Nonno Giuseppe

Dedicata allo splendido “nonno poeta” di una giovane attrice a me molto cara, con il mio augurio più affettuoso per il suo novantesimo compleanno!

SONO UN ITALIANO

Sono italiano e di rispettar mi sento
E vorrei l’Italia come una volta era
E vorrei creare un movimento
Che dia onore alla nostra Bandiera
Perché il suo amore or si è spento
Mentre sventolava su ogni criniera.
Europei eravamo anche noi anziani
Ma l’amor patrio han fatto a sbrani.

Ed or dico ai giovani italiani:
E’ in pericolo il vostro avvenire
E dalla civiltà siete più lontani
E voi uniti dovreste intervenire
Per far rifiorire l’Italia domani.
E con energie vi prego di agire
che il vecchio sistema è male usato
va cambiato e non rammendato.

Ed il rotto non va rattoppato
Che rovinerebbe anche il nuovo .
E il vecchio sistema archiviato
E ai buoi va cambiato il giovo (parte dell’aratro che collega 2 buoi tra loro)
Ed il popolo tutto va aiutato
Se no tutto finisce senza il rinnovo.
E questo sistema è balordo
Ed è muto, cieco e sordo.

E di sopraffazione è ingordo
E la classe politica è fasulla,
Per rubare son molti d’accordo
Ma il sistema sempre più barculla (barcolla)
E navigan con ignoranza a bordo
Ed ogni movimento frulla.
E Domenica andiamo a votare
E prego Dio ci aiuti a cambiare.

Giuseppe Cappelletti
(3° elementare, classe 1923, 90 anni il 21 Febbraio)

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Candelora

2 febbraio. La Chiesa ricorda la presentazione di Maria al Tempio per la purificazione in quanto per gli ebrei, dopo il parto di un maschio, la donna era considerata impura per 40 giorni.

Le origini della festa però sono molto più antiche. A Roma, alle idi di febbraio, si celebravano i Lupercali che servivano a propiziarsi la fertilità.

Per la tradizione celtica questa festa, chiamata Imbolc (nel grembo) è legata alla dea Brigit  divinità del fuoco e della guarigione. Con l’avvento del cristianesimo si celebrò la festa in onore di santa Brigida.

Nel lunario toscano del 1805 si legge che, per togliere l’antica usanza di celebrare la dea Februa (Giunone purificata) si benedicevano le candele per la processione, candele che poi i fedeli avrebbero poi portato nelle case.

Siccome la festa cade proprio nel periodo in cui le semine d’autunno sono quasi pronte per la germinazione, in questo giorno si traggono auspici per il futuro e ne sono nate piccole filastrocche.

Ogni luogo ha la sua ….cambia il dialetto ma più o meno le indicazioni sono simili…..però è nata una scherzosa diatriba tra me e mio marito:

 a Firenze dicono:

 « Per la santa Candelora
se nevica o se plora
dell’inverno siamo fora;
ma se l’è sole o solicello
siamo sempre a mezzo inverno »

 A Roma dicono:

“Quando vien la Candelora
de l’inverno semo fora;
ma se piove o tira il vento
de l’inverno semo dentro.”

Chi avrà ragione?

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