Appena passato Fiesole si trova una delle più belle ville fiorentine, la Villa Peyron al Bosco di Fontelucente.

La villa – che è stata probabilmetnte costruita sulle rovine di epoca etrusca – è circondata la un giardino formato da più terrazzamenti, da oliveti e da un rigoglioso bosco.

A monte della villa una fonte cinquecentesca – la Fontelucente – rifornisce di acqua le numerose fontane ed il laghetto.

Per la sua bellezza e per le molteplici locations la villa è stata scelta dall’attore, regista, creatore…e chi più ne ha più ne metta….Alessandro Riccio con la sua casa di produzione Tedavì 98, per alcuni spettacoli del Mese Mediceo che da dieci anni – sotto varie forme teatrali – racconta la storia della famiglia Medici, soprattutto dei suoi personaggi meno famosi ma non per questo meno interessanti.

Proprio il laghetto è stato scelto questa volta per lo spettacolo “A saperlo prima….(nascevo altrove)”, storia di bambini della famiglia Medici, scritto e interpretato dal Silvia Frasson, con l’accompagnamento musicale della violoncellista (e non solo) Naomi Berril.

Due protagoniste, belle:
Silvia, capelli neri, occhi scuri e brillanti, sorriso ammaliante, abbronzata, voce recitante dai mille registri, con la consueta mise nera.

Naomi, biondina, occhi chiari, chiarissima di carnagione – è irlandese – sorriso timido e divertito, voce delicata e dolce.

Silvia dona il gesto e la parola
Naomi dona il canto e la musica
La platea pian piano si è riempita, già affascinata dalla meraviglia della Villa Peyron che ospita lo spettacolo; anche la luna si è fermata a guardare!
E come al solito avviene il miracolo: quelle due casse nere che formano la scenografia, una per Naomi e i suoi strumenti, una per Silvia….lei sola….si allargano fino a diventare Firenze, Palzzo Pitti, un convento, fino ad arrivare in Francia ed in Germania, e si riempiono di persone…principesse e granduchi, nutrici e servitù e bambini, bambini che dovrebbero essere solo gioia ed invece portano su di sé un destino duro e difficile.

Cristiana, primogenita di Cosimo I, bambina che “non esiste” perchè nata deforme, bambina da dichiarare morta e far vivere come se fosse realmente morta…. e ci commuove la piccola e la vediamo camminare con fatica nei cunicoli dove è rinchiusa, ci indigna la madre e ci intenerisce la sorellina Margherita, unica a “vedere” Cristiana.
E poi Cosimo III, bambino bello e sano, ma triste, così triste da piangere per ogni cosa, la cui principale occupazione è salire sulla terrazza del palazzo ad ammirare il tramonto del sole, accompagnandolo con i suoi sospiri.
E si arriva agli ultimi tre rampolli del casato dei Medici – Ferdinando, Amma Maria Luisa e Giangastone – nessun erede per loro e fu la fine della famiglia Medici e l’arrivo dei Lorena a Firenze.
E c’è Silvia, con le sue battute, con la sua verve a tenere il filo del discorso, ad alleggerire il pathos quando si fa troppo forte, ma poi un attimo dopo non c’è più e ci sono solo i personaggi che lei racconta e vive, così vividi da sentirli presenti… Silvia che suscita la risata ma nello stesso momento ti fa riflettere sulla fatica del vivere, sui binari che portano avanti le varie esistenze anche a dispetto dei desideri e delle scelte.
Tra un personaggio e l’altro Silvia di ferma, testa bassa, braccia lungo il corpo, e lascia alla magica musica di Naomi il compito di “cambiare scena”.

Così anche alla fine…ma….le mani di Silvia vanno a coprire il volto….che fa, piange? Eccola che esplode: non sopporta i finali, la fine delle cose la fa piangere….dopo 200 anni finisce la dinastia dei Medici, dopo 10 anni finisce il Mese Mediceo…. e “scappa” via lasciando a Naomi il compito di concludere la serata, un modo grazioso e delicato per far apprezzare appieno la bravura di questa musicista, al di là dello splendido accompagnamento che ha sottolineato ogni momento dell’applauditissimo spettacolo.
Uno spettacolo che coinvolge in pieno: Non stacchi gli occhi dall’ammaliante Silvia – narratrice immaginifica, come ama definirsi – se non per posarlo nelle brevi pause del racconto su Naomi, con il suo magico violoncello e la piccola fisarmonica, col suo cantare leggero di nenie e cantilene, quelle che di solito si cantano ai bambini….
“O babbo mio raccontami i monti, o babbo mio le nubi li han coperti
O babbo mio raccontami le nubi, o babbo mio le nubi stan sul mare
O babbo mio raccontamelo il mare, o babbo mio io lo vado a cercare”
Una splendida location, come dicevo, con un solo problema: scale e sentieri per scendere dalla villa al lago

….le stesse scale egli stessi sentieri per tornare su, col cuore in gola, il fiatone e le gambe rotte….ma per una serata così…valeva la pena!
