Il vecchio e il cane

Ho trovato questa lettera sul web: non so se è vera o inventata, so però che mi ha commosso perché è molto realistica….

Per quanti anziani un cane o un gatto sono l’ultimo affetto sincero che allevia la loro solitudine….

Lettera di un anziano al suo amico a quattro zampe

Abbiamo trascorso una vita insieme e mai avrei pensato di essere io a doverti salutare. Mai avrei potuto aspettarmi un dolore così grande… TU, il mio amico sincero, il compagno che ha colmato tanta solitudine. Ora ti sono accanto e le mie mani ormai stanche si adagiano ancora su di te, come facevo ieri, quando ogni sera ci ritrovavamo vicini a dividerci quel poco che ci era rimasto. Eppure non ti sei mai lamentato, ti sei sempre preoccupato di distrarmi con le tue capriole e quando mi sentivo poco bene eri come una sentinella ai piedi del mio letto. Ti guardo mentre la mente confonde i ricordi come una palla impazzita, sei tu qui, che dolorante cerchi ancora il mio sguardo come se fosse l’ultima immagine da portarti via. Anche io ti guardo amico caro, mentre cerco di trattenere le lacrime che copiose hanno già raggiunto il cuore. Sono qui compagno mio, sono ancora vicino a te a raccontarti di quando la guerra mi ha rubato troppo presto la gioventù, sono qui, come ieri a raccontarti tra malinconia e rimpianto di quell’amore che mi ha lasciato quel buco nel cuore. Ho vissuto una vita modesta, tutto doveva quadrare, non ci siamo permessi mai neppure una vacanza al mare, ma la tua presenza mi ha fatto vivere di rendita. Sono solo un povero vecchio a cui tu hai donato tanta gioia e affetto. Come farò domani? Nessuno coglierà mai più la mia disperazione, solo TU sei stato la mia famiglia, hai saputo attendere anche intere ore quando a fatica riuscivo a malapena a farti fare un giretto sotto casa per i tuoi bisogni, perché il freddo mi paralizzava le ossa e a scaldarci erano solo delle vecchie coperte. Eppure mi hai reso felice, così senza rispondermi ti accostavi a me con quel tuo musetto, quasi volessi ogni volta abbozzarmi un bel sorriso. Ciao amore mio, non ti dimenticherò mai e se i miei giorni saranno brevi, conterò i minuti per ritornar da te. Resto qui, sulla mia vecchia sedia a guardare dietro i vetri l’inverno che passa, mentre nel silenzio cerco ancora nella stanza quell’amico che il destino mi ha portato via.

vecchio e cane

Valentino

 

Oh! Valentino vestito di nuovo,
come le brocche dei biancospini!
Solo, ai piedini provati dal rovo
porti la pelle de’ tuoi piedini;
porti le scarpe che mamma ti fece,
che non mutasti mai da quel dì,
che non costarono un picciolo: invece
costa il vestito che ti cucì.
Costa; ché mamma già tutto ci spese
quel tintinnante salvadanaio:

ora esso è vuoto; e cantò più d’un mese
per riempirlo, tutto il pollaio.
Pensa, a gennaio, che il fuoco del ciocco
non ti bastava, tremavi, ahimè!,
e le galline cantavano, Un cocco!
ecco ecco un cocco un cocco per te!
Poi, le galline chiocciarono, e venne
marzo, e tu, magro contadinello,
restasti a mezzo, così con le penne,
ma nudi i piedi, come un uccello:
come l’uccello venuto dal mare,
che tra il ciliegio salta, e non sa
ch’oltre il beccare, il cantare, l’amare,
ci sia qualch’altra felicità

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ECCO COSA SIGNIFICA ESSERE DONNA PER UN GIORNO.

Terribile….. ma quanto è vero!!!!
Bisognerebbe sempre pensarsi nei panni degli altri, ci aiuterebbe a cambiare…

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Il seguente video potrebbe risultare inappropriato per alcuni utenti, per vederlo occorre essere maggiorenni. Oppressed Majority è un documentario francese in cui i ruoli tra uomo e donna sono invertiti. Uomini che si occupano della casa e dei figli, uomini costretti ad indossare il velo, uomini che ricevono insulti e apprezzamenti sgradevoli per strada…Ecco cosa significa essere donne per un giorno. GAE

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Candelora Candelora

Oggi, 2 febbraio, è il giorno detto della “Candelora”, la festa della presentazione di Gesù al Tempio ed anche della Purificazione di Maria, come era in uso per la legge giudaica.

E’ anche il giorno in cui vengono benedette le candele simbolo di Cristo luce delle genti.

In un primo tempo veniva celebrata il 14 febbraio, a ricordo dei Lupercali, antica festa romana nella quale si accendevano tutti i ceri e le candele; era il rito del Lucernare da cui probabilmente è nato il termine Candelora.

Poi la data venne sposata alle Calende di Febbraio e ad essa vennero legati i riti propiziatori della fertilità della terra….da qui nascono i tanti detti e proverbi sulla lettura dei segni per il futuro delle coltivazioni e del tempo..…spesso contraddittori a seconda del paese da cui provengono.

Per esempio a Firenze dicono così:

 “Per la santa Candelora

Se tempesta o se gragnola

Dell’inverno siamo fora;

Ma se è sole o solicello

Siamo solo a mezzo inverno”

Mentre a Roma:

 “Candelora, candelora

Dell’inverno semo fora

Ma se piove o tira vento

Dell’inverno semo drento”

E poi ho letto un gustoso dialogo che va bene per chi pensa di credere seriamente alle previsioni:

– Disse il villano alla Candelora:

Acqua o neve venga giù,
che l’inverno non c’è più.

– Disse allora il bove:

Che nevichi o che piova, l’inverno se ne va quando l’erba è sulla proda.

– Disse il vecchio infreddolito:

L’inverno non se ne va prima di San Vito.

– Disse la vecchia col caldano:  

L’inverno starà 
finché la foglia di fico come un palmo sarà.

– Si voltò l’asino e disse:

Non viene il caldo 
finché tra le stoppie non spunta il cardo.

– Rispose la strega:

È cosa sicura
che l’inverno arriva quando arriva 
e dura fin che dura.

 

BUON FEBBRAIO A TUTTI!

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