Uno dei luoghi di rito per la Pasquetta dei fiorentini era (ma penso che lo sia ancora) il Pratone di Vallombrosa.
Il Pratone è grandissimo e può accogliere mezza Firenze senza che ci si dia noia….anzi, magari offrendo l’occasione ad amicizie nuove e per i bambini di formare bei gruppi e divertirsi tutta la giornata.
Noi, cognati, cognate, suocere e figli già formavamo un bel gruppo di 18 persone…
La sera prima, finiti i festeggiamenti pasquali, ci eravamo dedicati alla preparazione del picnic: immancabili la frittata di pasta
la schiacciata con la mortadella
le uova sode
e varie pizze salate
ovviamente con un buon Chianti e l’acqua….meglio dell’acqua fresca di montagna cosa c’è!!!!
La meravigliosa foresta di Vallombrosa copre un’area che va dai 500 ai 1400 metri circa ed era ricoperta inizialmente da faggi, castagni e cerri. Poi i monaci benedettini vallombrosani introdussero l’abete bianco creando una delle più belle abetine dell’Appennino Toscano.
A proposito dei monaci la storia racconta che ai primi di marzo del 1036 il monaco benedettino Giovanni Gualberto (che poi fu dichiarato santo) stesse scappando da Firenze a causa dei suoi contrasti con il vescovo e si trovasse in un luogo chiamato allora Acquabella. Di notte lo sorprese una tempesta e lui decise di fermarsi sotto un vecchio faggio
(Il vecchio faggio di San Gualberto)
Quando si svegliò si stupì di avere i vestiti completamente asciutti: il vecchio faggio aveva rivestito i suoi rami di foglie e l’aveva riparato! Giovanni interpretò questo miracolo come segno che si dovesse fermare lì e infatti lì fondò la Congregazione dei monaci benedettini Vallombrosani. Da quel piccolo insediamento nacque la bellissima Abbazia di Vallombrosa.
Nel 1866 il territorio passò allo stato italiano che vi insediò il primo Istituto Forestale italiano per il rimboschimento. Alle vecchie piante furono aggiunte altre specie esotiche – la più importante ed imponente è la Tuya gigantea.
Ma …. ho perso di vista il perché di questo post….. “sfogliando” i ricordi mi è venuto in mente il più divertente dei picnic passati in quel prato: il giorno di Pasqua (doveva essere il 1978) era passato col sole quindi ci eravamo preparati per il picnic del giorno dopo…. Ma lunedì mattina diluviava!!! Sperando sempre che il tempo migliorasse siamo partiti in pompa magna! Arrivati al pratone la violenza dell’acqua non dava neppure la possibilità di scendere dalle macchine. Intenzionati a passare la giornata all’aperto rimanemmo imperterriti!!!! Non c’erano ancora i telefonini per cui scambiavamo chiacchiere e pensieri urlando dal finestrini per coprire il rumore della pioggia!!!!
Al momento di mangiare, tra le risate generali, si accostarono le macchine e si iniziò il passaggio delle cibarie (ognuno aveva preparato qualcosa che poi avrebbe messo in comune). Nonostante tutto riuscimmo a mangiare in allegria…anche se con i piatti un po’ “inumiditi”!
Il ritorno a Firenze avvenne ancora sotto la pioggia battente ….. Ma – per la verità – quella fu la Pasquetta più originale e divertente che io mi ricordi!!!!
Cara Fausta,
a parte i ricordi e le (dis)avventure che hanno a che vedere con le Pasquette e le piogge indesiderate (e chi non ha ricordi belli come questi che hai raccontato? Dettaglio più, dettaglio meno, qualche piovasco malandrino ha funestato anche le escursioni di quando ero ragazzo)… vorrei sottolineare l’eccezionalità del menu che hai illustrato.
Straordinario.
Divino.
La frittata con i maccheroni è … qualcosa che ha a che fare con la massima evoluzione della civiltà… e la pizza bianca con la mortadella? non ci sono quarti di nobiltà più pura! E le uova sode, con sale e pepe?
Solo il Chianti, riesce ad essere superiore…
Al di là non c’è nulla!
A parte gli scherzi e i giochetti di parole!
Aggiungo solo che nel tuo menu manca però una cosa.
Vediamo se indovini!?
Aspetto un tentativo.
Piero
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Sto pensando alle altre cose che portavamo e mi viene in mente che ho dimenticato quella che a casa mia dicevano “non può mancare…per devozione”…ed è il salame (qui il salame toscano, a Roma la corallina!). E’ questo? Perché poi sono rimasti fuori i dolci…. quel po’ di pastiera che era avanzata e i cantucci di Prato.
Se non ci sono arrivata mi arrendo!!!!!!!
Fausta
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bellissimo post, belle immagini, un pò di storia e la tua avventura…..Ti auguro una buona serata di Pasquetta 🙂
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Ricordi e ricordi della immancabile scampagnata fuori porta.
Sicuramente quella Pasquetta bgata deve essere stata molto divertente perché insolita.
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Ecco, adesso è tutto perfetto.
Io mi riferivo proprio alla pastiera .
Dolce, profumata, morbida…
Cosa desiderare di più?
Ti abbraccio, carissima Fausta.
Oggi siamo rimasti a casa, non siamo andati in giro.
Sarà per la prossima settimana.
Da giovedì andremo per una breve vacanza in Andalusia.
Così farò anche delle nuove foto.
Un saluto,
Piero
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Anche noi a casa…qui tra l’altro fa un freddo cane!!
Non avevo pensato alla pastiera – in un primo momento – perché allora non era conosciuta qui a Firenze….Ora sì anche perché ci sono molti pasticceri napoletani. Ero io che la facevo per noi visto che da piccola la pastiera era una delle cose che amavo di più!
Un abbraccio e buona gita per la settimana prossima…. l’Andalusia deve essere bellissima….ha un nome che mi ispira bellezza!!!!
In attesa di vedere le foto…buona settimana!
Fausta
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Scusa se ti “correggo”, o forse nnon e’ correggere, magari lo si chiama anche cosi’, il lunedi’ di pasquetta..non so…”Lunedi’ Santo”, ho sempre saputo che “lunedi’ santo” e’ il lunedi’ della settimana santa, prima della Pasqua, mentre, il lunedi’ dopo la Pasqua, e’ il lunedi’ dell’angelo. Se sbaglio io, correggimi tu 🙂
Per quanto riguarda la mia pasquetta, quattro anni fa, si’, una bella giornata in gita (la cascata della Spendula). Oggi, invece, solo mezz’ora, con un amico. Poi siamo tornati per il pranzo, al paese. Ho passato il resto della giornata a casa. Spero per l’anno venturo di organizzarmi meglio- parlarne con qualcuno e qualcuna, dei miei amici, per tempo 🙂 Ciao Fausta.
Marghian
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Hai perfettamente ragione Marghian….ho sbagliato io! ❤ Grazie!
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Oh, figurati, Fausta. E’ normale. Io pensavo – pero’, dopo averti “corretto”…- che tu volessi intendere i due lunedi’, “lunedi’ santo..(e).. lunedi’ di pasquetta”. Ciao 🙂
Marghian
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Eh, le pasquette bagnate io non le conto piu’, pasquette bagnate e pasquette mancate. Da restare in paese, dopo aver preparato tutto, mannaggetta.. 😆
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Ciao Fausta,
ma che bel posto il Pratone!!!
Come è andato il pic-nic?
Grazie per questo post e per averci regalato un po’ dei tuoi ricordi.
Ti mando un bacio
Francesca
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CHE BEI POSTI! I genovesi andavano su una collina detta “Cianderlin” e portavano focaccia, torte pasqualine e frittate.
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Che posto meraviglioso Fausta, un abbraccio ed un buon pomeriggio.
Angela
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sono anni che non torno a Vallombrosa, eppure non sarebbe nemmeno tanto lontano da qui… mi hai fatto venire voglia di andarci. Ottima la frittata di pasta 🙂
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torno a trovarti e mi fermo su quella schiacciata salata…deve essere ottima, domani cercherò di copiartela. 🙂 (pasta sfoglia, verdure, uova e parmigiano..immagino) 🙂
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Sì, Alidada. più o meno è così: come verdure puoi mettere quella che vuoi tra quelle a foglia verde (è più decorativa), faccio la pasta matta invece della sfoglia (farina, uovo, un pizzico di sale e un goccio di latte se l’uovo non basta) e lego le verdure e il parmigiano con l’uovo e un po’ di panna da cucina. Cerco di evitare l’uso di troppe uova….
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Vallombrosa è proprio una delle montagne dei fiorentini… Noi ci andavamo più avanti ad estate inoltrata… per sfuggire dall’afa cittadina!
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