Il flauto di canna

Il 6 maggio 1861 nasceva  Rabindranath Tagore.

Tra tutte le sue poesie, bellissime, amo particolarmente questa:

Mi hai fatto senza fine
questa è la tua volontà.
Questo fragile vaso
continuamente tu vuoti
continuamente lo riempi
di vita sempre nuova.

Questo piccolo flauto di canna
hai portato per valli e colline
attraverso esso hai soffiato
melodie eternamente nuove.

Quando mi sfiorano le tue mani immortali
questo piccolo cuore si perde
in una gioia senza confini
e canta melodie ineffabili.
Su queste piccole mani
scendono i tuoi doni infiniti.
Passano le età, e tu continui a versare,
e ancora c’è spazio da riempire.

 

 20070128-Il%20Flauto%20di%20Canna-foto

  1. E’ vero, è la vita, si riempie, si svuota, l’importante è riempire i vuoti ogni volta con le cose migliori. Un abbraccio e buona settimana.
    ..Questo fragile vaso
    continuamente tu vuoti
    continuamente lo riempi
    di vita sempre nuova…

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  2. Ciao mia cara Fausta, Rabindranath Tagoreon conoscevo Rabindranath Tagore e nemmeno questa bellissima poesia.. oggi dopo danto tempo (fra ristruturazione e lavoretti in giardino) sono crollata e ho dormito un paio di ore nel pommerigio.. e adesso sono qui al pc a vedere le notifiche della posta eletronica, e ho scelto istintivamente a leggere per prima il tuo post.. e sono felice di averlo fatto.. cara abbi una serena settimana tvb la tua Pif

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  3. “Quando mi sfiorano le tue mani immortali
    questo piccolo cuore si perde
    in una gioia senza confini
    e canta melodie ineffabili.
    Su queste piccole mani
    scendono i tuoi doni infiniti.
    Passano le età, e tu continui a versare,
    e ancora c’è spazio da riempire”

    E’ vero perchè a volte lo sperimento. Ciao Fausta.

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  4. Conosco Tagore non come lettore (leggo pochissimo, e quasi mai di umanistico letterario) ma per le tante citazioni di Tagore che mi venivano postate, specialmente dall’amica Maria (di Grecia).
    Bella anche questa poesia.
    ——————————————————————-
    “Io perderei giornate intere a guardarli”. fausta, ciao! Anche io, solo che…”fare questo, penasre a quest’altro (per ulteriori “delucidazioni” su questo, leggi la mia risposta a Mariella), stare tutto il giorno fuori casa, per guardare i gattini, due minuti…e dover fare altre cose. Ma,al condizionale, e’ giusto scrivere “io perderei giornate intere”.

    “E’ gia’ il rimpianto di un aprile..giocato all’ombra di un cortile” (F. De Andre’).
    Questa citazione e’ riferita a quando, a 10 anni, passavo davvero giornate intere a giocare con Belfagor, un bellissimo gatto nero, a quando a 13 anni passavo giornate intere a leggere fumetti, a 15 giornate intere a suonare la chitarra e la pianola sulla quale imparai quello che oggi so di musica..ed i gatti c’erano sempre.

    Ricordo una gatta,che chiamai Elsa (oggi non le metterei questo nome povera stella-la gatta, si intende- ), che dopo due o tre miagolii ..apriva la porta ^agendo sulla maniglia vedendo che non le aprivano noi. Ciao, Fausta, e grazie 🙂

    Marghian

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  5. Non solo è bellissima, ma negli ultimi versi ci insegna che ogni età apporta i suoi doni…e ancora cìè spazio da riempire. Bravo Tagore a unire la sensibilità cristiana con il senso infinito del tempo della cultura induista.
    Un bacione a te, carissima Fausta

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  6. Fausta, il titolo della poesia, “il flauto di canna” mi ah fatto pensare al nostro “flauto di ..canne”, altrettanto antico (quattromila anni fa gia’ esisteva).

    Tre flauti di canna in un solo strumento, le “launeddas” o “sonos de canna” (suoni di canna) producono un suono armonico ed articolato, quasi un piccolo organo. Il suonatore riesce a soffiare in continuazione sulle canne senza fermarsi, e resipira con la seguente tecnica: mentre emette il fiato, il suonatore si gonfia le gote di aria, e mentre inspira aria con il naso, sgonfia le guance…continuando a mantare aria allo strumento, con il risultato che i suonatori di launeddas riscono a suonare anche per mezz’ora, fosre piu’.

    Riguardo a quanto mi hai scritto nel post “festa della mamma”, *Un altro “penseiro delicato” arrivera’ a fine settimana. Ti anticipo un nome: Margherita.

    Ciao Fausta.

    Marghian

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