Ho trovato questa poesia su facebook, ma ogni volta il nome dell’autrice o autore è diverso per cui preferisco lasciarla nell’anonimato, l’autore vero saprà comunque che è piaciuta a tantissime persone.
Io la trovo piena di speranza, una carezza in un periodo così difficile e mi fa piacere proporla qui sul blog.
Eccola:
Era l’11 marzo del 2020,
le strade erano vuote, i negozi chiusi,
la gente non usciva più.
Ma la primavera non sapeva nulla.
Ed i fiori continuavano a sbocciare
Ed il sole a splendere
E tornavano le rondini
E il cielo si colorava di rosa e di blu
La mattina si impastava il pane
E si infornavano i ciambelloni
Diventava buio sempre più tardi
E la mattina le luci entravano presto
Dalle finestre socchiuse
Era l’11 marzo 2020 i ragazzi studiavano
Connessi a Gsuite
E nel pomeriggio immancabile
L’appuntamento a tressette
Fu l’anno in cui si poteva uscire
Solo per fare la spesa
Dopo poco chiusero tutto
Anche gli uffici
L’esercito iniziava a presidiare le uscite e i confini
Perché non c’era più spazio per tutti negli ospedali
E la gente si ammalava
Ma la primavera non lo sapeva e le gemme continuavano ad uscire
Era l’11 marzo del 2020
Tutti furono messi in quarantena obbligatoria
I nonni le famiglie e anche i giovani
Allora la paura diventò reale
E le giornate sembravano tutte uguali
Ma la primavera non lo sapeva
E le rose tornarono a fiorire
Si riscoprì il piacere di mangiare tutti insieme
Di scrivere lasciando libera l’immaginazione
Di leggere volando con la fantasia
Ci fu chi imparò una nuova lingua
Chi si mise a studiare e chi riprese l’ultimo esame che mancava alla tesi
Chi capì di amare davvero
Separato dalla vita
Chi smise di scendere a patti con l’ignoranza
Chi chiuse l’ufficio e aprì un’osteria
Con solo otto coperti
Chi lasciò la fidanzata per urlare al mondo
L’amore per il suo migliore amico
Ci fu chi diventò dottore per aiutare
Chiunque un domani ne avesse avuto bisogno
Fu l’anno in cui si capì l’importanza della salute
E degli affetti veri
L’anno in cui il mondo sembrò fermarsi
E l’economia andare a picco
Ma la primavera non lo sapeva
E i fiori lasciarono il posto ai frutti
E poi arrivò il giorno della liberazione
Eravamo alla tv
E il primo ministro disse a reti unificate
Che l’emergenza era finita
E che il virus aveva perso
Che gli italiani tutti insieme avevano vinto
E allora uscimmo per strada
Con le lacrime agli occhi
Senza mascherine e guanti
Abbracciando il nostro vicino
Come fosse nostro fratello
E fu allora che arrivò l’estate
Perché la primavera non lo sapeva
Ed aveva continuato ad esserci
Nonostante tutto
Nonostante il virus
Nonostante la paura
Nonostante la morte
Perché la primavera non lo sapeva
Ed insegnò a tutti
La forza della vita.
molto bella.
Un sorriso
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È meraviglia pura… grazie
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