… come il vento

Dalla pagina di una amica su facebook:

Se il nostro corpo è un testo

la malattia è un refuso.

La medicina del futuro

è l’attenzione alla lingua.

Badate prima di tutto alle parole,

le parole fanno tempeste

nella carne, possono fare buchi,

possono fare tane, trame, tele

di ragno.

Il male e il bene sono fasi, frasi,

sono mete, metafore

che legano un corpo all’altro,

un giorno all’altro.

Non dire una parola

che non sia felice di essere detta,

non ascoltare una parola

che non sia necessaria

come l’acqua, inafferrabile

come il vento.

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Nonno Giuseppe

Dedicata allo splendido “nonno poeta” di una giovane attrice a me molto cara, con il mio augurio più affettuoso per il suo novantesimo compleanno!

SONO UN ITALIANO

Sono italiano e di rispettar mi sento
E vorrei l’Italia come una volta era
E vorrei creare un movimento
Che dia onore alla nostra Bandiera
Perché il suo amore or si è spento
Mentre sventolava su ogni criniera.
Europei eravamo anche noi anziani
Ma l’amor patrio han fatto a sbrani.

Ed or dico ai giovani italiani:
E’ in pericolo il vostro avvenire
E dalla civiltà siete più lontani
E voi uniti dovreste intervenire
Per far rifiorire l’Italia domani.
E con energie vi prego di agire
che il vecchio sistema è male usato
va cambiato e non rammendato.

Ed il rotto non va rattoppato
Che rovinerebbe anche il nuovo .
E il vecchio sistema archiviato
E ai buoi va cambiato il giovo (parte dell’aratro che collega 2 buoi tra loro)
Ed il popolo tutto va aiutato
Se no tutto finisce senza il rinnovo.
E questo sistema è balordo
Ed è muto, cieco e sordo.

E di sopraffazione è ingordo
E la classe politica è fasulla,
Per rubare son molti d’accordo
Ma il sistema sempre più barculla (barcolla)
E navigan con ignoranza a bordo
Ed ogni movimento frulla.
E Domenica andiamo a votare
E prego Dio ci aiuti a cambiare.

Giuseppe Cappelletti
(3° elementare, classe 1923, 90 anni il 21 Febbraio)

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nelle sabbie mobili

 

 

Nelle sabbie mobili – parte IV

 

Lo sentii guaire piano. Era come se mi chiamasse, cercando di non fare troppo chiasso. Ero sorpresa ed anche un po’ impaurita. Non lo riuscivo a vedere, sentivo quel guaito leggero che però non aveva niente che potesse far pensare che si fosse fatto male e questo mi rincuorava.

Guardavo intorno, cercavo di seguire le sue tracce, di percepire da dove venisse il suo richiamo….nulla! Le tracce mi riportavano sempre nello stesso posto. Il guaito ogni tanto smetteva e poi riprendeva piano, ma ascoltando con più attenzione mi accorsi che non era un richiamo ma come una specie di canzone, di ninna nanna….

Mi fermai per orizzontarmi meglio. Quella parte del bosco non la conoscevo affatto, mentre camminavo guardando per terra, per seguire le orme di blitz, non me ne ero accorta. Anche la vegetazione era diversa…. Gli alberi erano altissimi, ma non tanto fitti e si vedevano bene ampi squarci di cielo. Per terra vidi spuntare tra le foglie delle rosse fragoline…

Mi chinai a raccoglierne, in quel momento non avevo più la paura,

Ma mi riprese subito dopo…. Non sentivo più Blitz!

Dove era andato? Come avrei fatto a tornare a casa senza il suo fiuto di cacciatore? Gli occhi mi si riempirono di lacrime.

Un fruscio di foglie accanto a me mi fece sobbalzare….. era Blitz!

Mi chinai per accarezzarlo, ma mi resi conto che voleva dirmi qualcosa…. Andava da me ad un sentiero che non avevo notato.

Oramai niente più mi stupiva… quella mia passeggiata si era trasformata in una avventura…

Lo seguii….. (Continua)                                                                                                                                                                                                                         

fiorentinità

 

 

FIORENTINITA’

 

Io non ci riesco…. Mi fa così rabbia una delle mie figliole, fiorentinaccia, che riesce a dirlo velocissimamente….

 

 

Tito, tu t’a ritinto i’ tetto ma tu’n t’intendi tanto di tetti ritinti

 

 

…. Ricordo quando lo diceva Tognazzi in Un, due, tre, un divertente programma con Vianello…

 

Va detto tutto d’un fiato… vi riesce?

 

 

pennello

 

 

 

Firenze

 

FIORENTINITA’

 

 

Oramai da 40 anni vivo a Firenze, molto più degli anni che ho vissuto a Roma…

Per questo – pur mantenendo intatta la mia romanità – mi sento fiorentina.

Ecco perché mi piace presentarvi il Vocabolario della lingua fiorentina…… anzi il Vohabolario!

Chi verrà a Firenze non si sentirà imbarazzato – trovandosi nella città di Dante –nell’ascoltare certi modi di dire e un modo di esprimersi un po’ fantasioso…..

 
 
 
 
con un "grazie" ad Angela che mi ha spiegato come fare, altrimenti il vohabolario restava nel mio
computer……..