27 gennaio

Oggi, per questa Giornata del Ricordo di un Olocausto che ha riempito il mondo di dolore e angoscia

come segno di tutti gli Olocausti del passato e i tanti, troppi, Olocausti della storia presente

il mio cuore batte e piange…..

  1. Purtroppo quello che vediamo intorno a noi, oggi, non incoraggia all’ottimismo.
    Il sangue scorre dappertutto, nel mondo, sembra non trovare più limiti.
    Allora, ho pensato che la memoria, questa memoria del male forse non basta più.
    Se quello che vediamo ci scoraggia, ci rattrista, ci fa rabbrividire rischiamo di dimenticare che, invece, da qualche parte, ci sono anche le cose che sono il bene.
    Ricordiamoci quelle, da ora in avanti, così, per non dimenticare.
    E ricordiamoci il male, così non cadiamo in errore.
    Un abbraccio, carissima Fausta,
    Piero

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  2. E ricordiamo oggi, 10 febbraio, anche le Foibe:

    Foibe

    Arida terra carsica,
    muta, indifferente,
    che uomini inghiottisti
    nel tuo ventre.

    Che ora ci ritorna
    la verità,
    delle sevizie,
    delle ingiustizie,
    di tutto un popolo,
    di tanta gente,
    abbandonata,
    dimenticata,
    quasi che fosse niente.

    La verità,
    ora risale
    a supplicare,
    disseppellire
    della memoria
    tutta la Storia.

    La verità,
    che s’è svegliata,
    che s’è indignata,
    adesso è appesa
    alla coscienza.

    Nel Giorno del ricordo, solennità civile che commemora le vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata avvenuti nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale da parte delle truppe di Tito nei confronti delle popolazioni istriane.
    Va precisato che “foiba” non è un vocabolo della lingua italiana, ma un termine dialettale utilizzato nell’area giuliana, che deriva dal latino fovea (fossa, cava). Il termine “foibe” (al plurale) è oggi comunemente associato agli eccidi commessi dai partigiani jugoslavi comunisti durante e subito dopo la seconda guerra mondiale. L’utilizzo del termine, secondo alcuni autori, è improprio: solo una minima parte delle vittime, infatti, fu occultata nelle foibe, mentre la maggior parte perse la vita in tutt’altro modo (nelle prigioni o nei campi iugoslavi, o nelle marce di trasferimento).Ulteriore confusione ingenera il fatto che molte delle cosiddette “foibe” erano in realtà cave o miniere: la famosa “foiba di Basovizza”, ad esempio, era in realtà il pozzo abbandonato di una miniera di carbone. (Wikipedia)

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