…”Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perchè vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”….. (Matteo 18)
….per non dimenticare mai…..
Il 27 gennaio – giorno in cui nel 1945 le truppe sovietiche entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz, nella Polonia sud-occidentale, liberandone i pochi superstiti e rivelando al mondo il genocidio perpetrato dal regime nazista – è stato scelto come giorno in cui si fa memoria dell’olocausto, di una sistematica volontà di annientamento di un popolo attuata dallo stato tedesco.
A questa memoria voglio unire quella di tutti gli olocausti che sono avvenuti e, tragicamente,
stanno avvenendo ancora oggi.
Lo voglio ricordare con la bella poesia-acrostico di una carissima amica.
All’arrivo si crollava sui binari,
Ridotti come bambole stracciate,
Bersagliati da mille militari,
Estraniati dall’anime strappate.
Il lavoro ci stremava le reni,
Tremavamo, come cavalli stanchi,
Muovendoci gelati tra quei treni.
…
Auschwitz era il tuo nome dannato,
Capoluogo dell’ingiustizia umana,
Hai cambiato la Storia ed il mio Fato.
…
Tornerò e spezzerò il filo spinato,
Farò uscire tutti gli internati,
Risorgeranno i figli degli ebrei,
E scorderanno gli orrori di ieri,
Impareranno a creder nel domani .
(Adele Libero)
Giovedì scorso, dopo tanti giorni grigi, era finalmente uscito un po’ di sole e con una cara amica abbiamo deciso di uscire per gustare un anticipo di primavera: la scelta è caduta su una azienda agricola, la Toscogarden, che si trova alle pendici della Calvana, a Calenzano (Firenze).
Questo “monte” deve il suo nome al fatto di essere così spoglio da farlo somigliare ad una testa calva.
Il vivaio è diviso in tre settori: arredo, piante e animali.
Non era possibile visitarlo tutto per cui abbiamo lasciato la parte dove si trovano gli animali ad una prossima volta e siamo entrate nel grande spazio coperto immerso nel verde. All’inizio troviamo la sezione arredo, dove l’artigianato fa la parte del leone: teneri animali di stoffa o feltro
oggetti di legno, ceramiche col cappottino
cestini e oggetti in metallo
tutte cose veramente simpatiche, da desiderare di portarle a casa tutte…..ma avevo deciso che non dovevo spendere e mi sono limitata ad un minuscolo cestino in ferro battuto e una campanellina
Anche le piante fanno parte di questo spazio con esempi di ambientazione in casa o sul balcone
compreso un laghetto da giardino in cui mi aspettavo di vedere dei pesciolini rossi invece ci sono dei barbi ciccioni.
Poi si passa nella grandissima serra: non ci sono ancora tante piante in fiore, è ancora troppo presto, nonostante ciò la serra è un tripudio di colori. Piante bellissime e sane tanto che anche il verde, nelle sue sfumature, ha la vivacità dei colori
E poi ciclamini di tutte le misure e di tutti i colori
garofanini
anthurium e stelle di Natale
e la deliziosa Ardisia crenata con le sue bacche rosse che mette allegria a vederla!
Non smetto mai di stupirmi del miracolo della natura che, per ogni stagione, ha sempre piante, arbusti, alberi che danno gioia al cuore, perfino gli alberi con i loro rami spogli hanno una bellezza malinconica, col loro senso di attesa della nuova linfa che porterà nuova vita.
…e il nostro quieto chiacchierare di vita e di semplicità….
“Non erano tre, non erano re, non erano maghi”
Mi è rimasta impressa questa omelia che ho ascoltato tanti ani fa.
L’Epifania non è la festa dei Magi….l’episodio raccontato si presta a tante rappresentazioni piene di fascino, a tanti interrogativi: chi erano, quanti erano, perché proprio quei doni, li guida una stella o una cometa? Ma il Vangelo è scarno, non dà risposte perché è un altro il significato di questa festa che tanto spesso viene messa da parte per dar più risalto alle tante stelle che gli uomini seguono: e non penso tanto alla Befana, che ha un suo piccolo posto come a ricordare quei doni portati al Bambino….ma penso – per esempio – a quelle code lunghissime davanti ai negozi pur di comprare qualcosa….che serva o che non serva….ma ci sono i saldi e bisogna “approfittare, o alle vacanze che finiscono in tragedia o a pranzi e cenoni quando tanta parte del mondo muore di fame….
Queste sono stelle che cercano solo di coprire il vuoto esistenziale del mondo, e che danno gioia solo per pochi momenti.
La festa dell’Epifania invece ci invita a riflettere: perché il Figlio di Dio si è fatto uomo? Non per restare nascosto ma per manifestarsi a tutti, pastori e Magi, poveri e ricchi, piccoli e sapienti…..tutti sono invitati a rivolgere lo sguardo più in là, ad una “stella” che dia senso alla vita, che apra i cuori all’amore, al rispetto, alla condivisione, alla gioia….
Si dice “Pasqua Epifania tutte le feste le porta via”….. finite le feste inizia il cammino…
“Nonna, ma tu l’hai mai vista la Befana?”
“Certamente! Quando ero piccina come voi” – comincia la nonna – Babbo Natale non aveva ancora trovato la strada dell’Italia e così soltanto la Befana veniva a portare i regali ai bambini. Non c’era nemmeno la possibilità di comperare tante cose durante l’anno (era tempo di guerra) – solo un regalino per il compleanno ed era certamente qualcosa di “utile” – e così l’attesa del 6 gennaio era veramente grande! Sedete qui che vi racconto una storia….”
Paoletta già da tempo stava pensando cosa chiedere alla Befana: non si poteva chiederle troppo, bastava guardare il suo vestito per capirlo!! Doveva fare in fretta, bisognava lasciarle il tempo di cercare i doni nei suoi negozi lassù nel cielo: la sua scopa non era mica veloce come quella di Harry Potter!!
Paoletta bussa alla porta di Marilù. La sua sorellina va già a scuola ed è sempre lei che l’aiuta quando c’è qualcosa da scrivere…Con la letterina in mano Paoletta va in cucina e dà la letterina alla mamma, che la posa sopra i fornelli, e guarda nella cappa del camino: è buio lassù… la Befana verrà a prenderla?
Per un istante si spengono le luci di casa……. Quando si riaccendono la letterina non c’è più. Paoletta tira un sospirone: anche per quest’anno la vecchietta è passata!! In fin dei conti ha cercato di essere brava e qualche regalino se lo merita.
Che fatica aspettare il giorno dell’Epifania! Paoletta è sveglia prestissimo: la sera prima ha apparecchiato la tavola per la vecchina – avrà certo fame dopo tanto viaggiare!
Un’occhiata in cucina (evviva…ha mangiato tutto!) e poi in camera da pranzo: la tavola è piena di doni, c’è anche quella bambola che non aveva avuto il coraggio di chiedere…..
E’ iniziato il nuovo anno con tutte le novità belle o brutte che vorrà portarmi.
Col passare degli anni ho imparato che ogni avvenimento della mia vita, dal più bello al più brutto, mi ha fatto crescere, mi ha insegnato a comprendere ed accogliere l’altro così come è….. perchè, in fondo, è come me un passeggero su questa terra che dovremmo amare di più.
Per questo ho “cambiato l’abito” al blog. Come quando si fanno dei lavori in casa per il gusto di vederla un po’ rinnovata…
Non troppo, renderlo totalmente diverso mi avrebbe fatto sentire ospite a casa mia…..Spero che vi piaccia
Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.
Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli…
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.
Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.
(Pablo Neruda)