Ricordando Auschwitz

 

 Il 27 gennaio – giorno in cui nel 1945 le truppe sovietiche entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz, nella Polonia sud-occidentale, liberandone i pochi superstiti e rivelando al mondo il genocidio perpetrato dal regime nazista – è stato scelto come giorno in cui si fa memoria dell’olocausto, di una sistematica volontà di annientamento di un popolo attuata dallo stato tedesco.

A questa memoria voglio unire quella di tutti gli olocausti che sono avvenuti e, tragicamente,

stanno avvenendo ancora oggi.

Lo voglio ricordare con la bella poesia-acrostico di una carissima amica.

 

auschwitz

 

 

All’arrivo si crollava sui binari,

Ridotti come bambole stracciate,

Bersagliati  da mille militari,

Estraniati dall’anime strappate.

 

Il lavoro ci stremava le reni,

Tremavamo, come cavalli stanchi,

Muovendoci gelati tra quei treni.

Auschwitz era il tuo nome dannato,

Capoluogo dell’ingiustizia umana,

Hai cambiato la Storia ed il mio Fato.

Tornerò e spezzerò il filo spinato,

Farò uscire tutti gli internati,

Risorgeranno i figli degli ebrei,

E scorderanno gli orrori di ieri,

Impareranno a creder nel domani .

 

(Adele Libero)

 

  1. è la forza di questa gente che ha continuato a credere nella bontà dell’uomo nonostante ne abbia subito tutta la cattiveria, che ci insegna a lottare affinchè non si ripetano altri orrori La libertà e il rispetto verso ogni individuo vanno difesi ad ogni costo Ciao grazie per questa toccante poesia Buona domenica

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  2. La memoria di qs giorno che fa pensare agli stermini umani che tutt’ora pervadono il mondo, infonde in me tanta tristezza. Perché l’uomo non riesce a capire quanto sia importante rispettare e condividere con gli altri la ns vita?

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  3. Una persona mi ha chiesto che senso ha ricordare una cosa che è successa tanto tempo fa….. per me ha senso e come….. meno male che lo ricordiamo sempre e intanto l’uomo non smette di uccidere i suoi fratelli. Ciao Fausta. Ah… la poesia è bellissima!

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  4. Non c’è nulla da aggiungere a quanto hai scritto, perché il monito di Auschwitz pare non aver sortito alcun effetto, I genocidi, in nome delle più svariate crudeltà, continuano senza che ci sia indignazione più di tanto.
    Molto incisiva e profonda la poesia done compare la frase imbolo di Auschwitz

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  5. Grazie alle amiche che hanno commentato. Hanno ragione, una poesia non basta per cambiare la testa (potrebbe essere uno slogan) a chi ce l’ha storta, a chi continua ad uccidere in nome di ideali inesistenti, o anche giusti, ma che devono essere perseguiti sempre senza violenza.

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