Buon inizio di Primavera!

Ed ecco sul tronco

Si rompono gemme:

un verde più nuovo dell’erba

che il cuore riposa:

il tronco pareva già morto,

piegato sul botro.

E tutto mi sa di miracolo,

e sono quell’acqua di nube

che oggi rispecchia nei fossi

più azzurro il suo pezzo di cielo,

quel verde che spacca la scorza

che pure stanotte non c’era.

 (Salvatore Quasimodo)

fiori_di_pesco

  1. A parte la splendida foto, i versi di Quasimodo li avevo quasi dimenticati.
    leggerli mi ha riportato all’età della scuola, quando mi avranno costretto al vano tentativo di impararli a memoria. Non ci sono mai riusciti. La mia memoria è refrattaria quasi completamente al lavoro meccanico. Credo di ricordare una sola poesia, il famoso Infinito di Leopardi, e credo, ormai, neanche più tutta precisamente.
    L’eco delle parole di questa primavera si è spalancato come un paesaggio lontano, come la bocca di un cratere profondo… e piccoli piccoli c’erano quei suoni, quei colori, quel misterioso odore d’erba che avvolge questo spezzarsi della gemma, prima che ne sgorghi il profumo della dolcezza.

    Sugli alberi sotto casa mia le gemme ormai si sono fatte signorine.
    Hanno messo le foglie.
    Verdiarancione, legnose come certe ragazzette che ancora non hanno nel corpo la flessuosa spavalderia della femminilità anche se ormai i caratteri e le forme non sono più quelli dell’impubere età.
    Quelle fogliette acerbe erano petali candidi nati da sode gemme solo pochi giorni fa, gemme che erano sorprendentemente spuntate da rami secchi e legnosi, morti, come dice Quasimodo…
    Quando li ho guardati non ricordavo la poesia di Quasimodo, che è quasi una telecronaca di quel miracolo…

    Un abbraccio,
    Piero

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  2. Ah, e’ Quasimodo..”quasimmòdo”, dicevo io quando lo studiai a scuola. “No.quasìmodo..” mi ricordo la professoressa che mi corresse la pronuncia del nome del poeta. “quel verde che spacca la scorz…” era proprio questa la lezione!. “di quasimmòdo salvatore”.

    Sulla primavera e sull’inverno doveva pensarla come me anche la poetessa Antonia Pozzi, che scrisse “….sembra che ad una svolta nascano le primule, ma il ghiaccio inazzurra i sentieri..un lento pallore devasta i colori del cielo…e’ inverno, anima, e’ inverno…”. Ed io le do man forte: “che lo possino..”
    Ciao fausta, grazie del tuo commento da me.

    Marghian

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