti ed era veramente tanto che non rivedevo mia sorella…..dovrei riuscire a creare più occasioni ma non è facile neppure per me…..
Ma non è questo il tema…..
Il treno del ritorno partiva alle 18.15.
Saluti, abbracci…un po’ di nostalgia…
Mi avvio con un certo anticipo: il mio vagone è alla metà del treno il che vuol dire che dovrò fare un bel pezzo prima di raggiungerlo e non sono certo il tipo da fare la strada di corsa!
Cerco il mio posto, fortunatamente accanto al finestrino come all’andata: di fronte a me due giovani sposi, spagnoli….accanto una ragazza che passa tutto il tempo a correggere dei fogli, forse sta preparando un esame. Dall’altra parte del corridoio una signora dall’aspetto molto piacevole, un po’ folk (ma non è una ragazzina), uno splendido sorriso. Mi ricorda un po’ i film western americani: chiede con gentilezza in un piacevole italiano, se c’è qualcuno che scende a Firenze per svegliarla altrimenti corre il rischio di arrivare dritta a Milano se si addormenta. Poi scoprirò il perché…
Ma non è questo il tema…..
Il fatto è che il vagone è pieno di famiglie e di bambini, oramai chiaramente stanchi da più di un’ora di treno…arrivano da Napoli.
E’ un continuo urlare e piagnucolare. Ed è qui il punto. Due bambini alle mie spalle dopo un po’, per fortuna, si addormentano. Davanti invece, ma non capisco a che altezza dello scompartimento ce ne è uno che piange, arrabbiatissimo, inconsolabile. Si capisce che la mamma non riesce a calmarlo, un po’ lo sgrida, un po’ gli fa promesse …ma nulla.
Ad un tratto sento una voce “Ti va se ti racconto una favola?”. Il bimbo tace improvvisamente e la voce racconta di fate e gnomi.
Alla fine “Ne sai una anche tu?”. E la vocetta del bimbo racconta Cappuccetto Rosso…. È molto carino … Alla fine “Che dici, ne inventiamo una insieme?” “Sììììì”. E via con castelli, maghi e principesse, la favola si snoda a due voci. Ho l’impressione che non sono solo io persa ad ascoltare quella magia….
Così siamo arrivati a Firenze. “Saluta la signora….” “Ciao signora, posso venire a casa tua?”
Ho cercato di intuire chi fosse la “maga delle favole”, forse una nonna o una maestra. Chiunque fosse….anche una fata….. ha fatto fare un viaggio particolare a quel bambino…. Credo gli rimarrà nel cuore per sempre…
Sveglio la signora che si era appisolata…. Ci avviamo verso l’uscita chiacchierando, ed anche questo è stato un dono in più di questo viaggio. Ci raccontiamo come fossimo vecchie amiche. Lei, australiana ma trapiantata a Firenze ormai da 25 anni, torna dall’essere andata a trovare la mamma, un viaggio pazzesco – quasi due giorni tra aerei e treni ed è stanchissima
Parliamo di Firenze, dei fiorentini, della diversità di carattere….australiani e romani a cuore aperto….fiorentini che vanno scoperti prima che ti diano il cuore….
Fuori della stazione le nostre strade si dividono.