Un’amica

Ho ricevuto in dono un delizioso quadretto:

Con l’autrice, Roberta, ci conosciamo da una vita…..quasi tutta la vita dei nostri figli.

Da tanto tempo le avevo promesso di andarla a trovare per vedere i suoi quadri: non avevo potuto andare alla sua ultima mostra e c’era il piacere reciproco, lei di farmeli vedere ( almeno quelli che ha in casa) ed io di vederli finalmente!.

Così qualche giorno fa arrivo a casa sua (con una piantina di ciclamini per farmi perdonare il ritardo).

Chiacchieriamo un po’, già in cucina ci sono alcuni dei suoi quadri, in carattere con l’ambiente.

Roberta mi racconta di come è iniziata la sua “carriera” di pittrice.

Una volta andata in pensione, aveva deciso di “mantenere il cervello in movimento” per cui si era iscritta all’Università dell’Età Libera.

La sua grande passione per il disegno le aveva fatto scegliere un corso di pittura, tenuto da un ottimo pittore. Sono passati circa 12 anni e Roberta è diventata una quotata pittrice, ha già fatto alcune mostre e si sta facendo strada nel modo dell’arte.

I suoi quadri parlano della casa attraverso i semplici oggetti di tutti i giorni, lo strofinaccio, un vaso, la frutta,

raccontano del suo amatissimo paese, Lari, in provincia di Pisa

 e della sua campagna, la campagna toscana, con i suoi campi fioriti e le distese di grano, i cipressi, i castagni e gli ulivi, con la morbidezza delle sue colline.

Parlano di lei, del suo sguardo sorridente sul mondo, sia nelle grandi tele che nei quadri più piccoli a tempera e ad olio, tanto che anche una giornata di nebbia riesce a trasmettere tanta serenità.

E, siccome il suo amore per Lari non si limita al dipingerla ma passa anche attraverso la cucina e la conservazione dei prodotti della sua terra, sono tornata a casa con il quadro e con un barattolo della sua eccellente marmellata….

 

 

Penso alle parole di Alda Merini e penso che ancora niente è cambiato sulla situazioni delle carceri in genere ed in particolare dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo.

Seguirò gli sviluppi di questa iniziativa e se sarà possibile dare una mano…….

4 ottobre San Francesco d’Assisi

La vicenda umana e spirituale di san Francesco è unica e straordinaria.

Francesco nasce, tra il Dicembre 1181 e il Settembre 1182 da Pietro Bernardone dei Moriconi, ricco mercante di stoffe, e dalla  nobile Signora Pica Bourlemont, che inizialmente dà al figlio  il nome di Giovanni fino a che il padre al ritorno dalla Francia dove era per affari, lo cambia in Francesco.

Fino ai 24 anni Francesco conduce una vita dissoluta finché riceve in sogno la chiamata del Signore.

Rinuncia pubblicamente nella piazza del Vescovado di Assisi agli averi paterni e si incammina verso una vita di preghiera e di obbedienza a “Sorella Povertà”

Gli inizi sono molto difficili in quanto le idee di San Francesco sulla povertà e sulla semplicità della vita non sono comprese né dalla gente e né dal clero

Piano piano però le genti di Assisi, vedendolo riparare con tanta gioia la chiesa di San Damiano

cominciano a cambiare l’opinione su questo stravagante giovane e così, dopo qualche tempo, gli si affiancano i primi seguaci, primo fra tutti Bernardo di Quintavalle e frate Leone, la “pecorella del Signore”, fino a ritrovarsi in 12.

Francesco e i suoi compagni iniziano a viaggiare per tutta l’Umbria per portare a tutti la Buona Novella. Tantissimi sono gli episodi della sua vita che raccontano i suoi gesti che hanno il sapore del miracolo, come il parlare con gli uccelli o l’incontro con lupo di Gubbio

 Ma sebbene l’iconografia sia costellata di avvenimenti pieni di poesia, la fede e l’amore per Gesù e tutti i fratelli era tutt’altro che sdolcinato anche se la gioia è stata la sua costante compagna.

“Se vuoi essere perfetto va e vendi tutto quello che possiedi e donalo ai poveri, così avrai un tesoro in cielo
Non portare alcuna cosa per via, né bastone, né bisaccia, né calzari, né argento
Chi vuol venire dietro di Me, rinunzi a se stesso, prenda la sua croce e mi segua”

 Queste parole dei Vangeli ispirarono a Francesco la prima Regola che delineò lo stile di vita suo e dei suoi compagni.

Nel 1224 San Francesco riceve le stigmate, un miracolo mai accaduto prima di allora se non al Figlio di Dio.

Sentendo vicina la morte San Francesco si fa riportare da Siena ad Assisi e più precisamente alla Porziuncola la piccola cappella ove morirà su un giaciglio sulla nuda terra il 4 ottobre 1226.

Nel 1939 Papa Pio XII proclamò San Francesco il Patrono d’Italia.

PREGHIERA SEMPLICE

 O Signore,
fa’ di me
uno strumento
della tua pace
Dov’è odio
ch’io porti l’amore;
Dov’è offesa
ch’io porti il perdono
Dov’è discordia
ch’io porti l’unione;
Dov’è dubbio
ch’io porti la fede,
Dov’è errore
ch’io porti la verità;
Dov’è disperazione
ch’io porti la speranza

Dov’è tristezza
ch’io porti la gioia;
Dov’è tenebra
ch’io porti la luce
Oh! Maestro, fa’ che
io non cerchi tanto
d’ essere consolato,
quanto di consolare
D’essere compreso,
quanto di comprendere
D’essere amato,
quanto di amare
Poiché é dando
che si riceve
Perdonando
che si é perdonati,
Morendo, che si
risuscita a Vita Eterna.

OTTOBRE

 O silenzioso mite mattino d’ottobre,

le foglie son mature per cadere;

il vento di domani, se avrà forza,

le spazzerà via tutte.

Chiamano i corvi sopra la foresta;

domani forse a stormi se ne andranno.

O silenzioso mite mattino d’ottobre;

lento comincia le ore di questa giornata.

Fa’ che il giorno ci sembri meno breve.

Non ci dispiace se tu dolcemente ci illudi,

illudici nel modo che tu sai.

Stacca una foglia allo spuntar dell’alba,

a mezzogiorno stacca un’altra foglia;

una dai nostri alberi, ed un’altra

molto lontano.

Trattieni il sole con nebbie gentili;

incanta la campagna d’ametista.

Ma piano, piano!

Per amore dell’uva, se non altro,

i cui pampini bruciano nel gelo,

i cui grappoli andrebbero distrutti

per amore dell’uva lungo il muro.

(R. Frost)