All’ipotetico lettore

Ho messo la mia anima fra le tue mani.
Curvale a nido. Essa non vuole altro
che riposare in te.
Ma schiudile se un giorno
la sentirai fuggire. Fa’ che siano
allora come foglie e come vento,
assecondando il suo volo.
E sappi che l’affetto nell’addio
non è minore che nell’incontro. Rimane
uguale e sarà eterno. Ma diverse
sono talvolta le vie da percorrere
in obbedienza al destino.

(Margherita Guidacci)

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  1. Si curvano le mani a nido, solo per raccogliere qualcosa di così prezioso da non volerne perdere nulla. Lì, la sensibilità del lettore incontra l’emozione di cui è responsabile il poeta. Bella poesia.
    Ciao Fausta cara.

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  2. La poesia è bellissima……ma non ho potuto fare a meno di pensare quanto sia pericoloso affidare la propria anima a qualcuno che non sia Dio. L’essere umano per sua natura è portato a possedere, trattenere per sé e quindi FATICA a lasciare andare….
    Sicuramente la poetessa ha fatto l’esperienza di un amore capace di grandi rinunce che le hanno ispirato versi stupendi.
    Ciao mia cara Fausta. 🙂

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  3. Sembra un pò di sagezza zen, questa bella poesia.
    Oltre alla dolcezza dell’affidamento, che richiede fiducia e abbandono, ed alla ineluttabilità dello spiccare il volo, sia per amore, per spirito di libertà, o per coronamento del destino terreno, poi, la poesia chiude con
    “… ma diverse
    sono talvolta le vie da percorrere
    in obbedienza al destino”.
    E’ questa apertura all’innominato, l’imprevedibile, il molteplice, è questa adesione alla realtà che mi sembra abbia un pò di profumo orientale.
    Di solito, affidiamo le nostre cose, sentimenti, pensieri, vite, a qualcosa di assoluto, ad un principio Assoluto, e spesso lo chiamiamo Dio, oppure Stato, o, in altri casi, di volta in volta, con nomi diversi… ma sempre assoluti, certi, univoci.
    E così ci troviamo spaesati quando la vita ci pone di fronte a situazioni che non sono assolute o univoche, bensì ambigue, o incerte, o di molteplice interpretazione…
    Spesso chiamiamo con un nome unico, no, singolare, le cose, come la verità, la libertà, identità, comunità, ecc. cose che invece sarebbe meglio declinare solo al plurale, per lasciare spazio alla varietà (altra parola che violentiamo al singolare), alle differenze, alle pluralità…
    Ecco, questa apertura finale della poesia mi piace, mi mette in pace col mondo.
    Un abbraccio, cara Fausta, e un saluto a tutti.
    Piero

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  4. Mi piace molto questa poetessa, conosco diverse sue liriche .
    Questa è veramente emozionante, non serve commentarla, si sciuperebbe l’incanto del suo sentire.
    Grazie di averla pubblicata.
    Ciao da Lauraluna

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  5. “Ma l’anima e’ forte non tanto se obbedisce al destino, quanto se riesce a cambiarlo” (Marghian)

    Ciao Fausta. Girando nei posts, e commentando di quà e di là, ogni tanto vedevo il tuo saluto, che hai lasciato da me, ed al quale rispondo adesso: buona domenica delle palme, ciao 🙂

    Marghian

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