SIAMO SARDI

sardegna

Siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi.
Siamo le ginestre d’oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese.
Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.
Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina,
del vento, dell’immensità del mare.
Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche,
di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.
Noi siamo sardi.

(Grazia Deledda)

Dedicato alla Sardegna, al suo dolore, al suo coraggio!

  1. MIo marito è arrivato in Sardegna per lavoro lunedì mattina .
    Mi ha telefonato e mi ha detto che pioveva da impazzire e che il vento sembrava non finire. Ho pensato che esagerasse, anche se non è da lui. Poi è successo tutto il resto…Ora è a Sassari e per fortuna non era sui luoghi della tragedia. lui adora i sardi. I nostri amici sono sardi. Nessuno si merita del male, ma devo dire che loro sono un popolo che ha già tanto dovuto soffrire. A causa della storia, dello sfruttamento della loro isola, penuria di lavoro e tanto altro…non ci voleva proprio, no non ci voleva….

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      • Grazie Fausta, oggi leggevo questo pensiero, mi piace trascriverlo qui:

        “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.
        Peppino Impastato”

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    • Nel nostro dialetto, nella zona della Gallura, c’e molto di “siculo”. “Antuneddu, mi’ antuneddu, tuttu lu mundu si lagna, mellu mortu ti ulìa che bandìdu a la campagna” (…..tutto il mondo si lamenta, ti vorrei piuttosto morto, che bandito alla macchia). Ci somiglia, vero? Al siculo.

      La mia parlata e’ molto diversa, come ancora diversa e’ la prlata nuorese. A Carloforte si parla genovese, ad Alghero il catalano, a sassari un diletto un po’ simile al siculo. La Sardegna e’ un crogiolo di lingue e tradizioni. Nei costumi , nella musica e nel canto somigliamo agli scozzesi, agli irlandesi, ai portoghesi e-ovviamente- agli spagnoli. Ciao Ili 6 🙂

      Marghian

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      • Sinceramente nel parlato non lo so, non ho conoscenti sardi e non sono mai stata in Sardegna (questa è una lacuna che devo colmare al più presto). Posso dirti che in Sicilia tra, ad esempio, il dialetto catanese e quello messinese ci sono notevoli differenze. Concettualmente, invece, le due isole italiane hanno parecchi punti in comune e nelle parole della Deledda ho ritrovato tante immagini somiglianti: dai dominatori alle ginestre, dal mare al vento e alle montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.
        Ciao, un saluto a te e a tutti.
        Marirò

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  2. “Ma..sei sordo?” “No, sono sardo!”. Mio nipote Andrea, che aveva solo tre anni, rispose cosi’ a mia sorella, sua madre. Gia’ capiva di che tempra era, la tempra dei sardi.

    Si’, Fausta..forza sardegna, e..forza mondo, perche’ di disastri ne succedono dovunque. Come nelle Filippine, poco prima che da noi. Come in America, India, Giappone, Africa-con la eterna piaga della fame-.Ciao..Fausta. Fra tante lacrime ti mando un… 🙂 sorriso, perche’ il sorriso sconfigge il pianto…come un barlume di luce sconfigge le tenebre, come un pizzico di bellezza sconfigge la bruttezza, come un pizzico d’amore sconfigge l’odio. “Forza, mondo, continua a girare, nel cielo dell’universo antico” (Marghian)

    Ciao a tutti.

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  3. Ciao Fausta anche noi siamo nel pensieri con i nostri fratelli sardi.. e mi auguro che i mezzi per aiutare arrivano presti da loro.. e sopratutto il soldi che la gente sta per donare.. abbi una serena domenica tvb Pif

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  4. Ciao. Nel “parlato”, se per “parlato” intendi accento e cadenza no, ma sentendo e leggendo nel dialetto sardo gallurese espressioni come “lu me’ cori”, “bedda”, “iddu” non posso non pensare ad una certa somiglianza con il siciliano, accento a parte.
    Ci sono tante cose in comune, come vestono gli anziani, nel vedee gli anziani siciliani diciamo spontaneamente “pàrinti sardus” (nel mio dialetto della zona di oristano). Sin dall’antichita’, essendo le due isole cosi’ vicine, ci sono stati continui scambi di culture e commerci. Non c’e da stupirsi se abbiamo in comune tante cose. Ciao, e… se ti riesce, colma la lacuna e vienici a trovare…ah, io non sono mai stato in Sicilia, e..su questo siamo pari 🙂

    Marghian

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  5. “Sardinia est pulchra insula sita inter maria”. MI sono ricordato spontaneamente di questa frase che faceva parte di un compito in casa di latino, tanti tanti anni fa. Dieci frasi da tradurre dal latino all’italiano. Una era questa, “la sardegna e’ una bella isola situata tra i mari”.

    Ciao fausta. Non aggiungo altro, tu ha gia’ completato quanto io ho scritto nel mio post (“nonostante tutto anche per noi si avvicina il Natale”) , mi trovi perfettamente d’accordo. Ciao, un abbraccio 🙂

    Marghian

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