Complice l’arrivo di un nipote, di un amico dall’Argentina, di una giornata di ferie presa dalla figlia e una splendida giornata di sole…qualche giorno fa abbiamo fatto una gita, un po’ per stare insieme, un po’ per far conoscere i dintorni di Firenze all’amico che ama la storia medioevale.
La presenza di mia figlia Sabina ha reso la giornata particolare perché senza di lei e della sua auto avremmo potuto vedere solo uno di questi luoghi.
Ore 9… una prima veloce fermata per una buona colazione “festiva” al bar e si parte. C’è a fare un po’ di strada dato che i luoghi da noi scelti sono tutti in provincia di Siena.
Prima tappa, l’Abbazia di San Galgano. Quando, avvicinandosi al luogo, la sagoma bruna dell’Abbazia si staglia all’orizzonte, riesco a capire quella che chiamano la “Sindrome di Stendhal”….

La costruzione dell’Abbazia iniziò nel 1218, poi lotte tra famiglie senesi e i frati cistercensi – notoriamente molto ricchi – per il dominio dei territori, le scorrerie di eserciti mercenari ed infine la peste decretarono la decadenza del luogo. Fu venduta la copertura in piombo del tetto che ne provocò la definitiva caduta.
Verso la fine dell’ottocento iniziarono i lavori di restauro semplicemente consolidando quanto restava senza interventi arbitrari.

Questo ha fatto sì che l’Abbazia , con le sue mura di travertino e di mattoni rossi, abbia un fascino incredibile per la sobrietà delle linee, per la sua posizione isolata al centro di una piana. L’assenza del tetto dà la sensazione che le mura si protendano verso il cielo.


Lasciamo a malincuore l’Abbazia per recarci alla Cappella di Montesiepi, a poche centinaia di metri su una collinetta. All’interno della deliziosa Cappella affiora dal pavimento la Spada nella Roccia: La spada, che è sicuramente del XII secolo, è appartenuta a Galgano Guidotti che, disgustato dalla sua vita licenziosa, infisse la spada nel terreno per poter avere una croce davanti alla quale pregare. Il giovane fu poi dichiarato santo dal papa Lucio III nel 1185.

All’interno della cappella ci sono affreschi di Lorenzetti ed una splendida cupola ottenuta con righe di mattoncini rossi e pietra bianca.

Per gli amanti del mistero ci sono molti punti di contatto tra la vicenda di san Galgano e quella di re Artù, infatti entrambe le vicende si svolsero nel XII secolo, c’è una particolare assonanza tra il nome di Galgano e uno dei cavalieri arturiani Galvano, e la spada nella roccia sfida da secoli chiunque voglia svelare il suo misterioso segreto. Anche la tomba presunta di re Artù è stata ritrovata all’interno dell’Abbazia di Glastonbury, anche essa senza tetto.
Dopo una gustosa merenda a base di pane toscano fragrante e salumi di cinta senese (notoriamente fra i più buoni prodotti italiani) si riparte.
Il nostro viaggio prosegue verso il Castello di Monteriggioni.

« […] però che, come in su la cerchia tonda
Monteriggion di torri si corona,
così la proda che ‘l pozzo circonda
torregiavan di mezza la persona
li orribili giganti, cui minaccia
Giove del cielo ancora quando tona »
(La divina Commedia – Inferno canto XXXI, vv.40-45)
Il tracciato delle mura segue l’andamento della collina e ogni strada è stata abbinata ad un poeta o ad uno scrittore che hanno dedicato le loro opere al territorio senese.


La visita a Monteriggioni fa tornare indietro nel tempo ….. ed a Luglio di ogni anno si può rivivere questa magia partecipando alla grande festa medievale.
Lasciamo Monteriggioni per avviarci verso San Gimignano e a metà strada troviamo il Ponte della Pia, un ponte di origine romana, ad una sola arcata.

Il ponte si può attraversare solo a piedi, mancano le spallette distrutte dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Secondo la tradizione il ponte prende il nome dalla Pia de’ Tolomei di dantesca memoria, che sarebbe stata uccisa dal marito gettandola dalla rupe che prende il nome di “salto della contessa”: Sembra che nelle notti di luna piena la Pia appaia sul ponte tutta vestita di bianco.
Siamo scesi sul greto del fiume e tra i sassi c’erano tantissime farfalle blu che sono volate via al nostro arrivo…..peccato, erano bellissime da vedere….nella foto se ne intravede solo qualcuna.

Ed eccoci arrivati a San Gimignano: il cielo si è rannuvolato ma nessun accenno di pioggia.
Per la sua caratteristica architettura medievale la cittadina è stata dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’Unesco. San Gimignano è famosa soprattutto per le torri medievali che svettano sul suo panorama e che l’hanno fatta chiamare “San Gimignano dalle 100 torri”. In realtà nel periodo d’oro dei Comuni le torri erano 72, ora ne sono rimaste 16 più altre scapitozzate all’interno della città.

Una particolare curiosità sta nel fatto che la maggior parte delle case siano costruite a ridosso l’una dall’altra….così, dovendo costruire solo due facciate, risparmiavano sui materiali da costruzione. Anche dove le case erano distanziate non c’era spazio neppure per il passaggio di una persona: questi “vicoli” si chiamavano “dei malvicini” e dimostravano che c’era attrito tra le famiglie.


Arrivata a questo punto, nonostante io ami particolarmente San Gimignano, al vedere le sue strade ripidissime in salita ho salutato tutti e mi sono seduta ad un bar, davanti d un ottimo gelato, in attesa del loro ritorno….non ho dovuto aspettare tanto però….erano stanchi anche loro e hanno optato per la mia scelta!!!!
