Lettera agli uomini che odiano le donne

Questa volta sono io a ribloggare questo splendido articolo….grazie Lucia!

luciabaciocchi

McNOI donne occidentali siamo le prime madri libere dal destino della maternità: possiamo scegliere di essere donne senza figli. Nella madre antica, il primo anno di vita e quelli seguenti creavano nel bambino un’idea di donna che si prolungava nell’età adulta, in cui il destino della ragazza era quello di sposa e madre e quello dell’uomo di trovare la donna madre dei suoi figli.

Non c’era rottura, contraddizione, tranne quella che derivava dall’infelicità e dal sacrificio insiti nel destino femminile. A noi, madri nuove, viene richiesto un doppio salto mortale: dobbiamo essere pronte allo stato fisico e mentale che permette lo sviluppo del bambino, ma restiamo donne libere, ambivalenti nel desiderio di vivere pienamente il rapporto esclusivo a due col bambino ma di non esiliarci dal lavoro lasciato. Nel passaggio di testimone dalla nuova madre alla nuova figlia, la bambina ne osserva la vita: la libertà, il lavoro, la parità e comincia a cercare, a costruire…

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SIAMO SARDI

sardegna

Siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi.
Siamo le ginestre d’oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese.
Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.
Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina,
del vento, dell’immensità del mare.
Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche,
di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.
Noi siamo sardi.

(Grazia Deledda)

Dedicato alla Sardegna, al suo dolore, al suo coraggio!

Una serata speciale – le mie impressioni sullo spettacolo PRISCILLA LA REGINA DEL DESERTO – IL MUSICAL

Un fantasmagoria di luci, colori, musica, lustrini e parrucche, balletti e canzoni… questa è “Priscilla, la regina del deserto – il Musical”, spettacolo attesissimo a cui ho assistito ieri pomeriggio in un Teatro Verdi in cui non sarebbe entrato più neppure uno spillo!

Su un autobus rosa, chiamato Priscilla, salgono tre amici – tre drag queen – a seguito di un ingaggio che li farà portare il loro spettacolo, attraverso il deserto australiano, da Sidney fino nella città di Alice Springs.

Ma non è solo il lavoro a spingerli a lasciare la loro città: Tick (Mitzi), insieme ai suoi amici Bernadette e Felicia (Adam), vuole andare a conoscere il figlio di 6 anni, avuto da sua moglie prima di fare la scelta di “diventare donna”.

Il viaggio nel deserto è pieno di soste, incontri e scontri (difficile farsi accettare in piccole città di provincia) ma alla fine i tre troveranno più di quello che si aspettavano dal viaggio: Tick avrà la gioia di sentirsi chiamare papà dal bambino che non avrà nessuna difficoltà ad accettare un padre “sui generis”, Bernadette troverà in Bob il compagno della sua vita e Felicia troverà finalmente la serenità nell’accettazione del suo essere.

Una perfetta sceneggiatura, alcune centinaia di costumi sfavillanti e fantasiosi, balletti vivacissimi, splendide musiche (basti pensare a canzoni come Material Girl, It’s Raining Man, I Will Survive), battute frizzanti fanno sì che lo spettacolo diverta e prenda il cuore del pubblico.

Ma non è solo questo (e già basterebbe per aver voglia di rivederlo ancora e ancora): allo sfarzo e al divertimento si alternano momenti di grande sentimento e malinconia… “dopo venti anni fa ancora male sentirsi non accettati” dice Tick con dolore.. C’è un messaggio molto importante da cogliere all’interno di uno spettacolo che sembra più che altro futile e dissacrante: famiglia, tolleranza, accettazione sono temi che creano momenti molto emozionanti all’interno del divertimento.

Viaggiare su Priscilla vuol dire divertirsi e riflettere….uno spettacolo che lascia il segno!

Bravissimi i tre personaggi principali, fantastico il bambino che recita e canta con la grazia di un professionista, bravissimi tutti da Bob che si unisce a loro nel viaggio, ai “cammei” (piccoli spassosi personaggi che i tre incontrano durante il viaggio), ai ballerini che non solo regalano momenti effervescenti ma cantano anche in diretta (come tutti, del resto…)

Non ho visto il film e pensavo che si trattasse di un musical bello ma vi ho trovato molto di più…uno spettacolo che non potrò dimenticare…

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11 novembre – san Martino

L’11 novembre è da sempre chiamato “estate di San Martino” perché di solito il clima – già entrato nell’inverno – si addolcisce almeno per un giorno!

Quest’oggi invece l’estate, che ci ha regalato giornate calde fino a l’altro ieri,  è improvvisamente sparita. San Martino ha evidentemente pensato di far festa.

Sveglia stamani con nuvoloni neri, pioggia ed un vento fortissimo e gelido da pieno inverno: ho preso di corsa il piumino e l’ombrello (anche se era un problema non farselo portare via dal vento) e sono uscita: mi sembrava di essere Mary Poppins!

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Ma a metà giornata San Martino deve essersi pentito di averci abbandonato così in balia del vento e, mentre ancora pioveva ha sgombrato un lembo di cielo ed ha fatto apparire un immenso, luminosissimo arcobaleno

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…anzi se ne intravedeva anche un altro un po’ evanescente…

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Non potevo non fotografarlo…

Poi tutto è ripiombato nel grigio, con il vento che continuava a fischiare fuori della finestra.

E stasera si è ripetuto l’incanto con un tramonto di tutti i colori

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E così è arrivato l’inverno, domani leverò dagli scatoloni golf, pantaloni pesanti, sciarpa e guanti e mi preparerò ad affrontare il freddo sperando che non mi faccia penare troppo (sono tanto freddolosaaaaa!)

1 e 2 novembre

Un’unica festa…

La Festa di tutti i Santi e la Commemorazione di tutti i fedeli defunti segnano

il mese di Novembre.

Una opportunità per allargare la mente e il cuore e sentire compagni di viaggio

anche tutti quei santi, e quei defunti, che non sono segnati sul calendario, non sono

venerati sugli altari, ma che sono passati sulla terra in punta di piedi, senza che

nessuno si accorgesse di loro, ma nel silenzio del loro cuore sono stati testimoni di

amore a Dio e ai fratelli. Forse parenti, amici, padri, madri, persone semplici, umili,

che ci hanno fatto del bene senza che noi neppure ci accorgessimo. (dal web)

OGNISSANTI

Chi risveglia squillante,
festante,
quest’alba impigrita?
È la Chiesa che invita
a gioire, a pregare,
a sperare
coi Santi e il Signore,
in un regno d’amore.

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SONO QUI

Non piangere sulla mia tomba Non sono qui.
Non sto dormendo. Io sono mille venti che soffiano;
Sono lo scintillio del diamante sulla neve 
Sono il sole che brilla sul grano maturo 
Sono la pioggia lieve d’autunno. 
Quando ti svegli nella calma mattutina
Sono il rapido fruscio degli uccelli che volano in cerchio 
Sono la tenera stella che brilla nella notte
Non piangere sulla mia tomba Io non sono lì 

◈ Canto degli indiani Navajo

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