Un ferragosto con il cielo che non sa bene cosa vuol fare, una cappa di umidità che leva il fiato….
Spesa fatta, che poi siamo in due e ci basta davvero poco; ho preparato presto la parmigiana di melanzane per “fare festa” così fa a tempo a raffreddarsi per pranzo…
E resta tempo per i ricordi… e solo a ripensarci mi scappa da ridere…
Siamo nell’agosto 1950, passiamo le vacanze a Piano di Sorrento, uno dei tre paesi della costa sorrentina, vicinissimi tra loro: Piano, appunto, Meta di Sorrento e Sant’Agnello di Sorrento.
Le feste erano veramente “feste” e venivano preparate con tanta cura.
Ricordo che passavo i giorni precedenti il ferragosto nella farmacia di Sant’Agnello (la farmacista era la madrina di mia sorella): siccome ero molto precisa lei mi permetteva di aiutarla a preparare le bustine di bismuto per le indigestioni dovute alle abbuffate….e ce ne volevano tante, praticamente quanti erano i paesani!
La sera della vigilia grandi cocomerate sulla spiaggia e il giorno dell’Assunta messa solenne nelle tre chiese maggiori e più tardi le processioni, un rito allora molto sentito.
Quell’anno era stato deciso di farle di sera, così da renderle particolarmente suggestive con le luminarie. Ogni paese dava il massimo per rendere la propria più bella e ricca delle altre: i tre paesi amici si mettevano in competizione …
Alle 21 suonano le campane e, tra canti e litanie, ogni processione parte dalla chiesa del suo paese e comincia il giro per le strade, la Madonna in testa seguita da lunghe file di fedeli
Tutte e tre si avviano verso la spiaggia per la benedizione finale….ma quando arrivano una vicina all’altra cominciano i guai: le tre Madonne vengono posate per terra e comincia la guerra….”dobbiamo passare prima noi perché la nostra Madonna è più importante”…”no, è più importante la nostra”…“no, la nostra ha fatto più miracoli”… volano improperi e anche qualche cazzotto…
Ci vuole un bel po’ perché i tre preti riescano a riportare la calma….
Alla fine – ritornata la pace – la grande benedizione che concilia tutti i cuori!
E si può riprendere a mangiare e bere in amicizia!!!!
Che bel ricordo! Allora le baruffe erano per la Madonna, adesso per molto meno.
Un sereno ferragosto, Fausta
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buon ferragosto Fausta
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Arrivo tardi perché ieri non sono stata bene e quindi mi godo oggi questo tuo racconto-ricordo molto spassoso. 🙂
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Fantastica commistione tra folklore e spiritualità!
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eh, cara Fausta, il tempo passa, alle volte corre, ma per fortuna, poi, certe volte, pare tornare indietro, o almeno si volta per un ultimo saluto…
I ricordi hanno sempre un sapore particolare, una reazione chimica che ci riporta, in certi attimi, a rivivere, letteralmente rivivere non solo con la mente, ma proprio con il corpo momenti già passati…così che si rivivono i giorni di un tempo come fossdero ancora presenti oggi, fossero un adesso che ritorna…
Purtroppo, però, non si riesce a mettere disciplina a questo flusso chimico, non obbedisce mai, va e viene quando vuole lui e non si ferma mai quanto si vorrebbe.
No?
Però, ho visto che hai ancorato quella chimica ad altra chimica più potente, la parmigiana e anche il fritto misto… ottimo modo per dare consistenza alla realtà.
Un abbraccio,
Piero
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Buon proseguimento di estate, grazie per la bella condivisione.
Ti aspetto sempre sulle mie pagine.
Un sorriso per la giornata.
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Che bei ricordi Fausta, e la gara delle Madonne sembra un film di Peppone e don Camillo! Anzi don Camillo vs. don Camillo. La parmigiana di melanzane sembra spettacolare! Da noi a ferragosto purtroppo era bruttissimo, spero che voi ve lo siate goduto! Ciao
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