Immacolata

Vergine santa d’ogni gratia piena,

che per vera et altissima humiltate

salisti al ciel, onde miei preghi ascolti,

tu partoristi il fonte di pietate,

e di giustizia il sol, che rasserena

il secol pien d’errori, oscuri et folti;

tre dolci et cari nomi hai in te raccolti,

madre, figliuola et sposa;

Vergine gloriosa,

donna del Re che nostri lacci ha sciolti,

e fatto ‘l mondo libero et felice,

ne le cui sante piaghe,

prego ch’appaghe il cor, vera beatrice.

(Francesco Petrarca)

Cantata dai poeti, dipinta dagli artisti più famosi…

Come si sarà sentita Maria davanti ad una chiamata così improvvisa?

 

immacolata-concezione-beato-angelico

Ricordi….

E’ presto ma fuori è già buio, mi preparo una tazza di tisana di quelle che già sanno di Natale…..arancio e cannella, e mi lascio andare ai ricordi….

tisana-04

I primi di dicembre mamma tirava giù dal mobile lo scatolone del Presepe: noi tre sorelline, intorno al tavolo, aspettavamo che l’aprisse e che i personaggi venissero fuori – ognuno incartato in un pezzo di giornale perché non si sciupassero (non erano di plastica!) – e per ognuno c’era un saluto…. Erano vecchi amici, ognuno col suo nome…. C’erano la sora Giovanna, il sor Alberto, Marianna la lavandaia, Diogene (chissà poi perché si chiamava così), Giovannino il pastorello bambino… E via via tutti gli altri.…pupazzettipresePoi le palme, il fuocherello di carta rossa con il paiolo della polenta e dietro il vecchio accoccolato per terra… il pozzo con il secchio, il muschio, le cortecce raccolte dagli alberi durante le passeggiate estive, lo specchietto e la carta celeste per fare il lago e la stagnola tagliata a  striscine sottili per simulare la cascatella…sul laghetto finivano sempre due pesciolini e una paperella di plastica,  tante, tante pecorelle.

Ultimi erano Giuseppe, Maria e il Bambino che passavano di mano in mano per il bacetto rituale.

Un discorso a parte erano i Magi che con l’elefante e il cammello arrivavano da lontano e per questo venivano messi all’ingresso… per avanzare giorno per giorno nel nostro lungo corridoio ….

Poi la preparazione: quando c’era ancora papà era lui a preparare la scenografia, sul vecchio baule di nonna, con la carta roccia e il cielo pieno di stelle, le montagne con le casette piccole piccole e la capannuccia in primo piano, i sentieri fatti con la ghiaia raccolta ai giardinetti e il muschio per i cespugli. Poi toccava a noi mettere i personaggi, le pecore, la gallina con i pulcini, la capretta che era un po’ troppo grande ma insomma ci stava bene lo stesso…e il cane marrone che era sempre in prima fila.

Dopo la morte di papà abbiamo continuato noi a fare il Presepio, esattamente come lo faceva lui.

presepe-cigoli-2012

Mi piaceva tanto andare a vedere i Presepi che venivano fatti nelle Chiese: alcuni erano grandi come una camera e sembrava quasi di entrarci dentro….Facevamo un bel giro per vederne tanti e la sera era bello tornare a casa nelle strade un po’ buie ( non c’erano tutti gli addobbi e le luci di ora) con la manina stretta nella mano di mamma.

Mettere il Bambinello nella grotta toccava a me che ero la più piccola, ma Gesù nasceva sempre qualche ora prima perché non ce la facevo ad aspettare la mezzanotte!

Il giorno di Natale andavamo a casa dei nonni…

Era davvero un pranzo speciale quello del Natale: c’erano i cappelletti in brodo e non la solita minestrina…. e il brodo era vero…. Perciò c’era il lesso e le patatine, e poi il panettone e le noci, le nocciole e i fichi secchi….. da leccarsi i baffi!!!!

cappelletti

Alla fine del pranzo bisognava recitare la poesia. Nonostante la mia timidezza riuscivo a recitarla….una me la ricordo ancora:

  “E’ Natale, è Natale

gli angioletti son discesi

hanno candide le ali

e la veste tutta d’or.

Oh mammina mia diletta

Oh mio caro e buon papà

Questa vostra figlioletta

Tanti auguri oggi vi fa!”

Nel pomeriggio la Tombola, con le cartelline e il cartellone… e i fagioli per segnare i numeri: spesso spesso i fagioli saltavano via dalle caselle e finivano in terra e bisognava rileggere tutti i numeri usciti perché il malcapitato potesse tornare a giocare….

vecchia_tombola

Era Natale, tutto era semplice … ma si sentiva intorno amore e calore….

 

Stasera grande festa a Firenze!

“Ona ona ona, ma che bella rificolona

più bella l’è la mia

di quella di tu’ zia!

la mia l’è co’ fiocchi

la tua l’è co’ pidocchi!

Ancora è una delle feste più sentite a Firenze, che coinvolge grandi e bambini, che smuove lo spiritaccio fiorentino…..stasera ci sarà battaglia in centro dopo il corteo.

Nei giardinetti vicino a casa mia – ieri e l’altri ieri – alcuni animatori hanno raccolto i bambini per costruire ognuno la sua lanterna.

Già mentre i bambini lavoravano, tra innumerevoli risate, c’erano quelli che facevano battute sui lavori degli altri!

Lo spirito fiorentino per fortuna non muore!

CASTELLI DI SABBIA

Tra i tanti eventi dell’estate fiorentina ce ne è stato uno che ho trovato particolarmente simpatico e divertente….

Da qualche anno c’è una spiaggia sull’Arno, che offre per tutta l’estate sdraio, ombrelloni e spazio per i bambini……. gratuitamente!

Come ogni spiaggia che si rispetti, anche quella nel cuore della  città, sulla riva del fiume, si è riempita per un giorno, di secchielli, palette e sculture per una sfida all’ultimo… granello!

 

Community Garden, in collaborazione con Easy Living Spiaggia sull’Arno ed Estate Fiorentina 2011, ha offerto un’occasione imperdibile per divertirsi ed esprimere la propria creatività: il primo torneo di Castelli di Sabbia, aperto a tutti, grandi e piccini, lunedì 15 agosto, dopo un barbecue in riva al fiume, sul Lungarno Serristori.  Un Ferragosto in città con uno dei simboli delle vacanze estive, cioè i castelli di sabbia.

Un quadrato di spiaggia per ogni gruppo partecipante e tanta, tanta fantasia e nessuna limitazione di soggetto e misura..…unici ingredienti di questa divertente sfida.

In linea con lo spirito dell’estate fiorentina, che è un’offerta di vivibilità e di socializzazione, ma anche una proposta culturale con mostre, proiezioni video, spettacoli, anche i premi ai vincitori: buoni da 100, da 60, da 40 euro da spendere presso la libreria Feltrinelli.

La risposta di grandi e piccoli, l’atmosfera gioiosa, la voglia di ritornare bambini almeno per un pomeriggio sono l’allegra dimostrazione che non c’è bisogno di grandi cose e di spese folli per divertirsi!!!

 

 

Giochi

GIOCHI

 

 

Cercando fra le immagini mi è capitata questa

 

 

E’ stata come una molla che ha aperto di scatto il cassetto dei ricordi…

Quando  ero bambina non c’erano tanti giocattoli: io ero la felice proprietaria di una bambolina di celluloide e una più grandina di pezza – Stellina (ora sarebbe di moda….) – più o meno come queste:

 

 

 

Avevo pentolini e un servizio di piatti e tazzine di porcellana, un caleidoscopio, una bella scatola di matite colorate e una corda per saltare

 

 

e tanta fantasia……

 

Ah! Dimenticavo… avevo anche una cosa che mi invidiavano in tanti: il teatrino delle ombre cinesi. L’aveva costruito papà con due fogli di carta oleata incollati in due cornici di cartone attaccate in cima e in fondo. Tra i due fogli – che rimanevano staccati, facevo passare delle figurine che avevo ritagliato nel cartoncino e con queste inventavo storie e commedie…… io ero “il burattinaio” e purtroppo quasi sempre anche il pubblico perché le mie sorelle avevano da studiare…

 

 

Invece, quando andavamo ai giardini e trovavo delle amichette, potevamo giocare appunto a campana: bastava avere un pezzetto di selciato, un sasso che potesse fare da gesso (funzionavano bene i pezzi di mattone rosso) e un sassolino piatto.

Il primo giro era facile: si tirava il sasso sull’uno, bisognava raccogliere il sasso stando su un piede solo e poi si saltava nella campana facendo attenzione a non pestare le righe… e così via di numero in numero.

Il difficile arrivava dopo, quando si doveva fare lo stesso giro tenendo il sasso in bilico su due dita o quando si doveva fare lo stesso percorso senza guardare…… chi percorreva la campana doveva dire ad ogni passo “sarà” e le amiche rispondevano “A”, ma se sbagliava era un coro di “U” e toccava ricominciare da capo…..

Tanti giochi sono “immortali”, con piccole variazioni li vedo giocare ancora….

“Regina reginella, quanti passi mi darai per arrivare al tuo castello?”…e lì succedeva che se si trattava di una amica i passi erano “5 da leone”, ma se dovevi dirlo a qualcuno che non ti era simpatico arrivavano i “20 da formica”…..

… A Roma si giocava a nascondarella (a Firenze è nascondino….. non so dalle altre parti, mi piacerebbe saperlo). A Roma si fa “tana”…a Firenze “bomba”…Che soddisfazione arrivare a fare “tana libera tutti!!!”

 

 

Ma il gioco che mi piaceva di più lo trovavo al mare, allo stabilimento dove andavamo sempre a Ostia, anzi, per essere esatti, a Castelfusano.

Lì c’erano due altalene altissime, proprio come questa

 

 

e io, spirito solitario anche da bambina, ero capace di passare la mattinata intera a “volare”, spingendomi sempre più in alto fino all’altezza della sbarra superiore……un’emozione fantastica! Probabilmente è per questo che non ho mai vietato alla mia figlia minore le sue arrampicate sugli altissimi abeti di Santa Marta, dove ora c’è l’università di ingegneria…

Poi, d’inverno, c’era questo…

 

 

E qui mi fermo perché non credo ci sia una persona che non lo conosca……

 

 

Gli aquiloni

Gli aquiloni

 

Per un momento ieri, forse al tg3, per un breve spot mi è sembrato di vedere un’illustrazione de “Il cacciatore di aquiloni”, il bel libro di Kaled Hosseini: tanti, tantissimi aquiloni che sfrecciavano in un cielo ventoso sopra le terribili macerie della città di Gaza.

La spiaggia della Striscia di Gaza era popolata da ragazzi e bambini palestinesi impegnati a far svettare in cielo colorati aquiloni. L’Unrwa (l’agenzia dell’Onu per il Soccorso e l’Occupazione) ha indetto un torneo il cui obiettivo era di  battere il record mondiale di aquiloni in volo, lanciati contemporaneamente e nello stesso posto.

Alla competizione hanno partecipato centinaia di bambini iscritti alle attività organizzate dall’Unrwa per il periodo estivo.

Ma il torneo aveva uno scopo più importante: “Raggruppare centinaia di bambini palestinesi in uno dei posti più inaccessibili e militarizzati del pianeta, e farli giocare  con gli aquiloni divertendosi come tutti gli altri bambini del mondo”.

Un segnale per il mondo.

Gli aquiloni in cielo permetteranno a questi bambini di liberarsi per un po’ dalla triste e misera realtà che li circonda, mostrando al mondo la loro voglia di felicità, libertà e gratificazione”.

Questi bambini che soffrono la sete e la fame,  che sono prigionieri e privati di tutto dal momento che sono chiusi dentro una prigione quasi impenetrabile dalla quale si può entrare ed uscire da cunicoli da talpe a proprio rischio.

Bambini che non possono ricevere i tanti aiuti che generose organizzazioni internazionali di solidarietà hanno loro destinato e che giacciono bloccati o sequestrati delle forze armate israeliane e degli alleati egiziani al di la del grande Muro di recinzione.

 

Che questi aquiloni siano un messaggio di pace al mondo!

 

Nelle sabbie mobili

 

nelle sabbie mobili

 

racconto di gabriella

 

Quel giorno avevo il desiderio di farmi una bella passeggiata e accompagnata dal mio cane mi recai lungo il sentiero che portava a dei piccoli laghetti in mezzo al bosco . La giornata era discreta e un pallido sole si affacciava ogni tanto dalle bianche nuvole che si spostavano molto velocemente accompagnate dal vento. Avevo sentito parlare di quei piccoli laghi ma non li avevo mai visti. Li descrivevano come dei miracoli della natura, acque limpide e cristalline colorate dai riflessi degli alberi che vi si specchiavano non era però facile raggiungerli. Il sentiero si faceva sempre più ripido e più stretto, la vegetazione aumentava,il bosco si infittiva sempre di più  e il pallido sole lo vedevo  solo attraverso i riflessi degli alberi che ondeggiavano quasi a volermi scacciare da quel luogo……continua

 

Prima di uscire mi ero coperta bene, avevo addosso quel giaccone di lana tutto colorato che mi aveva fatto la nonna: si stava rovinando, aveva un po’ di fili tirati (sai, quando si gioca col gatto!!), ma era così morbido e accogliente che non l’avrei mai levato di dosso…. E poi mi sembrava sempre di sentire la mano della nonna che mi accarezzava come solo lei sapeva fare..

Oh, ma sto divagando….

Ecco, mi ero coperta perché non mi fidavo troppo di quel sole così pallido e poi a marzo il tempo riesce a fare brutti scherzi.

Infatti, man mano che andavo avanti per il sentiero vedevo una strana nebbia infittirsi sempre più.  Poteva essere il segno che ormai ero vicina ai laghetti… ma a quanto mi avevano detto bisognava camminare per un’oretta circa, invece non era passata ancora mezz’ora da quando mi ero messa in cammino.

Ogni tanto chiamavo Blitz… ma sì, il mio bellissimo setter… che girellava tutto allegro, felicissimo di quella occasione per sgranchirsi le zampe…. Quell’inverno così piovoso lo aveva tenuto tanto in casa…

Io, invece, camminavo sempre più inquieta, non so cosa c’era in quell’atmosfera un po’ rarefatta che mi faceva sentire insicura…..sentivo continuamente rumori strani….

 

 

Motori di ricerca

 

MOTORI DI RICERCA

 

 

Sui “solchi” di un amico ho trovato questo giochino. Non potevo non cimentarmi anche io in questa impresa. Ecco il risultato:

 

 

 

1 – La mia età al prossimo compleanno:

 

69

 

2 – Un posto che vorrei visitare:

 

con l'Africa nel cuore

 

3 – Il mio posto preferito:

 

teatro

 

4 – Il mio oggetto preferito:

 

pila di libri

 

5 – Il mio cibo preferito:

 

spaghetti1

 

6 – Il mio animale preferito:

 

Enea sul cassettone

 

7 – Il mio colore preferito:

 

fiore blu

 

8 – Il posto in cui sono nata:

 

colosseo

 

9 – Il posto in cui vivo:

 

Firenze (2)

 

10 – Il nome dell’ animale domestico che ho:

 

Enea

 

11 – Il mio nick name sul blog:

 

nonna4

 

12 – Il mio vero nome:

 

FAUSTA-VEDE-L'ANGELO-olio-s

 

 

13 – Il nome della mia nonna paterna:

 

carolina i

 

14 – Il nome della mia nonna materna:

 

Matilde di Canossa

 

15 – Una mia brutta abitudine:

 

gelati

 

16 – La mia vacanza preferita:

 

ponti di Firenze